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CER 43
I troppi vincoli all’attività estrattiva
di Andrea Serri
Inchiesta: A caccia di materie prime
>> Il 35% del costo medio industriale,
che diventa il 20% dei costi totali.
Modalità di trasporto basate
sull’intermodalità ‘ferro-gomma-nave’
che si articolano, per la stragrande
maggioranza dei volumi, non solo in
ambito regionale e nazionale, ma
addirittura europeo. Quantità
complessive che superano, per le sole
materie prime, i 10 milioni di
tonnellate annue, l’80% delle quali
movimentate nel solo distretto di
Sassuolo - Scandiano. Sta in questo
rebus - che si caratterizza per
importanza economica e, al tempo
stesso, complessità organizzativa - una
delle chiavi della competitività
dell’industria italiana delle piastrelle di
ceramica. Uno scenario che presenta
diversi capitoli aperti, come appare
dalle interviste di alcuni dei
protagonisti del settore delle materie
prime per ceramica.
“Esiste una buona correlazione, nella
storia del nostro settore, tra i luoghi di
approvvigionamento e le tipologie
prevalenti - afferma Dianno Cucchi,
responsabile degli approvvigionamenti e
della logistica per Marazzi Gruppo
Ceramiche -: i nostri calanchi erano
ottimali per la produzione della
maiolica, del cottoforte e del grès
rosso, le argille della Germania lo sono
per le produzioni in monocottura, le
argille ucraine ed i feldspati turchi
rispondono in pieno alle esigenze di
produzione del grès porcellanato, sia
in termini di qualità delle materie
prime che di volumi necessari per
realizzare i circa 330 milioni di metri
quadrati della produzione italiana”.
Due sono gli elementi topici al fine di
conseguire gli alti standard produttivi
che l’Italia ricerca: da un lato, la
garanzia della costanza nel tempo della
qualità e degli approvvigionamenti;
dall’altro, la ricerca delle migliori
modalità di trasporto. “In molti casi -
prosegue Cucchi - si tratta di una
scelta obbligata a causa della posizione
geografica dei giacimenti (quali i noli
marittimi per la Turchia, ad esempio),
anche se molto si potrebbe fare sul
versante dell’efficienza delle
infrastrutture trasportistiche in Italia:
una maggiore concorrenza tra
operatori, unita alla realizzazione di
strade e ferrovie, potrebbe portare ad
un reale e duratura riduzione dei
costi”.
Aspetto importante per cogliere la
complessità del gioco è il fatto che gli
impasti ceramici sono il mix - per
percentuali e per provenienza - di
‘terre’ anche molto diverse le une dalle
altre. “Se osserviamo con attenzione le
diverse tipologie - afferma Marco
Visentin, amministratore di IM -
possiamo dire che nel 35% degli
impasti per supporto ceramico si
utilizzano materie prime locali: questo
per sfatare il luogo (segue a pag. 44)
Parte degli alti costi connessi con il trasporto delle materie prime nascono
nel nostro Paese. Una maggiore concorrenza all’interno dei porti e la
realizzazione di infrastrutture stradali e ferroviarie indispensabili potrebbero
portare ad una reale e duratura riduzione degli oneri.