Gli ostacoli e le difficoltàIl progetto europeo non sembra presentare specifiche difficoltà, ma la sua specific<strong>it</strong>à produce un impattonon indifferente sulla routine scolastica, sull'organizzazione delle gerarchie, pur sempre presentinelle scuole, determina una rottura di schemi precost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i nell'organizzazione generale dellascuola e nell'organizzazione didattica. Prima fra tutte è l'apertura della scuola verso l'esterno che,pur rappresentando uno degli elementi portanti della scuola dell'autonomia, stenta ad affermarsiin maniera generalizzata. La realizzazione delle attiv<strong>it</strong>à di progetto non può dunque non presentaredelle difficoltà, far nascere dubbi in quanti si accingono a realizzarlo.I problemi che molti evidenziano nei racconti riguardano la gestione delle risorse materiali, comel'uso ad esempio degli spazi come: laboratori, aule attrezzate, computer e altri strumenti didattici.Un altro punto cr<strong>it</strong>ico è la comunicazione, e dunque il sistema di relazioni interne ed esterne allascuola che si instaurano dal momento che un docente o un gruppo di docenti decide di dar v<strong>it</strong>a adun progetto europeo. In questo caso assumono particolare rilevanza anche le esperienze pregressedella scuola in attiv<strong>it</strong>à progettuali europee.Sarebbe difficile elencare tutte le difficoltà che emergono dai racconti, basterà qui riportare quelleche più frequentemente vengono espresse da chi ha coordinato un progetto <strong>Comenius</strong>. Le difficoltàmaggiori riguardano il coinvolgimento di quanti non lavorano nel progetto, i carichi di lavoro eil non riconoscimento del ruolo del coordinatore, l'insufficienza dei fondi e gli aspetti burocraticinel suo complesso.È decisamente importante per l'atteggiamento che denota, che in molti racconti si esprima, da partedel/la coordinatore/trice o del gruppo di coordinamento, la preoccupazione e anche la delusioneper non essere riusc<strong>it</strong>i a coinvolgere gli “esterni”, sia nel corso delle attiv<strong>it</strong>à sia in termini di utilizzodei risultati e dei prodotti.Nel caso di un progetto di sviluppo, dalla tematica impegnativa come quella della valutazione deiprocessi di insegnamento/apprendimento, l'Ist<strong>it</strong>uto comprensivo di Arce (FR), che ha operato conil liceo scientifico di Sora (FR), ci racconta che le difficoltà maggiori sono venute dalla gestione del60
progetto all'interno dell'ist<strong>it</strong>uto, infatti la referente sottolinea: “la difficoltà ad ab<strong>it</strong>uarsi alla cooperazionediretta fra ist<strong>it</strong>uti su questionari attinenti alla gestione e ai metodi pedagogici, a scambiarsidelle esperienze e delle informazioni, a verificare e mettere in pratica nelle scuole i metodi organizzativie pedagogici rivelatisi più efficaci, a superare le difficoltà che spesso sorgono quando si chiedela collaborazione e il supporto di autor<strong>it</strong>à locali e associazioni formative, a propagare e attuarenello staso ist<strong>it</strong>uto gli strumenti e le indicazioni pedagogiche didattiche del progetto”.Il coinvolgimento dei colleghi è un processo di non semplice attuazione e presentanon poche difficoltà.Il progetto del Circolo didattico di Badia Polesine (RO), appare ben ancorato ai problemi della scuola,perché trae origine dall'analisi del mon<strong>it</strong>oraggio dell'autonomia, ciò che ha spinto gli insegnantia superare i punti di debolezza dell'ist<strong>it</strong>uto come il lavoro di squadra, la pianificazione, la comunicazionefra i docenti, gli accordi collegiali relativi alle decisioni di interesse generale attraversol'avvio di un progetto europeo. Malgrado questa base di partenza e di fronte ad un'evidente rispostaappropriata ai bisogni della scuola, nel racconto si afferma: “È da sottolineare che nonostantela disponibil<strong>it</strong>à di coloro che lavorano attivamente nel progetto non è facile coinvolgere i colleghi.Talvolta le troppe iniziative possono essere interpretate come desiderio di “mostrare” quanto si è ingrado di fare, possono essere fraintese come elementi di disturbo alle lezioni tradizionali, possonoessere considerate come una competizione: in questi casi è indispensabile parlarsi, comunicare,chiedere la collaborazione di tutti e valorizzare ogni idea, ogni intervento…”. Trattandosi di unprocesso, i risultati ci saranno, infatti - continua il racconto - “ogni anno è aumentato il numero dichi si è dichiarato disponibile ad accettare le proposte di lavoro collettivo, sino ad arrivare al totalecoinvolgimento”.Ma non sempre si arriva a questo risultato. Nell'Ist<strong>it</strong>uto comprensivo di Montesorice (SA) avvieneche: “per quanto attiene al nostro ist<strong>it</strong>uto, intendo sottolineare quanto sia difficile ottenere la partecipazionee la collaborazione dei colleghi che non sono direttamente coinvolti nel progetto. Infatti,presi da mille (e sicuramente altrettanto importanti) impegni, essi difficilmente riescono a vedere leattiv<strong>it</strong>à connesse al progetto europeo come parte integrante del curricolo, le considerano presto unonere gravoso che potrà essere ev<strong>it</strong>ato”. A sostegno di questa tesi, la coordinatrice riporta uno stralciodel verbale della Commissione <strong>Comenius</strong> relativo al secondo anno di progetto: “l'insegnante siinterroga su quale strategia adottare per coinvolgere i docenti del plesso di… Nello svolgimentodelle attiv<strong>it</strong>à, essi tendono infatti a considerare il progetto europeo come il progetto delle insegnantidi lingua straniera e delegano queste alla realizzazione degli obiettivi previsti”.D'altra parte, l'insegnante referente ricorda che il principale comp<strong>it</strong>o della Commissione <strong>Comenius</strong>è quello di farsi portavoce di quanto stabil<strong>it</strong>o negli incontri di progetto, di rendere partecipi i colleghidelle decisioni prese e degli obiettivi da raggiungere. Infatti un progetto europeo si basa: “sullacollaborazione e la cooperazione di tutte le risorse, dunque i risultati attesi sono da leggersi comemer<strong>it</strong>o non del singolo docente ma di tutta la comun<strong>it</strong>à scolastica e il prestigio che in tal modo acquista,anche al di fuori delle aule, investe l'ist<strong>it</strong>uzione scolastica nella sua interezza”.Quanto emerge da questo racconto tocca un punto essenziale del modo di intendere un progettoeuropeo: il significato di un inserimento non formale nel piano dell'offerta formativa, che vieneraccomandato a chi si accinge a dare origine ad un progetto. Certamente moltissimi, quasi tutti, dichiaranoche il progetto è inser<strong>it</strong>o nel POF, come peraltro viene richiesto dal formulario, ma questasembra essere una mera dichiarazione di principio. Solo in rarissimi casi emerge dai racconti qualesignificato assuma il progetto europeo in termini di scelte complessive della scuola.61