LeStrade n. 1560 settembre 2020
AUTOSTRADE Genova, alla scoperta delle aziende del Ponte GALLERIE La messa in sicurezza delle infrastrutture Anas ROAD SAFETY Primo evento in presenza nell’epoca Covid-19
AUTOSTRADE
Genova, alla scoperta delle aziende del Ponte
GALLERIE
La messa in sicurezza delle infrastrutture Anas
ROAD SAFETY
Primo evento in presenza nell’epoca Covid-19
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tendere la gestione estesa dal singolo a quegli elementi<br />
della rete che assicurano l’interconnessione con altri<br />
itinerari viari che completano il sistema al servizio della<br />
regione attraversata, nella salvaguardia e nella valorizzazione<br />
del territorio interessato.<br />
Pertanto, appare opportuno che il suddetto progetto di<br />
fattibilità derivi da uno studio che consideri la rete infrastrutturale,<br />
della quale il corridoio è parte, anche in<br />
una prospettiva di intermodalità: esso e le connessioni<br />
al territorio, fondamentali, tanto quanto il corridoio<br />
principale, per rimuovere le condizioni di carente accessibilità.<br />
Lo studio di fattibilità deve prioritariamente individuare<br />
le caratteristiche geometriche e di progetto<br />
dell’itinerario principale e di quelli di raccordo, deve localizzare<br />
le intersezioni e gli interscambi e sceglierne il<br />
tipo. La rete suddetta deve essere intesa come un unicum,<br />
sia pure differenziato nelle posizioni gerarchiche,<br />
nelle funzioni e quindi nei differenti tipi di infrastruttura.<br />
Tutte le ipotesi alternative individuate costituite da un<br />
corridoio principale, dai rami di connessione con altri, e<br />
dagli archi di supporto, al servizio di un dato territorio,<br />
vanno confrontate, valutando per ognuna di esse i differenti<br />
obiettivi considerati e il loro grado di realizzazione.<br />
All’interno della rete così definita devono essere stimate<br />
le differenti priorità dei rami principali e secondari che<br />
la costituiscono, già quando una prima fase di intervento<br />
sia di manutenzione straordinaria. Pertanto, il concetto<br />
di degrado e quindi gli interventi di recupero, di adeguamento<br />
e di potenziamento, vanno riferiti, preliminarmente,<br />
al contesto territoriale ed alla rete dei servizi, così da<br />
assicurare condizioni infrastrutturali finalizzate al recupero<br />
socio-economico di territori attualmente penalizzati, e<br />
perciò marginali. Di conseguenza, un aspetto che può essere<br />
attentamente considerato è se il processo, per fasi<br />
successive di gestione di una rete viaria, non possa essere<br />
esteso ad un contesto territoriale considerando la manutenzione,<br />
straordinaria in particolare, e l’adeguamento,<br />
come fasi distinte e tuttavia interconnesse nel recupero/riqualificazione<br />
del territorio interessato, per esempio,<br />
da criticità ambientali. Occorre tuttavia evidenziare che il<br />
corridoio in esame, pensato parte di una rete viaria di valenza<br />
territoriale, più che trasportistica, attraversa contesti<br />
di differente criticità, e quindi con differenti ordini di<br />
priorità degli interventi di sistemazione necessari. Esso<br />
può essere suddiviso in lotti funzionali di differente priorità,<br />
considerando:<br />
• L’importanza/necessità nell’ambito del sistema dei trasporti,<br />
perché, ad esempio, sia maggiormente correlato<br />
con la rete viaria secondaria e/o con centri di servizio di<br />
livello regionale e/o con nodi di trasporto;<br />
• Il servizio al territorio, perché, ad esempio, dia un miglior<br />
supporto a esistenti o potenziali sistemi urbani minori;<br />
• Il miglioramento delle condizioni di sicurezza della circolazione,<br />
adeguando le intersezioni stradali.<br />
Se la stima delle priorità viene eseguita anche considerando<br />
le criticità ambientali, i criteri di scelta possono divenire<br />
i seguenti:<br />
• Viene individuata una scala di priorità complessiva, incrociando<br />
quella dei lotti stradali con quella dei contesti<br />
attraversati;<br />
• Viene considerata solo una scala di priorità tra i differenti<br />
lotti funzionali, che determina di riflesso l’ordine di priorità<br />
nella soluzione delle criticità ambientali.<br />
Un ulteriore elemento di riflessione può essere dato dall’esistenza<br />
di un contesto talmente critico da suggerire il<br />
“non intervento”: il corridoio non lo deve attraversare,<br />
4<br />
deve essere cambiato il tracciato; tuttalpiù sono ammissibili<br />
interventi di manutenzione del patrimonio esistente,<br />
tali da non aggravare/esasperare le criticità ambientali.<br />
In tal caso la decisione può essere quella di far rientrare la<br />
sistemazione manutentiva dell’esistente nell’ordine di priorità<br />
dei lotti funzionali di altri itinerari che ne richiedono<br />
l’adeguamento delle prestazioni. La soluzione può venire<br />
dal criterio di stimare la priorità del singolo tratto dell’itinerario<br />
non considerando solo quest’ultimo, bensì la rete<br />
viaria che rapporta allo stesso itinerario una regione per<br />
la quale devono essere migliorate le condizioni di accessibilità,<br />
pregiudicate, per esempio, da situazioni di dissesto<br />
idrogeologico: la priorità va quindi ritrovata nel superamento<br />
organizzato delle criticità ambientali.<br />
Unitarietà della disciplina<br />
e linguaggio comune<br />
Per quanto detto più sopra, per vincere la sfida della<br />
sostenibilità ambientale nella conservazione del patrimonio<br />
stradale, l’ingegnere deve ritrovare - specie nel<br />
settore civile-ambientale - l’unitarietà della disciplina,<br />
dispersa in mille rivoli specialistici e riduzionisti che han-<br />
© leStrade<br />
4, 5. Mobilità ciclabile inserita<br />
in contesto di hinterland urbano<br />
(recente progetto di adeguamento<br />
green nel Milanese)<br />
IL FUTURO DELLA SICUREZZA STRADALE<br />
VISIBILITÀ<br />
ILLUMINAZIONE INNOVATIVA DELLA STRADA<br />
5<br />
no fatto perdere di vista l’essenza sistemica della “progettazione<br />
stradale”, e la necessità di integrare le conoscenze<br />
specialistiche quando si affronta il problema<br />
dell’intervento sull’infrastruttura. È necessario recuperare<br />
quel “linguaggio comune” che, lungi dal trasformare<br />
ogni nuovo ingegnere in uno specialista stradale, consenta<br />
a quest’ultimo - inteso come figura responsabile<br />
dell’“integrazione” dei saperi necessari - di interloquire<br />
adeguatamente nel gruppo di progettazione pluridisciplinare<br />
e interdisciplinare, coordinandone le attività<br />
e riportando a sintesi le differenti impostazioni. nn<br />
La strada è illuminata in modo rivoluzionario, delineandola perfettamente dalla banchina<br />
a metà della corsia con un fascio luminoso molto potente, che si attenua verso il centro<br />
della carreggiata. Trattasi di illuminazione longitudinale a intensità regolabile anche da<br />
remoto, nel rispetto delle normative vigenti.<br />
L’Opinione tecnica<br />
© leStrade<br />
Bibliografia<br />
[1] A.Annunziata, F.Annunziata, F.Boggio, M.Coghe,<br />
A.De Lorenzo, M.Pasetto, E.Pasquini, F.Pilia, “Il patrimonio<br />
infrastrutturale esistente. Metodi e strategie per<br />
la gestione” - Collana “Metodi del Territorio” - Direttore,<br />
Giovanni Maciocco. Franco Angeli Srl Editore - Milano,<br />
2018 - pagg. 9-266. ISBN 978-88-917-7945-8.<br />
8-9/<strong>2020</strong> 12/2015 leStrade<br />
www.guardled.it