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Gli Anni verdi Luchino Visconti a Ischia - La Rassegna d'Ischia

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la storia. Dopodiché ci trovammo un po’impigliati in questa cosa, perché era unastoria intrigante ma antipatica con i protagonistientrambi piuttosto sgradevoli.Allora ci mettemmo a studiarlo e a<strong>Luchino</strong> piaceva molto di questo soggettola guerra attraversata da una passioneprivata, cioè il viaggio della contessaSerpieri in carrozza attraverso la guerra.Io del film non avevo calcolato bene certelunghezze, e non avevo previsto, ad esempio,tutti gli indugi nelle scene della villaattrezzata e rimessa a nuovo da <strong>Luchino</strong>,tutti gli attraversamenti di stanze perandare a prendere una cosa; e questomangiò una grossa fetta del film, sicuramentebellissima, ma quando poi si dovevagirare la scena della traversata dellaguerra Gualino mi disse che la borsa siera chiusa. Il metraggio necessario erastato raggiunto, il budget ampiamentesuperato e il film finì così. <strong>Visconti</strong> dovetterinunciare proprio alla scena che avevaincantato la sua immaginazione: la Vallisarebbe dovuta passare tra truppe insanguinatesui campi di battaglia. Per fortuna<strong>Luchino</strong> si era talmente innamorato diquello che aveva girato fino ad allora chenon ne fece una gran tragedia, inoltre eramolto elettrizzato dal fatto che per laprima volta stava girando un film a colorie così curò moltissimo l’aspetto cromaticodell’opera. <strong>La</strong> scelta dei colori dei vestiti faaddirittura parte della sceneggiatura,bisognava passare dai colori chiari dell’inizioal nero dell’ultima scena.Le sceneggiature, quindi, non venivanonecessariamente rispettate, potevano subirecambiamenti notevoli in fase di ripresa?A volte si cambia moltissimo, per diversimotivi. Bellissima, ad esempio, fu modifi-cato per esigenze di produzione, dovemmoinfatti sviluppare il personaggio di WalterChiari che in quel momento aveva ungran successo. Ludwig subì molti cambiamentiperché era troppo lungo. In questicasi si deve anche adattare la sceneggiaturaai tagli necessari, non si può toglieresolo qualche pezzo. Altre volte, come neiprimi film neorealisti, si doveva cambiareper adeguarsi alle sorprese che davano gliattori non attori presi dalla strada.Dopo Lo straniero inizia la trilogia tedescadi <strong>Visconti</strong>: <strong>La</strong> caduta degli dei, Mortea Venezia, Ludwig. Perché lei partecipasolo a quest’ultimo e non ai primi duefilm?Non ho partecipato a <strong>La</strong> caduta degli deiperché non me la sentivo di fare un film dimaniera per <strong>Visconti</strong>. Inoltre non conoscoil tedesco e non ho una profonda conoscenzadella cultura tedesca. Eravamopartiti da un soggetto che si svolgeva inInghilterra, ma poi fui io stessa ad indicargliun servizio sulla famiglia Kruppche era uscito su L’Europeo. Trovai bellissimal’idea, <strong>Luchino</strong> sapeva il tedesco,aveva avuto persino una fidanzata dell’aristocraziatedesca, era roba che trattavadi prima mano.Morte a Venezia era un film che <strong>Luchino</strong>volle a tutti i costi, la cui realizzazioneconsiderava un fatto personale un po’come è stato per il film di Manoel deOliveira Ritorno a casa. Con NicolaBadalucco aveva lavorato nel precedentefilm tedesco così decise di avvalersi dellasua collaborazione anche per Morte aVenezia. Io, inoltre, avevo iniziato già alavorare al Proust.Ludwig è un caso diverso, un caso culturale.Non implica un giudizio politicamen-te moderno, ci si trova davanti un artistacome Wagner ed un matto come Ludwigsui quali la pensiamo tutti allo stessomodo.A quale opera di <strong>Visconti</strong> è legata di più?A tutte. Un po’ meno a Lo straniero, chemi ha lasciato l’amarezza di una cosa chenon funziona perfettamente. Ma recentementel’ho rivisto e la parte finale, daldelitto in poi, mi è piaciuta.E quale opera avrebbe voluto realizzarecon lui?Mi è dispiaciuto moltissimo non aver fattoil Proust, perché solo <strong>Luchino</strong> potevafarlo. Avevamo preso la decisione moltosaggia e modesta di raccontare semplicementela trama de <strong>La</strong> ricerca del tempoperduto. Anche se non abbiamo potutorealizzare il film, le nostre intuizionihanno trovato conferma nella sceneggiatura,neanche quella realizzata per fortuna,di Harold Pinter (che stimo moltissimocome sceneggiatore oltre che comedrammaturgo, trovo infatti geniale <strong>La</strong>donna del tenente francese). Pinter, diversamenteda noi, ha tentato di dare lo stileletterario di Proust, ma, così facendo, nonha fatto altro che illustrare un delirio oniricoche non suggerisce la chiarezza seppura scatole cinesi dell’opera.Parliamo adesso di <strong>Ischia</strong>. Come lei saquest’anno si aprirà al pubblico <strong>La</strong>Colombaia. Cosa è stata <strong>Ischia</strong> per<strong>Visconti</strong>? Perché decise all’epoca di rifugiarvisi?<strong>La</strong> Colombaia amata…Tutte le cose sonomolto più casuali, meno programmate dicome si pensi. <strong>Luchino</strong> viaggiava parecchioma non era un tipo fedele in niente.

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