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LNS Agosto 2021

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amarcord

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Grande euforia per la vittoria degli azzurri agli Europei anche se a Livorno offuscata dalla avvilente

situazione della squadra amaranto - Tra i ricordi, più o meno belli, quel derby Pisa-Livorno sospeso

per impraticabilità del campo sullo 0-2 che scatenò una gigantesca rissa per l’odiosa esultanza dei nerazzurri

Che scazzottata quel 30 marzo ’59!

Il campionato

europeo

di calcio

c o n

l’Italia di

Roberto

Mancini che ha giocato bene

conquistando l’ambito titolo di

Campione d’Europa, ha scatenato

un’euforia calcistica in

tutto il Paese ed anche a Livorno.

Il perché è presto detto,

il covid e il lockdown hanno

creato in tutti il bisogno di

aggrapparsi a qualcosa e

l’Italia del Mancio è stata un

facile pretesto. Ha riportato

tutti alla grande gioia dell’82

(l’urlo lacerante di Tardelli, le

strade di Livorno invase da

auto, motorini, trombe e bandiere),

di Italia ’90, (non vincemmo,

ma la canzone della

Nannini Notti magiche dette,

e dà tuttora, i brividi) e

quella del 2006 (poo-po-popo-po-poo.po...).

Comunque va detto che l’entusiasmo

di tanti livornesi è

stato offuscato dalla triste

condizione del Livorno calcio!

Ma dove siamo finiti? In

serie D, per demeriti sul campo

e societari. Anni di passione,

di tifo genuino, di trasferte,

oltraggiati da brutti individui

(meglio non fare

nomi) che si sono litigati la

società e poi ci hanno sputato

in faccia. Quante partite!

Quante trasferte (Reggio

Emilia, Perugia, Treviso, Piacenza,

Milano ecc.). Bei tempi,

passati troppo alla svelta.

Eppure tra le tante trasferte,

di Luciano Canessa

veramente tante, quella che

più mi vive nel cuore è stata

la prima, che una vecchia

scritta in rigoroso stampatello,

non criptica, Pisa merda,

su un muro vicino casa mia,

mi ricorda sempre.

Quella mattina del 30 marzo

1959, avevo 14 anni, mi svegliai

con un forte odore di

calcio. Nel pomeriggio avrei

visto realizzata la mia prima

trasferta e non in un campo

qualunque o per una partita

qualsiasi. Si trattava di Pisa-

Livorno! Campionato di calcio

1958/59, serie C. Il giorno

prima era piovuto perciò

corsi ad alzare frettolosamente

la serranda per vedere il

cielo. Plumbeo, plumbeo da

far spavento, ma almeno non

pioveva, non in quel momento.

Il mio accompagnatore

era mio cognato, Mauro. In

treno mi chiedevo come fosse

l’Arena Garibaldi; sai com’è,

Pisa era stata Repubblica

Marinara ecc., quelle

cose insomma imparate a

scuola, per cui mi aspettavo

una struttura importante.

Quando me lo trovai davanti

agli occhi, realizzai che non

poteva competere con il nostro,

tutto in cemento armato

e con quella Torre di Maratona,

tutta nostra, impreziosita

da due terrazzi esagerati,

e bella da mozzare il fiato.

La curva dell’Arena Garibaldi

era concepita con tubi di

metallo e tavolacci di legno

per la seduta e il camminamento;

sotto si vedeva l’erba

alta e l’incuria. I posti non

erano numerati in gradinata

Pisa-Livorno - Il primo gol di Mungai al 42’ che poi raddoppiò al 44’.

La ‘sventola’ con la quale il portiere amaranto Bertocchi mandò

ko il pisano Morelli.

e nelle curve, inoltre non era

contemplata la separazione

delle tifoserie avversarie, così

livornesi e pisani poterono stare

gli uni accanto agli altri.

Allora era così.

Per chi non ricorda quel tempo

e per i più giovani, va detto

che il Livorno, guidato da

Ivo Fiorentini, quello del “quasi”

scudetto del 1943, era

partito benissimo. Era stato

acquistato anche, in ultimo,

Mario Manenti, brasiliano del

Botafogo. Pensavamo tutti al

Botafogo di Garrincha, Didì

e Nilton Santos (tre numi),

invece si trattava, e lo sapemmo

dopo, del Botafogo di Ribeirao

Preto, praticamente

una sorta di Juventus di Torino

e Juventus-Castellammare

di Stabia. Anche “Il Telegrafo”

non lo sapeva e del

Botafogo fasullo ci informò in

ritardo.

Ma torniamo alla partita.

Pronti, via. Il Pisa cominciò

a testa bassa e Sicurani

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