più grande delle disfatte. <strong>La</strong> malattia hala meglio sul principe guerriero. In modoassolutamente inverosimile, ciò che nonsarebbe dovuto accadere è accaduto e ciòche sarebbe dovuto accadere (la biografiadi Zelda Fitzgerald, <strong>La</strong> montagna incantata,forse addirittura qualcosa dallaRecherche proustiana) non era accaduto.Fine della pastorale. <strong>Ischia</strong> goodbye.Molto, e in certo senso troppo poco, è quelloche rimane.C’è un signore ormai anziano che vive alVatoliere, una frazione di Barano d’<strong>Ischia</strong>,e che ricorda con entusiasmo quei dueanni trascorsi al servizio di un granderegista italiano. Nicola Tarso faceva ilbarista al bar “Vittoria” di <strong>Ischia</strong> Porto,dove <strong>Visconti</strong> spesso andava a prendere ilcaffè. Lo prese a lavorare e gli fece conoscereil bel mondo di una volta. NicolaTarso riuscì ad assistere perfino ad unospettacolo del maestro alla Scala diMilano.In una tranquilla villetta di San Ciroabita da solo un enologo ormai in pensione.Salvatore d’Ambra sorride spesso alpensiero di <strong>Visconti</strong>. Il regista voleva atutti i costi fargli fare del cinema. Anchela famiglia era d’accordo, ma lui sembravaavere già le idee assai chiare. Si sarebbesposato e avrebbe continuato la prestigiosaattività di famiglia.A <strong>Ischia</strong> Porto, in un punto ardito e panoramicissimo,c’è una villa dove sembri nonarrivare più. In compagnia della sua bellae gentilissima consorte, un giovanotto disessant’anni ancora ricorda quel falso barboncinorifilato al regista famoso. ToninoBaiocco, vulcanico ed infaticabile oggiesattamente come allora, è costretto asubire l’invadenza “buona” del sottoscritto,per farsi raccontare, in una miscellaneadi ricordi che sembra un po’ un’insalatarussa, la storia di un’amicizia importante.Che gli ha insegnato, tra le tantecose, che “una casa non va mai terminata”.A Forio, circondata da una vegetazionefitta e quasi impenetrabile, c’è la dimoraischitana del regista, il posto dove espressepiù volte il desiderio di riposare persempre (desiderio mai esaudito). Oggettoper anni di uno stupro inaudito e selvaggio,<strong>La</strong> Colombaia appartiene oggi alcomune di Forio. Appartiene, in altreparole, agli isolani. Sottrarla al suo destinodi “cattedrale nel deserto” è la vera,difficile sfida con cui l’amministrazionecomunale deve adesso confrontarsi.Da qualche parte, infine, c’è Iolandad’Ambra, l’amica più intima e fedele, latestimone più attendibile dell’amore che<strong>Visconti</strong> provò per l’isola d’<strong>Ischia</strong>. Ormaianziana e malata, Iolanda non può raccontarela sua lunga infatuazione per<strong>Luchino</strong>, quel legame che già dall’inizioapparve a tutti indissolubile. Non puòspiegarcene meglio la generosità e l’intransigenza,l’allegria e l’isolamento. Oforse, più semplicemente, oggi non ne hapiù voglia.Nell’epoca che adora soprattutto ciò che èriflesso nella propria – spesso anchilosata– esperienza, <strong>Luchino</strong> <strong>Visconti</strong> non èdiventato obiettivo privilegiato dei giovaniesploratori del cinema; né i cronisti localisembrano aver voluto chiarire a fondo leragioni che spinsero il regista ad amare<strong>Ischia</strong> così a lungo. Pur nel timore di finirecome quei turisti che nel finale diLudwig guardano dappertutto senza capirenulla, ho cercato di reperire quanto piùpossibile fosse legato alla presenza di<strong>Visconti</strong> a <strong>Ischia</strong>. Anche per insinuareun’altra verità, oltre a quella solitamenteraccontata in questi anni con una puntadi eccessiva morbosità.Fino all’ultimo ho cercato di arrivare alfavoloso epistolario tra <strong>Visconti</strong> e Iolandad’Ambra. Non ci sono riuscito. E un po’ mispiace. Per <strong>Visconti</strong>, che quest’isola amòsul serio.Mica per altro.43
<strong>Ischia</strong>, Ristorante Da Emiddio, anni ’60.<strong>Luchino</strong> <strong>Visconti</strong> con l’arch. Roberto,Ciro Messina e Iolanda d’Ambra.Il Mattino, 2.4.1975<strong>La</strong> notizia del Premio <strong>Ischia</strong>a <strong>Luchino</strong> <strong>Visconti</strong><strong>Ischia</strong>, Taverna Giardino degli Aranci,Giovanni “l’uomo in frak”. <strong>Anni</strong> ’60.<strong>Ischia</strong>, Rancho Fellone, anni ’60.Salvatore d’Ambra, <strong>Luchino</strong> <strong>Visconti</strong>,Franca Valeri e Vittororio Caprioli.Il Monkey Bar. <strong>Ischia</strong>, inizi anni ’60.