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Studio territorio del fiume Tagliamento. Azione 1 - GAL Venezia ...

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dato che non si ripete in nessun altro contesto. Tali considerazioni permettono di formulare<br />

l’ipotesi <strong>del</strong>lo sfruttamento di tali acque già in età romana. La frequentazione <strong>del</strong>la fonte si<br />

protrae, con ogni probabilità in modo estremamente saltuario, fino al V-VI sec. d.C.,<br />

datazione ricavata dallo studio dei materiali più tardi, di origine africana.<br />

Seguì un lungo periodo scarsamente documentato fino al XII sec.d.C. cui risale il successivo<br />

insedimaneto umano con la realizzazione <strong>del</strong> punto di dogana veneziano di Baseleghe.<br />

Dotato di guarnigione (un capitano e alcune guardie), rimase in piena attività tra il XIII ed il<br />

XIV secolo; la cartografia antica evidenzia infatti, in prossimità <strong>del</strong>la foce <strong>del</strong> canale<br />

Lugugnana, un gruppo di costruzioni tra cui spicca una chiesetta, ora chiamata "S.Maria di<br />

Baseleghe" oppure talvolta "S.Maria <strong>del</strong>la Lighignana". Scaduta la funzione di posto daziale<br />

veneziano, con ogni probabilità l’abitato si ridusse a semplice borgata di pescatori, fino a<br />

quando, per la combinazione bradisismo-innalzamento <strong>del</strong> livello <strong>del</strong> mare e conseguente<br />

ingresso <strong>del</strong>le acque nei terreni ed abitazioni, fu abbandonato.<br />

Nonostante la zona fosse già abitata nell’antichità, San Michele al <strong>Tagliamento</strong> ha origini<br />

abbastanza recenti.<br />

San Michele come toponimo si riscontra per la prima volta in un contratto di compravendita<br />

stipulato nel 1357 in cui si attesta che “con istrumento di detto anno Giovanni Susan di<br />

Peuscheldorf trasferisce a Mainardo, conte di Gorizia le ville di Latisana, San Mauro, Volta e<br />

San Michele...” (Annali di Di Manzano).<br />

San Michele al <strong>Tagliamento</strong> si è formato da una costola <strong>del</strong>l’antica pieve di S. Giorgio al<br />

<strong>Tagliamento</strong> o S. Giorgio di Latisana. Si legge infatti in una nota <strong>del</strong>l’archivio parrocchiale di<br />

S. Giorgio di Latisana, riportata da Ernesto Degani nel suo libro La Diocesi di Concordia (la<br />

prima edizione risale al 1880), che “nel 1541 dai giurisdicenti Vendramin fu violentemente<br />

smembrato dal beneficio di San Giorgio, il quartese di buona parte <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> per<br />

beneficiare di un chierico”. Si può dire che nasce così San Michele, un piccolo borgo a<br />

ridosso <strong>del</strong>la sponda destra <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Tagliamento</strong> a poche centinaia di metri più a sud <strong>del</strong>la<br />

matrice S. Giorgio.<br />

Durante i quasi quattro secoli <strong>del</strong>la dominazione <strong>del</strong>la Serenissima (1420-1797) San Michele<br />

fece parte <strong>del</strong>la “Terra <strong>del</strong>la Tisana” e quindi <strong>del</strong>la “Patria <strong>del</strong> Friuli”, mentre la curazia<br />

dipendeva dalla vicina Pieve di San Giorgio, che aveva giurisdizione anche su alcune altre<br />

chiese minori di paesi limitrofi. In detto periodo tutta la “Terra <strong>del</strong>la Tisana” divenne proprietà<br />

dei nobili veneziani e <strong>del</strong>le loro casate: Morosini, Mocenigo, Emo, Vendramin, Venier,<br />

Grimani, Minio, Loredan, Zovan, Molin, Bragadin ed altri. Nelle frazioni <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> si<br />

costituirono “le comuni o ville”, ognuna governata da un podestà dipendente dal capitano,<br />

che risiedeva a La tisana, e nei borghi si tenevano le “vicìnie” o “vicinanze”, convocazioni di<br />

carattere popolare rurale per trattare i peculiari interessi <strong>del</strong>la collettività.<br />

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