Tesi Specializzazion.. - Ingegneria Strutturale - Politecnico di Milano
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Formulazione dell’elemento finito tri<strong>di</strong>mensionale Cap. 2<br />
La matrice <strong>di</strong> rigidezza dell’elemento finito solido in questione possiede infatti 24 x 24 = 576<br />
elementi, contro (2 x 4) x (2 x 4) = 64 del corrispondente elemento piano (Isop4).<br />
Ad ogni nodo le incognite sono costituite dagli spostamenti nelle tre <strong>di</strong>rezioni cartesiane X, Y, Z<br />
visibili in figura 2.1. I parametri nodali che definiscono lo spostamento in una <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>rezioni<br />
sono in numero <strong>di</strong> 8 (uno spostamento per nodo), dato che lo spostamento in una <strong>di</strong>rezione, risulta<br />
in<strong>di</strong>pendente dagli spostamenti nelle altre 2 <strong>di</strong>rezioni, il polinomio interpolante deve contenere 8<br />
termini del triangolo <strong>di</strong> Pascal. I primi 7 sono facilmente in<strong>di</strong>viduabili e sono 1 (il termine costante),<br />
x, y, z, xy, yz, zx. Il settimo deve essere scelto tra i polinomi <strong>di</strong> grado cubico, dovendo rispettare la<br />
simmetria nel triangolo <strong>di</strong> Pascal (isotropia geometrica) e dovendo contenere termini lineari nelle tre<br />
coor<strong>di</strong>nate (spostamento lungo gli spigoli lineare), il solo termine adatto è xyz.<br />
Volendo che l’elemento sia compatibile, e volendo rappresentare geometrie anche non regolari, è<br />
richiesta una trasformazione parametrica (figura 2.1) che trasformi l’elemento reale <strong>di</strong>storto in un<br />
elemento parente regolare <strong>di</strong> lato 2, passando dal riferimento x, y, z a quello nelle coor<strong>di</strong>nate ξ, η, ρ.<br />
Definendo la trasformazione tramite le stesse funzioni <strong>di</strong> forma utilizzate in seguito per descrivere le<br />
incognite nodali, la trasformazione viene detta isoparamentrica. Una volta definita la trasformazione<br />
è possibile scrivere le funzioni <strong>di</strong> forma per l’elemento regolare nelle coor<strong>di</strong>nate ξ, η, ρ.<br />
Le funzioni <strong>di</strong> forma <strong>di</strong> questo elemento sono ricavabili tramite il proce<strong>di</strong>mento algebrico<br />
generalizzato: imposizione che nel nodo i lungo la <strong>di</strong>rezione j l’incognita Φ valga Φ ij . Questo metodo<br />
però, applicabile per l’elemento piano CST ed in genere a qualsiasi elemento, risulta molto laborioso<br />
date le <strong>di</strong>mensioni delle matrici in causa. E’ preferibile utilizzare meto<strong>di</strong> meno meccanici e più<br />
intuitivi. In questo caso, ricordandoci le proprietà <strong>di</strong> una funzione <strong>di</strong> forma descritte al punto 7 del<br />
capitolo precedente, posso scrivere la funzione del nodo i come produttoria delle equazioni dei 3<br />
piani che passano per tutti gli altri no<strong>di</strong> (in questo modo sono sicuro che negli altri no<strong>di</strong> la funzione <strong>di</strong><br />
forma è nulla) e poi imporre che sia unitaria nel nodo i. Così facendo si ricavano le 8 funzioni <strong>di</strong><br />
forma, che possono essere scritte in forma compatta [L1, L3, L5, L7, L8]:<br />
N<br />
i<br />
1<br />
= ⋅<br />
i<br />
i<br />
1<br />
8<br />
( 1+<br />
ξ ⋅ξ<br />
) ⋅ ( 1+<br />
η ⋅η<br />
) ⋅ ( + ρ ⋅ ρ )<br />
i<br />
(2.1)<br />
dove ξ i , η i , ρ i sono le coor<strong>di</strong>nate del generico nodo i (o +1 o –1).<br />
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