STADIO DELLA ROMA – TOR DI VALLE Generale Relazione Descrittiva

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EURNOVA srl – Stadio TDV SpA Stadio della Roma- Tor di Valle prosecuzione a sud attraverso le sponde del Fosso di Vallerano fino alla Riserva Naturale del Laurentino – Acqua acetosa in direzione sud-est. Gli alberi che ricadono all’interno dell’area parco fluviale ovest saranno mantenuti a dimora rispettando la tutela della vegetazione presente, compatibilmente con gli interventi infrastrutturali previsti. Sarà inoltre condotta una pulizia delle aree con decespugliamento della vegetazione infestante su tutte le superfici, ponendo altresì attenzione alla tutela assoluta della vegetazione palustre caratterizzata da idrofite, alofite ed emicriptofite, qualora dovessero eventualmente essere presenti in loco anche in ambiti limitati e ristretti. La proposta di sistemazione del parco è di elevata qualità e coerente con le caratteristiche della zona golenale; in particolare è linea con le norme di attuazione delle Linee Guida per l’assetto delle aree golenali del Tevere dettate dal Piano di Bacino del Fiume Tevere (rif. Linee e schemi guida per la realizzazione e gestione della vegetazione ripariale) e con le indicazioni che emergono dalla Relazione vegetazionale (Documento ai sensi della D.G.R. 18/5/99 n° 2649) del PRG di Roma Capitale, con riferimento specifico al “Complesso catenale delle serie dei boschi igrofili ripariali e delle serie dei boschi planiziali dei fondovalle alluvionali”. Nelle aree del parco fluviale ovest, le principali tipologie d’impianto vegetale previste sono la formazione di boschetti golenali (arborei e arboreo-arbustivi) lungo la fascia che segue l’argine, e filari plurispecifici lungo i percorsi a margine degli appezzamenti agricoli, oltre a alberature isolate che punteggiano l’intervento. Le opere a verde sono poi completate dai tappeti erbosi sulle colline dell’anfiteatro naturale a nord, e dalla fascia arboreo arbustiva di mitigazione lungo il margine della viabilità interna di distribuzione attorno al parcheggio P3 a sud. Gli alberi isolati che punteggiano il paesaggio di questo parco fluviale di memoria agricola sono roverelle (Quercus pubescens), specie caducifoglia autoctona rustica e molto resistente. La matrice arborea dei boschetti golenali è costituita da salici, pioppi bianchi, ontani, olmi (Salix alba, Populus alba, Alnus glutinosa, Ulmus minor) a cui si aggiungono frassini e carpini bianchi (Fraxinus oxycarpa e Carpinus betulus). Questi boschetti con sesto di impianto di 3 x 2 m prevedono la messa a dimora di alberi sviluppati per il 20% del totale, mentre per il restante 80% saranno piantumati alberi forestali in modo da garantire una componente significativa di alberature a pronto effetto, mentre le alberature forestali aventi elevata capacità di attecchimento si svilupperanno nel tempo integrandosi nell’ambiente golenale. I boschetti a sola componente arborea sono localizzati nella curva dell’ansa, a nord del parco in prossimità dell’anfiteatro naturale, dove l’assenza di un piano arbustivo consente maggiore visibilità attraverso l’area. I boschetti golenali stratificati integrano la stessa componente arborea (Populus alba, Fraxinus oxycarpa, Ulmus minor, Salix alba, Alnus glutinosa, Carpinus betulus) con macchie arbustive di Salix elegans, Salix purpurea, Salix caprea, Cornus sanguinea, Rhamnus frangula. Gli arbusti sono piantumati in gruppi da 20 arbusti con densità di una pianta al mq (= 20 mq) sulla metà della superficie interessata. I boschetti stratificati si localizzano in particolare lungo il margine ovest che corre parallelo alla ciclabile, e lungo il margine est a confine con l’ambito V1, contribuendo qui ad offrire una maggiore mitigazione visiva. Entrando nel cuore del parco troviamo lunghi filari plurispecifici che, di fatto, caratterizzano tutti i percorsi dell’area ovest da realizzarsi con Contributo Costo di Costruzione. Questi sono denominati “campestri” perché realizzati con specie arboree autoctone che sono caratteristiche delle zone agricole e tipicamente in uso nella realizzazione di filari tra campi agricoli, e distinti in due tipologie che affiancano rispettivamente i percorsi principali e quelli secondari. I filari campestri lungo i percorsi principali sono composti di Ulmus minor, Acer platanoides, Populus nigra mentre quelli lungo i percorsi secondari, che si presentano come filari discontinui, sono composti di Acer campestre, Sorbus domestica, Pyrus communis, Morus alba, Prunus avium e Ziziphus sativa, piccoli alberi per lo più da frutto (pero, sorbo, giuggiolo, ciliegio, pero, gelso) inseriti nel paesaggio agricolo dell’ansa del Tevere. Entrambi i tipi di filare sono rafforzati nella loro funzione ecologica dalla presenza di una fascia di prato fiorito al piede delle alberature, che si sviluppa con essenze ricche di polline e nettare su entrambi i lati dei percorsi per un’ampiezza di sei metri, incentivando la presenza degli insetti impollinatori e degli insetti antagonisti, con effetti positivi anche sulla produttività delle colture agricole. Tali fasce impollinatrice sono delimitatale a loro volta da una fascia di arbusti della larghezza di un metro, a protezione e separazione rispetto agli appezzamenti agricoli. Il mix di arbusti prevede un sesto di 1pianta a ml, con la presenza di Crataegus oxyacantha, Rosa canina, Prunus spinosa, Rhamnus alaternus e in fine di Ligustrum vulgare per forniare una matrice sempre verde alle siepi. L’ultima propaggine a sud del PFL01 corrisponde all’innesto del sistema verde dell’ansa del Tevere con i parcheggi pubblici a raso. Una consistente fascia arboreo arbustiva di mitigazione si sviluppa all’esterno della viabilità di distribuzione ai parcheggi, in forma di filari sfrangiati su sesto di impianto 5x5 m. Le specie arboree caratterizzanti quest’opera di mitigazione sono ancora una volta specie autoctone, selezionate in questo caso per ottenere un effetto di maggiore schermatura visiva dall’esterno grazie alla dimensione varia delle chiome e ai diversi piani vegetali arbustivi e arborei. Le specie arboree utilizzate sono Quercus pubescens, Quercus cerris, Populus nigra, Ulmus minor, Acer campestre, Acer monospessolanum, Punus avium, Sorbus domestica. L’effetto complessivo è di grande varietà, arricchito inoltre dalle fioriture e dai frutti colorati del sorbo e del ciliegio selvatico. La componente arbustiva di questa fascia di mitigazione è costituita da Corylus avellana, Spartium junceum, Crataegus oxycarpa, Rosa canina, Prunus spinosa, Rhamnus alaternus, Ligustrum vulgare, Paliurus spina-christi distribuiti sul 50% delle superfici interessate. Questo sistema di mitigazione vegetale si ripete analogamente nell’adiacente area del parco fluviale ovest (PFL1) confermando l’unitarietà di lettura data al progetto del verde attraverso tutti i comparti urbanistici. Pavimentazioni I sistemi di pavimentazione presenti nel parco sono molto semplici e definiti principalmente dalla presenza dei lunghi percorsi pedonali che attraversano le aree a verde, permeando con una rete di strade pedonali e sentieri le superfici in modo da collegare agevolmente tutte le funzioni insiediate. La scelta dei materiali è orientata al loro migliore inserimento nel paesaggio e improntata alla completa permeabilità delle superfici. Tutti i percorsi pedonali lungo la fascia fluviale sono realizzati in calcestre (misto granulometrico stabilizzato di cava), materiale adatto all’inserimento in aree a valenza naturalistica e permeabile, realizzato con cordoli di contenimento in legno. Dallo sbarco della passerella pedonale che dalla stazione Magliana attraversa il Tevere, il lungo percorso principale che attraversa tutto l’ambito di trasformazione fino all’estremità opposta arrivando alla passerella di collegamento con la stazione Tor di Valle è realizzato interamente in calcestruzzo drenante colorato, che permette alle acque superficiali di penetrare subito attraverso gli strati superiori disperdendosi nel terreno. La stratigrafia di questo percorso, che interseca l’area in oggetto solo per brevi tratti, non prevede l’uso di alcun massetto in cls. Arredi Gli elementi di arredo urbano presenti nel parco fluviale ovest sono in totale continuità con l’adiacente comparto del parco fluviale est (V1) confermando le stesse scelte in termini di tipologia di arredo e materiali utilizzati. In particolare lungo il percorso principale di collegamento in direzione nord/sud che attraversa l’intera area sono distribuiti sedute e cestini, mentre nello slargo all’incrocio dei due percorsi più a nord si concentrano sotto le alberature ombreggianti un gruppo di panche con cestino portarifiuti, rastrelliera porta bici e una fontanella. Gli arredi sono improntati a grande semplicità, rusticità e durabilità, infatti le sedute sono realizzate con strutture in acciaio fissate a terra e listelli in legno accostati. Anche gli arredi complementari sono caratterizzati da geometrie semplici e materiali resistenti: i cestini portarifiuti sono della tipologia rivestita in legno, mentre dove presenti le fontanelle sono a colonna in ghisa. Lungo la fascia lungo fiume sono inoltre collocate numerose rastrelliere porta bici, per un interscambio comodo tra la percorrenza veloce della ciclabile esistente che corre lungo l’argine e queste aree di sosta e di relax. Le rastrelliere sono del modello “Verona”, studiato per legare comodamente il mezzo e assicurare contemporaneamente ruota e telaio per maggiore efficacia antifurto. Impianti Le opere a verde del comparto Parco fluviale ovest non sono dotate di sistemi di irrigazione automatica. L’area, a prevalente carattere naturalistico, è progettata con specie autoctone quindi adatte al clima romano e in grado di svilupparsi anche senza un sistema automatico di irrigazione. Per facilitare la raccolta delle acque piovane o di eventuali innaffiature di soccorso con autobotte, le alberature sviluppate sono dotate di conca per l’irrigazione (una piccola modellazione del terreno alla base dell’albero) che raccoglie e indirizza l’acqua verso le radici limitandone la dispersione. I drenaggi superficiali delle acque sono assenti poiché le pavimentazioni sono totalmente drenanti, oltre che assai limitate in estensione. Tutte le pavimentazioni drenanti sono realizzate con opportuna pendenza trasversale per meglio disperdere le acque meteoriche nel terreno. È stata prevista all’interno del Parco Fluviale Ovest, in prossimità del Training Centre/Roma Village, una superfice per eliporto occasionale. Tale area è pianeggiante e risulta priva di ostacoli per un raggio di 50 metri. Sono inoltre presenti in questa area Impianti tecnologici (cabina primaria e idrovora Pag. 50/82
EURNOVA srl – Stadio TDV SpA Stadio della Roma- Tor di Valle 15.2. Intervento di via Dasti Tenuto conto del quadro esigenziale dell’intervento, il tema in questione è stato affrontato studiando inizialmente due ipotesi a livello di Studio di Fattibilità, illustrate nell’immagine successiva, discutendole anche con i tecnici del Comune ed, in particolare con il Presidente del Municipio Roma XII (ex XV) e i suoi tecnici. Nell’ipotesi 1 Via della Magliana viene deviata in rilevato con una leggero spostamento dell'asse verso l'esterno favorito dalla morfologia del terreno che presenta un alto fronte di scavo in corrispondenza della massima altezza dei rilevati di approccio della galleria artificiale di sovrappasso della linea Ferroviaria. Nell’Ipotesi 2 Via della Magliana viene deviata in scavo con abbassamento dell’attuale quota stradale di circa 2,00m per raggiungere la quota minima necessaria per realizzare il sottovia spinto che presenti un franco stradale minimo di 5.00m, come richiesto dalla normativa stradale vigente. I vantaggi derivanti dalla soluzione in sovrappasso (Ipotesi 1), per la quale è stato predisposto il Progetto Definitivo, sono i seguenti: • Lo spostamento di Via della Magliana verso l'esterno è favorito dalla morfologia del terreno che presenta un alto fronte di scavo in corrispondenza del sovrappasso mitigandone gli effetti visivi e ambientali. • L'approccio all'opera in rilevato (e muri in T.A.) evita interferenze con i sottoservizi presenti sotto il sedime di via della Magliana attuale. • La soluzione in sovrappasso azzera l'interferenza con il fosso affluente del Tevere che invece mette in discussione la fattibilità della soluzione in sottovia. La soluzione in sottovia (Ipotesi 2), che verrebbe realizzato a spinta a monte dell’opera attuale che, a sua volta, diverrebbe un passaggio pedonale, presenta i seguenti vantaggi: • Un costo probabilmente inferiore alla soluzione in sovrappasso, comunque da valutare approfondendo il livello progettuale. Premesso che la ferrovia presenta quota 13.90m, che il sottovia attuale presenta quota 8.90m e che, per garantire il franco minimo necessario da normativa di 5.00m, è necessario prevedere una quota stradale di 6.90m ed un approfondimento dello scavo, che tenga conto della soletta e della slitta di spinta, di almeno altri 1.50m, gli svantaggi sono i seguenti: • interferenze con i sottoservizi presenti nel sedime di via della Magliana attuale. Nell’immagine seguente sono rappresentati solo alcuni dei sottoservizi presenti nello spazio ristretto di fronte al sottovia attuale. comunque rappresenterebbe un punto di accumulo per le acque di versante delle aree di monte. Il Progetto del Sovrappasso Planimetria generale dell'intervento con evidenziata l'area della Tenuta dei Massimi Criticità nella gestione delle piene del fosso affluente del Tevere che presenta una quota di imbocco a monte dell’opera esistente pari a circa 6,00m. Data la morfologia dell’area, in caso di piena, l’acqua si riverserebbe verso il nuovo sottovia rendendo necessaria la predisposizione di pompe di smaltimento che necessitano di manutenzione per avere certezza del loro funzionamento e garantire la sicurezza dell’infrastruttura di progetto. • Sarebbe inoltre necessario conoscere l’attuale smaltimento delle acque di piattaforma e versante per poter valutare la fattibilità della soluzione in sottovia che : L’intervento si compone delle seguenti parti di opera: • Deviazione definitiva dell’attuale sede di Via della Magliana • Rotatoria di collegamento con Via Dasti • Galleria artificiale di scavalco della Linea Ferroviaria • Viadotto di discesa sino alla Rotatoria di collegamento con Via Moroselli Nell’immagine sopra riportata è stato riportata l’area della Tenuta dei Massimi. L’intervento non interferisce con l’area della Tenuta. Dal punto di vista stradale sono stati previsti 3 assi principali di tracciamenti: • Asse 0 – Deviazione Via della Magliana lato GRA • Asse 1 – Deviazione Via della Magliana lato Roma Centro • Asse 3 – Via Dasti Pag. 51/82
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