“Mi ricordo che non ancora ventenne erogià appassionato di vita by night. Per noidi quell’epoca, come d’altro canto per i giovanidi oggi, andare a ballare significavasoprattutto conoscere le ragazze. Megliose straniere. Io ero un ragazzo vivacissimo,forse un po’ scapestrato. Mia madre,severissima, non finanziava certo volentierile mie uscite notturne e io dovettiricorrere agli espedienti più curiosi perguadagnare qualche soldo ed entrare cosìnei locali. Un’amica di famiglia, ElenaFerrari, aveva dei barboncini che avevanoappena fatto una cucciolata. In realtà nonerano così piccoli, e forse non erano nemmenobarboncini. Io mi appropriai dellacucciolata e decisi di venderli. <strong>Luchino</strong><strong>Visconti</strong> fu il mio primo cliente. Sapevache Iolanda, che già conoscevo, desideravaun cucciolo e decise di regalarglielo. Fucosì che lo conobbi”L’astuzia, la tenacia, la fantasia con cui ilgiovane Tonino sembrava inseguire i suoisogni giovanili colpiscono il regista. <strong>La</strong>spinta dinamica di questo giovanottodestinato negli anni a diventare unimprenditore di successo, la voglia diemergere, frequentare la bella gente ecogliere al balzo le opportunità offerte dauna realtà socio-economica che sta percambiare radicalmente non possonolasciare indifferente <strong>Visconti</strong>.“Qualche anno più tardi” continuaBaiocco, “alla mezzanotte del 18 luglio del1960 aprii sulla riva destra del portod’<strong>Ischia</strong> <strong>La</strong> <strong>La</strong>mpara, un locale destinatoin brevissimo tempo a diventare il fulcrodella vita notturna sull’isola. Il successofu inaudito e travolgente. Era nato il mitodella rive droite. Io abbandonai gli studi emi gettai a capofitto nel mondo del bynight”.<strong>Luchino</strong> <strong>Visconti</strong> è ospite fisso a <strong>La</strong><strong>La</strong>mpara. Con lui ci sono Iolandad’Ambra, i fratelli Salvatore e Mario, e icompagni di lavoro del regista, i suoi sceneggiatoridi sempre e gli attori amatissimi.Suso Cecchi D’Amico, Enrico Medioli,Paolo Stoppa, Rina Morelli, Nora Ricci,Peppino Patroni Griffi, Giorgio De Lullo,Franco Zeffirelli. E più tardi Alain Delon,<strong>Anni</strong>e Girardot, Romy Schneider, RenatoSalvatori, Jean Sorel, Annamaria Ferrero,Michael Craig.L’entusiasmo di Baiocco, il suo essere ungiovane elegante e di bell’aspetto, dallaparola facile e così carico di “volontà” conquistanoin breve tempo l’amicizia di<strong>Visconti</strong>. Nel giovane ischitano il registarivede forse se stesso da giovane. <strong>La</strong> stessairrequietezza, la stessa caparbietà, lastessa ambizione.“Terminata la scena, <strong>Visconti</strong> ci radunavolenterosi per una incursione nella diroccataBadia che ci sovrasta. E qui, come ungruppo di garibaldini, tentiamo l’assaltoda varie parti. Niente. Tutto è sbarrato.Brazzi si agita. Il custode dovrebbe puresserci. Tonino Baiocco di <strong>Ischia</strong> si inerpicasu per un muro, s’infila per una finestrellae raggiunge la porta d’ingresso aldi là delle mura. Sentiamo i suoi pittoreschi“moccoli” e seguiamo con trepidazionei suoi inutili tentativi per disserrare il lucchettodall’altra parte”Nel libro dedicato alla lavorazione diVaghe stelle dell’Orsa, <strong>Visconti</strong> vuole inserireun passaggio che riguarda il suoamico ischitano. E’ una scheggia, un frammento,ma Baiocco lo considera una delleprove più autentiche dell’affetto, quasipaterno, che il regista provava per lui.“Non mi disse niente. Un giorno la miaamica Maria De Angelis, incontrandomi,osservò: “hai visto, sei finito in un libro di<strong>Visconti</strong>”. Non ci credetti. Presi il libro edeffettivamente c’era questo piccolo passaggioche mi riguardava. Il suo silenzioin proposito mi fece capire l’autenticitàdel suo affetto per me. Era un prova diamicizia senza esibizionismi, e non unasciocca esibizione d’amicizia”.<strong>Visconti</strong> sembra appoggiare la follia spavaldadel giovane imprenditore. QuandoBaiocco decide di chiamare il suo nuovolocale ischitano Il gattopardo (sull’ondadel successo travolgente dell’ultimo filmgirato dal suo amico famoso), <strong>Visconti</strong> nonha nulla da obiettare; anzi, si dimostradivertito quando Baiocco setaccia tuttaLondra (dove passava regolarmente l’inverno)alla ricerca di un ghepardo finto daimprigionare in una gabbia che avrebbefatto bella mostra di sé nel nuovo locale.<strong>La</strong> ricerca è tuttavia infruttuosa, eBaiocco cambierà idea, aprendo poi il celebre“Scotch club”.Aiuta l’amico nel trovare un locale perfinonella Capitale, ma si arrende quando l’immobilescelto dal giovane risulta apparteneread Anna Magnani, la cui amicizia colregista attraversava un periodo di grossaconflittualità.<strong>Visconti</strong> fu il testimone di nozze del primomatrimonio di Baiocco e volle che il suoprimo nascituro, se maschio, portasse ilsuo nome. Tonino lo accontentò volentieri.Il regista, intanto, sente avvicinarsi lavecchiaia. Diventa sempre più abitudinario,metodico. Esce sempre di meno.Quando lo fa, però, sa essere brillante eseducente come sempre. E’ l’epoca delRancho Fellone, di Zi Nannina a mare e,d’inverno, del ristorante Di Massa, ad<strong>Ischia</strong> Ponte, una delle sue zone predilettesin dal suo arrivo anni prima.37
A <strong>La</strong>mpara, inizi anni ’60.Da sin. Ciro Messina, Uberta e <strong>Luchino</strong> <strong>Visconti</strong>,la Signora Steinberger con il figlio Helmut,Roberta Maino e Tonino Baiocco<strong>La</strong> dedica a Iolanda d’Ambra (sul retro della foto)“In quelle occasioni” ricorda Salvatored’Ambra, “ si comportava come un principearistocratico e generoso. Era cortese edaffabile con tutti. Ci teneva a pagare semprelui e guai a contraddirlo. <strong>La</strong> sua solapresenza in un locale mandava in deliriotutto il personale, già presago di mancefavolose”.L’avanzare della maturità non scalfisce lasua voglia di vedere, fare, vivere. Il suofiuto è sempre attento. “Una sera” raccontaBaiocco, “volle a tutti i costi portarci asentire una giovane cantante che si esibivaalla Taverna del Moresco. C’eranoanche Franca Valeri e Vittorio Caprioli.L’energia di questa ragazza sul palco eraimpressionante, noi ne rimanemmo sconvolti.Quella ragazza si faceva chiamareBaby Gate e più tardi sarebbe diventataMina, la più grande cantante italiana.Ecco, noi avemmo l’opportunità di sentirla,prima che diventasse famosa, propriograzie all’istinto infallibile di <strong>Luchino</strong>”.Cosa mancava per rinsaldare definitivamenteil legame con l’isola? Mancava unacasa. <strong>La</strong> casa di <strong>Visconti</strong>.<strong>La</strong> ricerca fu lunga e complicata. Neiprimi anni il regista soggiorna a “VillaRosica”, a Punta Molino. Prende la casa insubaffitto da Edoardo Colucci, fratello delpiù noto Vincenzo, con cui stringe unbreve rapporto di affettuosa frequentazione.Villa Rosica è d’altronde la meta presceltada molte celebrità in vacanze a<strong>Ischia</strong>, da Eduardo De Filippo ad AnnaMagnani. <strong>La</strong> posizione è comoda e suggestiva,affacciata direttamente sulla spiaggiae non lontana da quei pochissimi localiniche animano le sonnacchiose estatiischitane degli anni Cinquanta.“Allora era di gran moda avere una casaad <strong>Ischia</strong> Porto”, ricorda Salvatore
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