Rassegna di massime della giurisprudenza in tema di gestione di ...

andava quindi qualificato come rifiuto e doveva essere smaltito, previa autorizzazione, e non invecesparso sui terreni agricoli.* * * * * *Cass. sez. III pen. 11.3.09 (ud. 28.1.09) n. 10711, ric. Pecetti ed altriRifiuti – fanghi provenienti da sfruttamento di cave – esclusione dalla normativa sui rifiuti – fanghiderivanti dalla lavorazione delle materie prime – normativa sui rifiuti – applicazione.(rif. norm.: art. 185 d.lgs. n.152/06)Rifiuti – sottoprodotti – requisiti – sussistenza contestuale – necessità – mancanza anche di uno solodi essi – applicazione della normativa sui rifiuti.(rif. norm.: art. 183 d.lgs. n.152/06)Ai sensi dell’art. 185 lett. d) del d.lgs. n.152/06 sono esclusi dalla disciplina prevista per i rifiuti solo ifanghi che provengono direttamente dallo sfruttamento della cava e nella misura in cui restino entro ilciclo produttivo dell’estrazione e connessa pulitura e non pure quelli derivanti da diversa e successivalavorazione delle materie prime.Ai sensi dell’art. 183 lett. p) del d.lgs. n.152/06 sono sottoprodotti le sostanze ed i materiale dei quali ilproduttore non intende disfarsi che soddisfino contestualmente tutti i requisiti stabiliti dalla norma, attesoche la mancanza anche di uno solo di tali requisiti rende il residuo soggetto alla disciplina sui rifiuti.La giurisprudenza è costante nel restringere la deroga all’applicazione della normativa sui rifiuti solo aifanghi che provengono direttamente dallo sfruttamento della cava (Cass. n.41584/07; Cass. n.42966/05).La qualificazione di un residuo come sottoprodotto è subordinata alla sussistenza di tutte le condizioniindicate dalla norma di cui all’art. 183 lett. p); in particolare la sentenza in commento ha postol’accento sull’esistenza di un’operazione di trasformazione preliminare, in quanto i detriti eranosottoposti alla frantumazione e ad operazioni di epurazione per l’eliminazione del ferro.* * * * * *Cass. sez. III pen. 8.5.09 (ud. 11.3.09) n. 19333, ric. CantatoreRifiuti – miscelazione – definizione – individuazione.(rif. norm.: artt. 6-9-51 d.lgs. n.22/97; artt. 187-256 d.lgs. n.152/06; art. 2 regolamento CE n.1013/06)La definizione di miscela di rifiuti di cui all’art. 2 n. 3 del regolamento CE n.1013/06 può essere applicatain via analogica anche alla normativa generale sui rifiuti e quindi la miscelazione può essere definitacome l’operazione consistente nella mescolanza, volontaria o involontaria, di due o più tipi di rifiutiaventi codici identificativi diversi, in modo da dare origine ad una miscela per la quale non esiste unospecifico codice identificativo.Sono vietate la miscelazione di rifiuti pericolosi appartenenti a categorie diverse e la miscelazione trarifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi. Nella specie un’impresa autorizzata alla messa in sicurezza edemolizione di veicoli fuori uso aveva raccolto e stoccato congiuntamente anche rifiuti di diverso genere,come vasche da bagno, termosifoni, elettrodomestici. Erano state riscontrate anche tracce di olio e dialtri liquidi, per cui è stato configurato il reato integrato dalla miscelazione vietata di rifiuti, in quantoerano stati mescolati rifiuti anche pericolosi aventi codici identificativi diversi.* * * * * *