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LNS Agosto 2021

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amarcord

sembrava farla da padrone

impostando tutte le azioni

dei cuginacci; Bernardis non

riusciva a contenerlo. Il tifo

saliva. Costanzo Balleri e Pisetta

in difesa, sfruttando la

loro altezza, allontanavano di

testa tutti i cross provenienti

dal fondo. Il Pisa andò anche

in rete ma l’arbitro annullò

per fuori gioco grazie a capitan

Armando Picchi che,

come al solito, capì tutto prima

degli altri. Poi, verso la

mezz’ora, la maledizione scese

sull’Arena Garibaldi sotto

forma di acquazzone. Mai più

visto piovere come quel pomeriggio,

si aprirono tutte le

cateratte del cielo. Gli ombrelli

praticamente inservibili,

ma per il Livorno si fa questo

e altro. Il Pisa continuava

ad attaccare ma quanto

poteva durare a quel ritmo e

con quella pioggia? Infatti rallentò

e il Livorno venne fuori.

Mancavano, ormai, pochi minuti

alla fine del primo tempo,

appena cinque minuti.

Mio cognato mi disse di scendere

sotto i tavolacci della

curva per ripararci un po’ e

così facemmo, come del resto

fecero altri. Eravamo lì

da pochi secondi quando

udimmo un boato “Goooooo”.

Chi aveva segnato?

Salimmo di corsa, con l’affanno

che ci opprimeva, e

salimmo con l’ansia a fette e

ancora i colori amaranto si

abbracciavano urlando sotto

la pioggia battente.

“Chi ha segnato?”.

“Mungai!”.

“Mungaaai?”. Sembrava di

rivivere la scena di un minuto

prima. Stavolta rimanemmo

su, cascasse giù il mondo

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non saremmo scesi a ripararci

(tanto peggio di così, eravamo

di strizzo), ma di lì a

poco l’arbitro Liverani fischiò

la fine del primo tempo. Non

avevo visto mezzo gol, però

si vinceva 2 a 0 ed ero felice

lo stesso, anche se sentivo

che qualcosa mi mancava!

Al rientro in campo dei giocatori

pioveva molto meno,

ma il campo era un acquitrino.

La fascia di campo davanti

alla gradinata era impraticabile

e là buttavano

sempre la palla i giocatori pisani,

là dove non scorreva,

così cominciarono a chiedere

la sospensione. La voce

Un gruppo di tifosi livornesi prima dell’inizio dell’acquazzone.

vedemmo maglie amaranto

che si abbracciavano.

“Chi ha segnato?”.

“Mungai”.

“Mungai?”. Ma come era

possibile! Il giocatore più tecnico

del Livorno, per nulla incline

allo scontro fisico, a rete

in quel campo allagato! I soliti

intenditori di calcio (allora

si sentivano tutti Gianni Brera)

avevano scritto che non

era il caso farlo giocare quel

giorno.“Non tocca palla

oggi!”. Ridiscendemmo di

nuovo, raggianti, con il cuore

gonfio, appagati del vantaggio,

ma dopo pochi secondi

sentimmo un altro boato. Riche

girò con insistenza nei

giorni successivi era che i dirigenti

pisani fecero bloccare

le canalette di sfogo dell’acqua.

Intanto gli scontri si

facevano più duri a causa

delle condizioni pessime del

campo. Compagno, la nostra

ala destra, cresciuto nel vivaio

della Roma, quello che

meglio degli altri teneva palla

davanti, subì un brutto fallo;

ci fu reazione, Liverani

espulse lui e Beretta. Intorno

all’arbitro cominciarono le

spinte e i gollettoni, ma si

andò avanti fino al ventesimo

quando Liverani, incredibilmente,

sospese la partita

per impraticabilità del campo.

L’avesse interrotta entro

i primi dieci minuti della ripresa

sarebbe rientrato nella

logica, ma al ventesimo era

totalmente fuori luogo; evidente

il condizionamento della

panchina pisana. I giocatori

neroazzurri saltarono dalla

gioia come se avessero

vinto al totocalcio. Mal gliene

incolse! Umberto Mannocci,

livornese per nascita

ma allenatore del Pisa, entrò

in campo saltellando e ridendo,

e dopo uno scambio di

battute con gli amaranto (per

questo ebbe 6 mesi di squalifica)

si prese un pugno da

k.o. (prognosi di 20 giorni

s.c.) da Pisetta, il quale fu

aggredito, a sua volta, da

Francesconi.

Da qui la rissa gigantesca,

tutti contro tutti, una scaz

zottata generale con il pubblico

che compostamente

guardava il campo diventato

un ring. (Solo due spettatori

livornesi invasero il campo a

dar man forte). Dopo il k.o.

di Pisetta, Bertocchi 1 , il

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