LeStrade n. 1560 settembre 2020
AUTOSTRADE Genova, alla scoperta delle aziende del Ponte GALLERIE La messa in sicurezza delle infrastrutture Anas ROAD SAFETY Primo evento in presenza nell’epoca Covid-19
AUTOSTRADE
Genova, alla scoperta delle aziende del Ponte
GALLERIE
La messa in sicurezza delle infrastrutture Anas
ROAD SAFETY
Primo evento in presenza nell’epoca Covid-19
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41 LS<br />
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gni bellici, un’operazione necessaria prima della costruzione<br />
di ogni di infrastruttura, senza dimenticare non un'azienda,<br />
in questo caso, ma un'alta istituzione scientifica come il<br />
Politecnico di Milano, dove sono state realizzate le prove<br />
nella galleria del vento sul plastico del ponte. Altre aziende in<br />
ordine sparso: Edilcave Liguria di Genova (gestione materiali<br />
provenienti dagli scavi), Ediliguria di Savignone, Genova<br />
(ispezione rete fognaria e smaltimento rifiuti), Seastema<br />
di Genova con Cetena di Genova (sistemi di monitoraggio),<br />
Alto Lago di Pisogne, Brescia (forniura di acciai sagomati),<br />
Mosconi di Edolo, Brescia (impremeabilizzazione dell'impalcato),<br />
Autovictor di San Pietro Mosezzo (Novara), Mollo<br />
Noleggio di Alba, Cuneo (noleggio mezzi di sollevamento).<br />
I collaudi<br />
Ma partiamo dalla fine, anzi dall'“ultimo miglio”, quello dei<br />
collaudi, per addentrarci quindi, retrospettivamente potremmo<br />
dire, nella descrizione di alcune forniture tecniche che<br />
hano rappresentato una serie di tasselli cruciali per dare la<br />
forma definitiva al nuovo Ponte Genova San Giorgio. Nell'agosto<br />
2019 Anas (Gruppo FS Italiane) ha ricevuto l’incarico<br />
dal Commissario Marco Bucci di occuparsi sia del collaudo<br />
statico, sia di quello tecnico-amministrativo del nuovo Ponte<br />
di Genova. Le operazioni di collaudo statico sono state gestite<br />
da un team di 20 tecnici guidati dall’ingegner Achille<br />
Devitofranceschi con il supporto, con particolare riferimento<br />
all’impalcato metallico, dell’Organismo di Ispezione Anas<br />
accreditato. Il collaudo statico ha previsto, in una fase iniziale,<br />
anche il controllo della qualità dei materiali impiegati, la<br />
certificazione della loro idoneità e soprattutto le opportune<br />
verifiche di corrispondenza con quanto previsto dal progetto<br />
esecutivo. Concluse tali verifiche, il 19 luglio sono iniziate<br />
le prove di carico. I test, di tipo dinamico e statico, sono<br />
durati tre giorni, e hanno avuto l’obiettivo di verificare sperimentalmente<br />
la capacità strutturale del ponte e la sua risposta<br />
alle azioni impresse. I test di tipo dinamico sono stati<br />
eseguiti registrando i parametri dinamici del ponte successivamente<br />
messi a confronto con quelli previsti dal progetto,<br />
sollecitando il ponte sia attraverso le forzanti naturali, come<br />
il vento, sia attraverso prove di frenatura. In particolare per<br />
quanto riguarda la prova di frenatura, otto autoarticolati hanno<br />
attraversato il ponte a 50 km orari, frenando contemporaneamente<br />
in modo brusco in corrispondenza della campata<br />
centrale, al fine di testare la capacità del ponte di sopportare<br />
significative azioni orizzontali. Per i test di tipo statico sono<br />
stati invece utilizzati 56 camion da 46 ton e “4 carrelloni speciali”<br />
per le prove sulla rampa di innesto con l'A7. In questa<br />
fase, la risposta del viadotto è stata misurata attraverso più<br />
sistemi: dalle livellazioni topografiche ai misuratori di tensione<br />
all’interno della soletta nella zona tesa, a cavallo della pila,<br />
per verificare la fessurazione del calcestruzzo; dai misuratori<br />
di allungamento per verificare se sugli apparecchi di appoggio<br />
vi fossero trazioni indesiderate, fino all’installazione di un<br />
radar sotto le campate di prova per controllare in modo rapido<br />
le deformazioni del viadotto durante le prove di collaudo.<br />
Tutte le informazioni acquisite sono state poi raccolte e<br />
registrate attraverso una “control room” e successivamente<br />
analizzate. Il collaudo tecnico amministrativo, coordinato<br />
dall’ingegnere Nicola Prisco, invece, ha avuto lo scopo di accertare<br />
l’adempimento dei patti contrattuali e l’esame inter-<br />
7. Una delle fasi dei collaudi<br />
coordinati da Anas<br />
8. Mezzi Fagioli impiegati<br />
nella costruzione<br />
9. Uno dei circa cento<br />
automezzi impiegati<br />
giornalmente per il trasporto<br />
del calcestruzzo<br />
8<br />
disciplinare dei lavori eseguiti. Preso atto dell’esito positivo<br />
del collaudo statico, la commissione composta da tre tecnici<br />
Anas, ha emesso il certificato di collaudo tecnico-amministrativo.<br />
Infine, Anas si è anche occupata della verifica di agibilità<br />
del ponte propedeutica all’apertura al traffico. Le operazioni<br />
relative a quest’ultimo e decisivo step sono state coordinate<br />
dall’ingegner Marcello De Marco, responsabile del Centro<br />
Sperimentale Anas di Cesano.<br />
Flashback demolizione<br />
e trasporti eccezionali<br />
Ritorno alla demolizione, di cui ci siamo più volte occupati,<br />
l’ultima volta sul numero scorso a cui si rimanda (“Genova,<br />
168 giorni di alta ingegneria”, Dossier Speciale Made in Italy).<br />
Riassumiamo soltanto, dunque, in questa sede il ruolo e l’attività<br />
di un player come Fagioli, tra i protagonisti di questa at-<br />
tività. All’interno dell ATI di demolizione (con Omini, IREOS<br />
e IPE Progetti), l’azienda di Reggio Emilia si è occupata principalmente<br />
delle operazioni di abbassamento e smontaggio<br />
delle sezioni non crollate. Per l’abbassamento degli impalcati<br />
orizzontali, chiamati tamponi, del peso fino a 916 ton,<br />
è stato utilizzato un sistema di martinetti idraulici strand jacks<br />
posizionati su travi a sbalzo e strutture create ad hoc per<br />
mettere in sicurezza, prendere in carico e abbassare di volta<br />
in volta le varie sezioni di ponte. Per le operazioni di smantellamento<br />
delle pile occidentali e, più in generale, di sollevamento/abbassamento<br />
di altri componenti strutturali sono<br />
state invece utilizzate gru cingolate di grossa portata (fino a<br />
600 ton). Una volta a terra, le sezioni sono state movimentate<br />
con carrelli semoventi speciali. I lavori realizzati da Fagioli<br />
hanno comportato anche l’utilizzo di sistemi di sollevamento<br />
a cavalletto e di rimorchi modulari. Il valore del contributo di<br />
Fagioli alla demolizione del ponte Morandi è stato premiato<br />
nell’ambito di uno dei più importanti riconoscimenti a livello<br />
mondiale nel settore dei trasporti e dei sollevamenti eccezionali,<br />
lo “SC&RA <strong>2020</strong> Job of the Year Awards”.<br />
Ma l’attività di Fagioli non è fermata alla demolizione, per<br />
proseguire nelle fasi di costrzione. Suo, infatti, il compito di<br />
movimentare e installare le nuove sezioni del ponte. L’azienda<br />
emiliana ha trasportato via mare e su strada tutti gli elementi,<br />
237 sezioni con un peso compreso tra le 56 e le 89<br />
ton che, una volta sbarcate nelle banchine del porto, sono<br />
state trasferite nel cantiere del nuovo ponte con mezzi speciali,<br />
attraverso percorsi dedicati. Ben 60 trasporti sono stati<br />
eseguiti di notte per non impattare sulla viabilità cittadina.<br />
I vari componenti sono stati assemblati a terra e posizionati<br />
sotto le pile in cemento armato prima di essere sollevati e<br />
posizionati a 50 m di altezza. Per movimentare le campate<br />
più grandi, lunghe 100 metri e del peso di circa 2.000 ton ciascuna,<br />
sono stati utilizzati carrelli speciali, mentre i sollevamenti<br />
sono stati eseguiti con sistemi strand jacks e gru cingolate<br />
della portata massima di 1.250 ton.<br />
Le fondamenta del nuovo ponte<br />
Dopo la demolizione (con già un corposo cenno alla fase costruttiva),<br />
via dunque alla nuova opera. Partita dal basso, ovvero<br />
dalle fondamenta delle 18 pile destinate a sorreggere<br />
il ponte. Sul materiale che vi ha dato forma, diremo tra breve.<br />
Ora merita almeno un cenno l’attività di un player come<br />
Fondamenta (Milano), tra i principali esecutori dell’opera.<br />
Nel dettaglio, l’azienda milanese ha portato a termine 14 interventi<br />
di fondazione, impiegando macchine perforatrici innovative<br />
di peso pari a oltre 100 ton. Quindi lo scavo di circa<br />
50 m di profondità in cui inserire la gabbia nella quale far<br />
percolare il calcestruzzo. L’attività di Fondamenta nel cantiere<br />
genovese, caratterizzata da ritmi impressinati, è iniziata<br />
nell’aprile 2019 e conclusa nel novembre dello stesso anno.<br />
Calcestruzzo da record<br />
Anche del calcestruzzo ci siamo già occupati sul numero di<br />
leStrade già citato, ma, nel contesto di questo “affresco d’opera”,<br />
è opportuno ritornarvi. Per esempio citando qualche<br />
numero: 70 persone tra tecnici specializzati, operatori di impianto<br />
e tecnologi dei materiali, prodotti 100% certificati<br />
Autostrade<br />
Autostrade<br />
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8-9/<strong>2020</strong> leStrade<br />
8-9/<strong>2020</strong>