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Gli Anni verdi Luchino Visconti a Ischia - La Rassegna d'Ischia

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Giorni di svago. A passeggio con <strong>Visconti</strong>Giuseppe Gibilmanno Colucci<strong>La</strong> prima volta che incontrai il conte<strong>Luchino</strong> <strong>Visconti</strong> fu verso la metà deglianni Cinquanta. Ero ancora un ragazzinoe lo conobbi in casa di mio zio, il pittoreEdoardo Maria Colucci nella sua villa diPunta Molino. Oggi quella villa non c’èpiù ed al suo posto c’è un grande albergo.In quel tempo quello era uno degli angolipiù belli d’<strong>Ischia</strong>. Le pietre dell’arso arrivavanofino al mare e sul mare arrivavaanche l’ombra della chioma dei pini. Ilconte di quel posto era entusiasta. Egliamava fare delle lunghe passeggiate sullaspiaggia o per la stradina antistante lapineta fino al carcere di Punta Molino.Molte volte lo accompagnai in silenzio,altre volte si intratteneva a conversaresulla pesca o sulle attività marinare delposto. Rimasi sempre incantato dalla gentilezzae dalla semplicità di quell’uomoalto e distinto. Qualche volta lo accompagnaial porto nelle semplici botteghe dell’epocadove comprava cuscini ricamati,cappelli e stuoie di paglia. In quegli anniad <strong>Ischia</strong> c’era diffuso artigianato ed ilconte nelle cose semplici forse trovava ilsignificato più bello. Sul terrazzino dellavilla di mio zio c’era un cannoncino semprecaricato con coriandoli e petali di fiori,che venivano festosamente sparati in ariaad ogni partenza del conte. Verso la metàdegli anni Sessanta incontrai di nuovo ilconte che oramai tutti chiamavano“Maestro”. Venne ad <strong>Ischia</strong> Ponte in unnegozietto di antiquariato che mio padreAngelo gestiva con un altro mio zio, il pittoreVincenzo Colucci. Il conte comprò perse alcuni pezzi di antiquariato, altri liaffittò per la produzione del film IlGattopardo.In quel periodo lo incontrai diverse volte;frequentava molti amici ischitani come iSignori d’Ambra, i Baiocco ecc. Nelle varieoccasioni di conversazione si parlava spessodei suoi film, di cui ero diventato ungrande ammiratore: li avevo visti tutti equando mi complimentavo, egli con grandegentilezza mi rispondeva “Grazie”.Sembra incredibile, ma quel gentiluomoera fatto così! Con <strong>Visconti</strong> conobbi gliattori A. Delon, e R. Salvatori. Una seratutti insieme andammo in un locale dellaRive droite ed egli ci intrattenne a lungoparlandoci del nuovo film che avrebbedovuto girare e cioè Il Gattopardo. In quelfilm sono certo che il Maestro <strong>Visconti</strong>volle esprimere oltre che la sua arte, tuttala sua innata nobiltà di cultura e comportamento.Del resto quel grande romanzo,del Principe Tomasi di <strong>La</strong>mpedusa, sembròscritto proprio per <strong>Visconti</strong>. Il Maestrochiese a molti di noi di partire perPalermo e partecipare come comparsenella lavorazione del film. Ma da <strong>Ischia</strong>non partì nessuno: eravamo ancora tuttigiovani studenti.Negli anni successivi il Maestro lasciò<strong>Ischia</strong> per Forio. Oramai aveva compratola Villa chiamata <strong>La</strong> Colombaia dalBarone Fassini ed i suoi soggiorni in quellavilla erano molto riservati e gli invitatiesclusivi.Rividi un’ultima volta il conte quando loandai a trovare alla Colombaia. Era sedutoin poltrona in terrazza guardano ilmare. Aveva fra le mani un libro diGabriele D’Annunzio. Scambiammo qualcheparola e qualche complimento.<strong>Gli</strong> stinsi la mano in silenzio. Abbozzò unsorriso. Me ne andai e non lo rividi maipiù.Ogni volta che ricordo quel momento miviene un gran nodo alla gola, chissà perché!33

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