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Economy Luglio 2017

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COMUNICARE L’IMPRESA<br />

Pubblicità<br />

comparativa,<br />

attenzione<br />

al boomerang<br />

Boom delle campagne centrate<br />

sul confronto tra prodotti<br />

concorrenti, giocate sui test<br />

prestazionali e sugli esami di<br />

laboratorio: ma a volte nuocciono<br />

di Federico Unnia<br />

Le norme che regolano la comunicazione<br />

commerciale non tengono il passo<br />

dello sviluppo tecnologico. Sarà l’effetto<br />

della crisi, della contrazione dei consumi,<br />

fatto è che mai come in questi ultimi anni si<br />

è assistito a campagne pubblicitarie centrate<br />

sul confronto tra prodotti concorrenti, o prodotti<br />

di precedente generazione, giocate sul<br />

filo di lana di test prestazionali ed esami di<br />

laboratorio di parte.<br />

Che sta succedendo<br />

alla comunicazione<br />

comparativa? La corsa<br />

alla rivendicazione del<br />

plus tecnologico è da anni il terreno di battaglia<br />

della comunicazione pubblicitaria in numerosi<br />

settori merceologici. Nel mercato dei<br />

cosmetici, ad esempio, il Giurì di autodisciplina<br />

della pubblicità (organismo di autocontrollo<br />

della correttezza dei messaggi sostenuto<br />

da agenzie, mezzi e imprese che investono in<br />

pubblicità, ndr) ha condannato un messaggio<br />

pubblicitario relativo a creme solari che<br />

IL GIURÌ HA CONDANNATO UN MESSAGGIO<br />

RELATIVO A CREME SOLARI CHE<br />

PROMETTEVA «PER LA PRIMA VOLTA UNA<br />

PROTEZIONE ALTA E GLOBALE»<br />

prometteva «per la prima volta» una «protezione<br />

molto alta» e «globale contro talune<br />

emissioni solari». Il Giurì, in particolare, ha<br />

ritenuto fuorviante per il consumatore tanto<br />

il riferimento ad una protezione nei confronti<br />

delle radiazioni infrarosse, contrastante con<br />

le evidenze scientifiche che ad oggi escludono<br />

la possibilità di misurarla, quanto l’uso del<br />

termine «globale», facilmente fraintendibile<br />

come sinonimo di «totale». Altro filone, seppur<br />

più datato, è quello dell’automotive, con<br />

particolare riguardo al tentativo delle case<br />

automobilistiche di accreditarsi per prime<br />

l’innovazione tecnologica legata all’adozione<br />

di motori ad impatto ambientale sempre più<br />

limitato e in linea con gli standard comunitari<br />

di ultima generazione.<br />

«La tecnologia e la sua continua evoluzione<br />

in termini prestazionali contengono già in<br />

nuce elementi suggestivi. La comunicazione,<br />

in questo caso, deve<br />

fare allo stesso tempo<br />

un passo indietro, non<br />

agendo come una forza<br />

esterna al plus tecnologico,<br />

e un passo in avanti diventando essa<br />

stessa prova di un plus tecnologico. Prestazione,<br />

suggestione, fascinazione, integrazione tra<br />

contenuto di comunicazione e media di comunicazione:<br />

è cosi che il cerchio dell’influenza e<br />

della persuasione tende a completarsi» spiega<br />

Pino Rozzi, Presidente and Ceo Gray United,<br />

tra le più dinamiche agenzie pubblicitarie<br />

italiane. Che aggiunge come «sia finito il<br />

tempo della comunicazione istintiva, quello<br />

dove i professionisti si facevano guidare dalla<br />

sensazione. Oggi anche in comunicazione, l’informazione<br />

è potere: la ricerca quantitativa e<br />

qualitativa, Google, l’estrema accessibilità ai<br />

dati creano i giusti presupposti per l’efficacia<br />

di qualsiasi azione di comunicazione. La<br />

creatività però nasce dalla ricerca ma non può<br />

fermarsi ed esaurirsi in essa: la creatività non<br />

sarà mai il risultato di una formula algebrica,<br />

la creatività pura è fatta per uscire dagli standard.<br />

Questo accade se chi lavora in comunicazione<br />

legge, metabolizza, introietta l’informazione<br />

conferendogli un’interpretazione<br />

inedita e rilevante».<br />

Già, i progressi della tecnologia toccano da<br />

vicino non solo l’utilizzo in se dei beni e servizi<br />

offerti, ma anche la sostenibilità del prodotto.<br />

«Noi investiamo ogni anno in sviluppo<br />

di nuove tecnologie e nuove formule per<br />

rendere i nostri prodotti più performanti, più<br />

sostenibili, più accattivanti per i bisogni e le<br />

necessità dei consumatori. Nel momento in<br />

cui dobbiamo comunicare queste peculiarità<br />

che ci contraddistinguano dagli altri – o anche<br />

solo da noi stessi di prima – tutti i claim proposti<br />

dal marketing che cercano di enfatizzare<br />

l’aspetto suggestivo vengono filtrati e mitigati<br />

dall’analisi tecnica, ed in ultima istanza legale,<br />

che quindi li riconduce a parametri misurabili<br />

di prestazione. Le due anime sono pertanto<br />

presenti, rispettivamente rinforzate e corrette<br />

l’una dall’altra, nella comunicazione del plus<br />

tecnologico raggiunto». spiega Cristian Tes-<br />

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