Rassegna di massime della giurisprudenza in tema di gestione di ...

(rif. norm.: art. 14 L. n.178/02; art. 183 d.lgs. n.152/06)In tanto è ravvisabile un sottoprodotto, come tale sottratto alla disciplina in tema di rifiuti, in quanto ilriutilizzo di un bene, di un materiale o di una materia prima sia non solo eventuale, ma certo, senza previatrasformazione. Tale non è il caso degli sfridi di poliuterano espanso, ottenuti dalla sagomatura di pezzilavorati nell’industria dell’arredamento, che risultino ceduti non ad un soggetto abilitato all’utilizzo inproprio del materiale ma ad un intermediario; la certezza dell’utilizzazione deve risultare da puntualiverifiche e da attestazioni dei soggetti interessati alla cessione e al riutilizzo.Muovendo dalle affermazioni della Corte di Giustizia circa la specificazione della nozione di rifiuto (v.sez.II, 11.11.04, C-457/02) la Cassazione ha puntualizzato l’esigenza della tracciabilità assoluta delmateriale ed ha delineato un onere della prova dell’effettiva riutilizzazione senza trasformazioni in capoa colui che deduca la configurabilità della nozione di sottoprodotto piuttosto che di quella di rifiuto.* * * * * *Cass., sez. III pen., 23.4.10 (ud. 3.3.10) n. 15680, AbbatinoOnere della prova della sussistenza del deposito temporaneo(rif. norm.: artt.6-50-51 d.lgs. n.22/97; artt. 183-255-256 d.lgs. n.152/06)L’onere della prova in ordine alla sussistenza delle condizioni fissate dalla legge per la liceità deldeposito temporaneo grava sul produttore dei rifiuti, in considerazione della natura eccezionale ederogatoria del deposito temporaneo rispetto alla disciplina ordinaria.Nella specie non ricorrevano le condizioni per configurare un deposito temporaneo, posto che non erastato osservato il divieto di miscelazione e che non tutti i rifiuti raccolti (materiali provenienti dademolizioni, rottami ferrosi e plastica) provenivano dagli scavi in loco. E’stato pertanto configurato undeposito incontrollato di rifiuti, sanzionato penalmente.* * * * * *Cass., sez. III pen. 20.4.10 (ud. 11.2.10) n. 15105, Broccher ed altroOnere del terzo proprietario del veicolo utilizzato per il trasporto non autorizzato di rifiuti(rif. norm.: art. 259 d.lgs. n.152/06; art. 240 cod. pen.)Il terzo proprietario del veicolo utilizzato per il trasporto non autorizzato di rifiuti, al fine di evitare laconfisca obbligatoria del mezzo, prevista per il reato di traffico illecito di rifiuti, ha l’onere di provare lasua buona fede, e cioè che l’uso illecito del mezzo non gli era noto e che non è collegabile ad un suocomportamento negligente.La sentenza ribadisce l’assunto per cui la confisca del veicolo utilizzato per il trasporto illecito dei rifiutinon si giustifica per la pericolosità intrinseca della cosa, ma per la funzione general-preventiva edissuasiva attribuitale dal legislatore (così Cass. 11.3.09, n.10710). Ne consegue che il veicolo non varestituito neppure se successivamente alla commissione del reato è stata conseguita l’autorizzazione altrasporto ed il terzo proprietario per ottenere la restituzione del veicolo ha l’onere di provare di essereestraneo al reato e di non aver posto in essere neppure una condotta negligente (così Cass.12.12.08n.46012; Cass. 30.1.08 n.4746).