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circoli sportivi
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sare a nessuna attività
sportiva, né tanto meno diportistica.
E il capannone fu costruito
ma senza sacrificio e con
l’aiuto di Luigi Savelli.
Mi chiedevo quale comun denominatore
accumunasse persone
tanto originali - ognuna
a suo modo - così diverse nell’indole,
nell’umore e nell’estrazione.
A ben considerare
era solo l’entusiasmo per
una disciplina che avrebbe
dovuto in seguito assorbirmi
fino ai capelli, nell’età che va
dai quindici ai trenta.
Al gruppo si unirono ben presto
altri antignanesi. Carlo
Alberto Bitossi portò la sua
geniale personalità di creativo
ma non meno di lui contribuirono
sinergicamente allo
slancio dei padri fondatori:
Ivo Volpi, Piero Gufoni, Bruno
Casabona e Bibi Del Vivo.
Quando mi ricordo dell’ing.
Maucera, del dott. Bargoni,
di Giovanni Falchetti e di
Oreste Vaglini, del dott. Favilla,
di Massimo Camerini,
di Gino Fracchia... gli anni
cinquanta volgevano al termine,
il moletto si era trasformato
in porticciolo (anzi porto
di III Categoria, mi fu detto)
e i primi beccaccini, unicamente
ai più numerosi 4.50
- la deriva nazionale - facevano
bella mostra sui piazzali,
richiamando numerosi i
curiosi e gli appassionati in
occasione delle regate più o
meno importanti.
Foto di gruppo dei fondatori del CVA.
Tre illustri personaggi del CVA: (da sin.) Giuliano Garfagnoli,
Giovanni Bientinesi e Luigi Savelli.
Furono gli anni della S, deriva
nazionale a restrizione,
che vide contese epiche in
Toscana. Antignano, Livorno,
Piombino, su tutte pluricampioni
nazionali i fratelli Mazzantini
dettarono legge ponendosi
ai vertici della categoria,
con un Bientinesi sempre
in agguato, vecchio corridore
motociclista convertito
alla vela, pronto a piazzare
zampate vittoriose quando
il “bordo lungo” gli era favorevole
in bolina.
Gli Snipe, i Beccaccini, crebbero
negli anni ’60, iniziando
in sordina sulla scia dei
castiglioncellesi e solvaini,
sicuramente antesignani nella
categoria. La flotta del
conte Bossi Pucci era un punto
di riferimento e prima che
Savelli, Vaglini, Bargoni e
tutta la flotta antignanese
salisse in cattedra come
un’armata invincibile, furono
Guglielmi e Migone, con
il loro “L’M L’M” a rappresentare
il punto di riferimento
per gli snipisti regatanti,
mietendo successi per il Circolo
Nautico Castiglioncello.
Direi che le Olimpiadi di
Roma lanciarono un programma
innovativo per lo sviluppo
della vela agonistica. Fu
a seguito della competizione
internazionale che l’USVI si
trasformò in FIV (Federazione
Italiana Vela): ai circoli
che ne avevano fatto richiesta
furono donati i Finn costruiti
per i Giochi Olim-