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Hiram_Web_n2_2016

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60 - Hiram n.2/2016<br />

grandeoriente.it<br />

e contenuti reconditi 4 . In quest’ambito i Tarocchi sarebbero una<br />

fonte preziosa di conoscenza iniziatica, una sorta di archivio di<br />

informazioni creato per conservare culture e culti sapienziali<br />

altrimenti dimenticati. E così, i Tarocchi – ispirati ai libri sacri<br />

dei popoli antichi – sarebbero la sintesi massima dei principi<br />

di una vastissima tradizione esoterica: chiave concreta di conoscenza<br />

che dal simbolo riconduce all’ombra dell’Idea sovrastante.<br />

Le carte innanzitutto fotografano un’immagine fatta di forme<br />

e colori, che esprime una comunicazione diretta; poi evocano<br />

un messaggio sottostante fatto di pensieri ed emozioni; ed infine<br />

ne sintetizzano la portata simbolica – e lapidaria – attraverso<br />

un nome e un numero (o la loro assenza).<br />

Parliamo di strutture pure, linee strutturali aprioriche (archetipi)<br />

che improntano gli Arcani così come le mitologie Egizie e<br />

Greche e le cosmogonie tradizionali e, in definitiva, il vissuto,<br />

la personalità e lo stato coscienziale del singolo lettore.<br />

E così, il bimbo al seno materno, l’amore per la Mestra, la prima<br />

Passione, un progetto di vita che va a buon fine: non sono forse<br />

tutti espressione dell’Archetipo della Grande Madre rappresentato<br />

nella plastica fotografia di Papessa & Imperatrice?<br />

Per quanto riguarda la simbologia del numero; da un lato, gli<br />

Arcani Minori gravitano sulla simbologia del 4 (4 elementi, 4<br />

segni cardinali, …) con una convergenza su quella del 10 (14<br />

carte: 10 numerate e 4 di gcorte). È interessante che la somma<br />

teosofica di 4 dia 10: è come se il 4 contenga in sé l’intera decina.<br />

E visto che la riduzione teosofica del 10 dà 1, possiamo<br />

asserire che entrambi i numeri costituiscono lo sviluppo dell’Unità,<br />

in tutte le sue Rappresentazioni.<br />

Dall’altro lato, gli Arcani Maggiori si incardinano simbolicamente<br />

sul binomio del 3 e del 7 (21 carte numerate + il<br />

Matto). Per i Pitagorici 3 e 7 sono i numeri deputati a rappresentare<br />

la manifestazione del divino nell’umano. Con caratteristiche<br />

diverse fungono da ponte tra l’archetipico e l’empirico,<br />

fra l’assoluto e il contingente. Secondo alcune scuole, parliamo,<br />

in buona sostanza, del percorso di realizzazione del Sé attraverso<br />

l’esperienza dell’Io, della ricomposizione armonica della<br />

4<br />

In particolare: O. Wirth, Tarocchi, Edizioni Mediterranee (Collana<br />

Pentagramma), Roma 1992. Cfr. anche E. Levi, Il Dogma e il rituale<br />

dell’alta magia, Atanòr, Città di Castello 1921. Accessibile su:<br />

http://www.sca.org.br/uploads/news/id184/Dogma-e-Ritual-da-Alta-<br />

Magia.pdf (Ultimo accesso 21/03/2016). A. Court de Gebelin, Monde<br />

primitif, analysé et comparé avec le monde moderne, Adamant Media<br />

Corporation,Chestnut Hill, MA 02467 USA 2001<br />

molteplicità nell’Unità.<br />

Dato questo contesto simbolico-analogico, sembra tacita la<br />

convergenza sul fatto che la funzione principale dei Tarocchi<br />

sia quella di esporre per immagini un sapere sintetico ed enciclopedico<br />

al tempo stesso, grazie alla loro immediata comunicazione<br />

visiva e ad un marcato potere didascalico capace,<br />

nella sua semplicità, di offrire stimoli immediati alla creatività<br />

personale.<br />

Come in un libro, da sempre le carte invitano ad essere lette:<br />

la lettura più antica è quella filosofica, la lettura più frequente<br />

è quella divinatoria, la più misteriosa è quella esoterica, la più<br />

recente è quella psicologica.<br />

Il gioco e il libro<br />

Nel suo Monde Primitif, Court de Gébelin dichiarava che il libro<br />

sapienziale Egizio esiste, è sotto le mani di tutti, nessuno vi<br />

presta attenzione e nessuno lo riconosce per quello che è: è il<br />

“Mutus Liber del Gioco dei Tarocchi” 5 .<br />

La simbologia dei Tarocchi è arrivata sino a noi grazie all’utilizzo<br />

che se ne è fatto per secoli come gioco di carte: e del resto, i<br />

Tarocchi non sono solo la fotografia “statica” di Principi Primi,<br />

ma anche la “rappresentazione” delle loro indefinite combinazioni<br />

che determinano poi, in ultima istanza, gli aspetti concreti<br />

e tangibili della Manifestazione.<br />

Nella struttura stessa del gioco, nella combinazione di abilità<br />

e caso, di fattori consci ed inconsci si rispecchia la struttura<br />

stessa dell’esistenza, dove abbiamo libertà di movimento – è<br />

vero – ma al contempo non possiamo sottrarci dal partecipare<br />

al Gioco stesso: compulsivo e necessitato… come l’Universo…<br />

Le carte si rimescolano, si distribuiscono a caso e si affidano al<br />

lettore: in quanto archetipi elementari di natura assolutamente<br />

generale, le carte (come le lettere Ebraiche per il Cabalista) si<br />

combinano tra loro in permutazioni innumerevoli, si uniscono<br />

in immagini e nomi e si intrecciano per formare l’intero libro<br />

della Manifestazione.<br />

E pertanto, sulla via degli Arcani, l’idea di libro e di universo<br />

entrano in sinergia reciproca, riecheggiando sia l’affermazione<br />

di Ibn Arabi, secondo il quale l’universo è un immenso libro,<br />

sia quella di Fulcanelli quando dice che: «Tale è il Gran Libro<br />

della Natura, che racchiude, nelle sue pagine, la rivelazione<br />

5<br />

1781, volume VIII [che significa questa citazione? SE si riferisce al<br />

testo prima citato basta mettere: Court de Gebelim, op. cit., vol. VIII]

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