Le differenze tra partnerLe differenze tra partner rappresentano a volte delle vere risorse, si afferma nel racconto del IISRomani di Casalmaggiore: “La composizione assai eterogenea del gruppo ha richiesto una conoscenzareciproca ed un attento lavoro di analisi delle differenti realtà scolastiche e dei bisogni deglistudenti, di differente età nei diversi ist<strong>it</strong>uti: i romeni sono di età compresa tra 15 e 18 anni, i belg<strong>it</strong>ra 12 e 18, i danesi e gli islandesi tra 6 e 16 e infine gli <strong>it</strong>aliani compresi tra 14 e 19. Lungi dal rappresentareun ostacolo insormontabile, le divers<strong>it</strong>à nazionali hanno invece cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o una fonte diricchezza e ci hanno spinto a ricercare in continuazione soluzioni a problemi manifestatisi.”(IIS “Romani” di Casalmaggiore- CR).Altre volte invece la divers<strong>it</strong>à ha rappresentato e può rappresentare un ostacolo. Certamente, comeabbiamo visto, la mancanza di strumenti informatici a volte rende difficile la comunicazione, cosìcome pure la scarsa conoscenza delle lingue può creare entropia o ancora atteggiamenti di disimpegnoe disinteresse da parte di alcuni componenti del partenariato creano disagio e irr<strong>it</strong>azione.Leggendo i racconti sembrerebbe essere in presenza di elementi fortemente condizionati dalle modal<strong>it</strong>àdi gestione e che possono risolversi in ostacoli o arricchimento del partenariato, come peresempio la differenza di età degli alunni partecipanti: “Sono stati sollec<strong>it</strong>ati a scambiare le idee coni loro compagni delle scuole partner, ma i risultati sono stati poco incoraggianti a causa della differenzad'età e ai pochi computer collegati ad Internet. C'è stato un breve periodo di corrispondenzavia e-mail solo con i compagni della Guadalupe e soprattutto della Romania, che hanno la loro età”(LS Par<strong>it</strong>ario A. Volta di Bari).Ma nel racconto dell'I.C. Cairate (VR) la s<strong>it</strong>uazione si capovolge: infatti si sostiene che “la perpless<strong>it</strong>àmaggiore è stata l'efficacia dello scambio con scuole primarie, superata grazie allo spessorelinguistico forn<strong>it</strong>o dalla presenza di Inghilterra e Malta nel progetto. Materiali prodotti da alunnidi 6-11 anni sono risultati comunque appetibili per i ragazzi di scuola media, anche se questi ultiminon hanno potuto fare a meno di notare la disomogene<strong>it</strong>à dei temi di confronto”.Quel che è certo è che le differenze ci sono e che ogni partner dimostra impegno, motivazione eorganizzazione diversi, come osserva il Liceo Peano di Cuneo: “…è mancato il coinvolgimentomarcato nella metodologia di lavoro del gruppo rumeno, più restio a lavorare e più propenso ainterpretare le vis<strong>it</strong>e bilaterali come momenti di vis<strong>it</strong>a e di svago, non finalizzati alla riflessione suiproblemi o alla riflessione sui processi” (LS Peano di Cuneo). O come fa notare la SM di Viadana:“Tuttavia si avverte che il punto debole è la scarsa comunicazione degli alunni con gli altri alunnidelle scuole estere. Noi inviamo prodotti già per Natale, accompagnati da lettere, ma riceviamoqualche realizzazione dei partner solo a fine anno. A giugno allestiamo la prima mostra dei prodotti:numerosi i nostri, pochi quelli ricevuti dalle altre scuole…” ( SMS di Viadana). Oppure ancoracome quando il confronto fa emergere carenze strutturali o organizzative: ”Per la maggior parte deipartner il <strong>Comenius</strong> è parte integrante del percorso disciplinare o addir<strong>it</strong>tura, come in Spagna, hadign<strong>it</strong>à di disciplina a sé, con tanto di valutazione, per il nostro ist<strong>it</strong>uto è semplice attiv<strong>it</strong>à integrativa,facoltativa, in orario pomeridiano, con modesti riferimenti alle discipline professionalizzanti, didifficile frequenza per alunni pendolari, …[con] difficoltà anche nei laboratori e loro uso" (Ist<strong>it</strong>utoOthoca di Oristano).Oltre alle differenze di “peso” curricolare o impegno profuso nel progetto, da parte dei diversipartner, ci possono essere anche differenze economiche o meglio di budget: “L'unica nota negativada evidenziare è stata l'insufficienza delle risorse economiche che ha precluso una partecipazione56
Il partenariato europeo: andamento e risultatipiù consistente di docenti agli incontri europei. I paesi partner, in effetti, hanno stanziamenti perinviare non meno di tre persone, a volte, se il viaggio è poco costoso, anche di più. L'Italia ha lerisorse sufficienti per una sola persona, al massimo due e spesso chi partecipa agli incontri coprepersonalmente parte delle spese” (SMS di Castelfidardo - AN) .Se differenze tra partner sono inev<strong>it</strong>abili, spesso è la scuola coordinatrice quella che propone le“soluzioni”: ”La dispar<strong>it</strong>à di organico e di alunni fra la scuola coordinatrice e le scuole partner haqualche volta creato qualche divergenza nel programmare le attiv<strong>it</strong>à: la scuola coordinatrice, avendola necess<strong>it</strong>à e la possibil<strong>it</strong>à di proporre attiv<strong>it</strong>à ad un numero elevato di alunni ed insegnanti, erapropensa a proporre un percorso più carico; le scuole partner invece, trovandosi nella s<strong>it</strong>uazioneopposta, hanno giustamente prefer<strong>it</strong>o un carico di lavoro più leggero. La soluzione alla fine è semprestata quella di concordare le attiv<strong>it</strong>à generali, che poi ogni scuola poteva realizzare secondo leproprie possibil<strong>it</strong>à”(CD di Castrezzato - BS).Il sostegno tra partnerI percorsi che le scuole avviano per gestire o imparare a gestire un partenariato internazionalesono molto interessanti. Le scuole si attrezzano per rispondere alla sfida che il progetto ponee, così facendo, acquisiscono abil<strong>it</strong>à e capac<strong>it</strong>à utili e riutilizzabili all'interno della propriaattiv<strong>it</strong>à didattica quotidiana.Molti progetti ci raccontano di come il partenariato non abbia sub<strong>it</strong>o interruzioni anche a segu<strong>it</strong>odella bocciatura del progetto di uno dei partner, di come tutti gli altri si siano adoperatiper garantire una sua partecipazione al progetto trovando la forza, le energie e anche a voltele risorse economiche necessarie a continuare nel percorso avviato. “Il nostro ist<strong>it</strong>uto ha avutol'approvazione per il I e III anno… creando ostacoli superati solo grazie alla disponibil<strong>it</strong>à individualedi alcuni docenti e a risorse interne” (IIS Bodoni/Paravia di Torino).“Negli ultimi due anni la Romania, non avendo ricevuto il finanziamento da parte della sua agenzianazionale, ha ugualmente partecipato, collaborando pienamente e lavorando a tutte le attiv<strong>it</strong>àprogrammate come partner silente” (CD di Paderno Dugnano - Mi).L'elenco potrebbe continuare, questi sono solo alcuni dei tanti esempi tratti dai racconti…La divisione collaborativa del lavoroCome abbiamo già avuto modo di vedere nella nostra analisi sulle TIC, nel partenariato, spesso,chi sa di più insegna agli altri. E allora troviamo alunni che aiutano insegnanti ad usare il computero i più grandi che aiutano i più piccoli o una scuola che aiuta l'altra: l'insegnante polacca inscambio mette in piedi, seduta stante un corso di polacco per la scuola di cui è osp<strong>it</strong>e; l'insegnantefrancese esperto in telerilevazione organizza a più riprese corsi per gli altri partner, perché poi possanolavorare insieme utilizzando gli stessi strumenti.“La presenza del coordinatore transnazionale docente di storia e geografia nel Collège Sonia Delaunaydi Gouvieux, ha permesso ad un gruppo di alunni e docenti di seguire un corso di telerilevazionesatell<strong>it</strong>are” (IC di Brolo - ME).57