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amarcord sembrava farla da padroneimpostando tutte le azionidei cuginacci; Bernardis nonriusciva a contenerlo. Il tifosaliva. Costanzo Balleri e Pisettain difesa, sfruttando laloro altezza, allontanavano ditesta tutti i cross provenientidal fondo. Il Pisa andò anchein rete ma l’arbitro annullòper fuori gioco grazie a capitanArmando Picchi che,come al solito, capì tutto primadegli altri. Poi, verso lamezz’ora, la maledizione scesesull’Arena Garibaldi sottoforma di acquazzone. Mai piùvisto piovere come quel pomeriggio,si aprirono tutte lecateratte del cielo. Gli ombrellipraticamente inservibili,ma per il Livorno si fa questoe altro. Il Pisa continuavaad attaccare ma quantopoteva durare a quel ritmo econ quella pioggia? Infatti rallentòe il Livorno venne fuori.Mancavano, ormai, pochi minutialla fine del primo tempo,appena cinque minuti.Mio cognato mi disse di scenderesotto i tavolacci dellacurva per ripararci un po’ ecosì facemmo, come del restofecero altri. Eravamo lìda pochi secondi quandoudimmo un boato “Goooooo”.Chi aveva segnato?Salimmo di corsa, con l’affannoche ci opprimeva, esalimmo con l’ansia a fette eancora i colori amaranto siabbracciavano urlando sottola pioggia battente.“Chi ha segnato?”.“Mungai!”.“Mungaaai?”. Sembrava dirivivere la scena di un minutoprima. Stavolta rimanemmosu, cascasse giù il mondo15non saremmo scesi a ripararci(tanto peggio di così, eravamodi strizzo), ma di lì apoco l’arbitro Liverani fischiòla fine del primo tempo. Nonavevo visto mezzo gol, peròsi vinceva 2 a 0 ed ero felicelo stesso, anche se sentivoche qualcosa mi mancava!Al rientro in campo dei giocatoripioveva molto meno,ma il campo era un acquitrino.La fascia di campo davantialla gradinata era impraticabilee là buttavanosempre la palla i giocatori pisani,là dove non scorreva,così cominciarono a chiederela sospensione. La voceUn gruppo di tifosi livornesi prima dell’inizio dell’acquazzone.vedemmo maglie amarantoche si abbracciavano.“Chi ha segnato?”.“Mungai”.“Mungai?”. Ma come erapossibile! Il giocatore più tecnicodel Livorno, per nulla inclineallo scontro fisico, a retein quel campo allagato! I solitiintenditori di calcio (allorasi sentivano tutti Gianni Brera)avevano scritto che nonera il caso farlo giocare quelgiorno.“Non tocca pallaoggi!”. Ridiscendemmo dinuovo, raggianti, con il cuoregonfio, appagati del vantaggio,ma dopo pochi secondisentimmo un altro boato. Richegirò con insistenza neigiorni successivi era che i dirigentipisani fecero bloccarele canalette di sfogo dell’acqua.Intanto gli scontri sifacevano più duri a causadelle condizioni pessime delcampo. Compagno, la nostraala destra, cresciuto nel vivaiodella Roma, quello chemeglio degli altri teneva palladavanti, subì un brutto fallo;ci fu reazione, Liveraniespulse lui e Beretta. Intornoall’arbitro cominciarono lespinte e i gollettoni, ma siandò avanti fino al ventesimoquando Liverani, incredibilmente,sospese la partitaper impraticabilità del campo.L’avesse interrotta entroi primi dieci minuti della ripresasarebbe rientrato nellalogica, ma al ventesimo eratotalmente fuori luogo; evidenteil condizionamento dellapanchina pisana. I giocatorineroazzurri saltarono dallagioia come se avesserovinto al totocalcio. Mal glieneincolse! Umberto Mannocci,livornese per nascitama allenatore del Pisa, entròin campo saltellando e ridendo,e dopo uno scambio dibattute con gli amaranto (perquesto ebbe 6 mesi di squalifica)si prese un pugno dak.o. (prognosi di 20 giornis.c.) da Pisetta, il quale fuaggredito, a sua volta, daFrancesconi.Da qui la rissa gigantesca,tutti contro tutti, una scazzottata generale con il pubblicoche compostamenteguardava il campo diventatoun ring. (Solo due spettatorilivornesi invasero il campo adar man forte). Dopo il k.o.di Pisetta, Bertocchi 1 , il