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Benigni
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compagna di militanza, e fu il primo matrimonio
civile del dopoguerra celebrato a Livorno,
scambiandosi fedi d’acciaio, regalate
agli sposi dai lavoratori del Cantiere. A
fianco della moglie, si impegnò negli anni
presso le scolaresche a mantenere vivo il
ricordo della Memoria e i valori della Resistenza.
Iscritto al PCI, al PDS, ai DS e quindi
al PD, fu presidente dell’Associazione Nazionale
Perseguitati Politici Italiani Antifascisti.
Raccontò parte della sua vita nel libro
Per la libertà, edito nel 1996 dalla Coop
Toscana Lazio. Nel 2007 ricevette dal Comune
di Livorno la “Livornina d’oro”, massima
onorificenza cittadina, mentre nel 2013
il Comune di Sarzana gli conferì l’onorificenza
civica “XXI Luglio 1921”. È scomparso
all’età di 103 anni ed era il partigiano
più vecchio d’Italia. In suo ricordo, l’8 settembre
2015, nel 72° anniversario dell’Armistizio,
il Comune di Livorno ha affisso
di fronte alla Sala del consiglio, la seguente
lapide: “In memoria e a onore dell’antifascista
Garibaldo Benifei i livornesi vollero
questo ricordo nel Palazzo Comunale. Firmato,
il sindaco di Livorno Filippo Nogarin”.
Gli è stata pure intitolata la Banda
Libera SVS e il gozzo del Labrone.
BENIGNI LUIGI (Livorno 15 settembre
1909 - 7 dicembre
1969, di Mario e Virginia
Ciucci) - Attore
e commediografo,
per tutti «Gigi».
Ebbe grande successo
a partire dal 1935
quando, assieme a
Beppe Orlandi (v.),
scrisse e interpretò
La ribotta a Montenero che, assieme a Li
sfollati (1946) rappresentano i classici del
teatro vernacolare livornese. Altre commedie
di successo, scritte ancora con Orlandi,
alle quali più tardi si aggiunse il nome di
Gino Lena (v.) furono Gli spiriti in casa
della pizziata (1935), Il miraggio di Hollywood
(1936), La pia dè Tolomei (1941) I
‘asigliani (1947) La ‘hiesta (1949), La ‘asa
aperta (1955), L’asiatia (1958), Il palio
marinaro (1959). La maggior parte di questi
testi teatrali vernacolari trae origine dall’ambiente
familiare, visto in chiave prevalentemente
comica. Un’altra particolarità è
che i personaggi delle “popolane livornesi”
sono interpretati da attori uomini e che nei
testi non appare mai la parolaccia o la volgarità
pur trattando situazioni scabrose. Il
suo vernacolo è stato apprezzato in tutta
Italia.
BENINCASA SERGIO (Livorno 15 gennaio
1934 - Roma 9 dicembre 2016) - Giornalista.
Iniziò l’attività giornalistica nella redazione
livornese de La Nazione occupandosi
prevalentemente di cronaca e sport.
Nel ’55 fece parte della pattuglia che aprì le
redazioni umbre del
quotidiano fiorentino.
Subito dopo si
trasferì a Milano,
alla redazione centrale
del Guerin
Sportivo di Gianni
Brera. Tornato a Livorno,
nel 1961 divenne
capo servizi
sportivi e responsabile della pagina della
cultura de Il Telegrafo.Nel 1970 fece parte
del team di inviati del Corriere dello Sport
ai Mondiali di calcio del Messico. Nel 1971
si trasferì a Roma come cronista parlamentare
per l’Agenzia nazionale ASCA. Nel
1975 tornò al Telegrafo come capo redazione
interni. Nel 1978, con l’arrivo del
“Gruppo Caracciolo”, divenne capo-redattore
e poi direttore responsabile del quotidiano
livornese, che nel frattempo riprese a
chiamarsi Il Tirreno. Fu poi direttore de La
Provincia Pavese e del Gazzettino di Vigevano.
Nel 1981 tornò di nuovo all’ASCA,
ma questa volta in qualità di direttore e,
simultaneamente, svolse l’incarico di capo
ufficio stampa di Remo Gaspari, allora ministro
alle Poste, alla Funzione pubblica e
alla Difesa. Dal 1986 si trasferì a Perugia in
qualità di direttore del Corriere dell’Umbria
e, in seguito, di altre testate della stessa
regione. Nel 2004 pubblicò il libro di
memorie intitolato “Da Gigi Riva a Berlusconi.
Cinquant’anni di cronaca di un giornalista
tosco-umbro”.
BENINI LUIGI (Civitavecchia (Roma) 21
febbraio 1906 - Livorno 20 febbraio 1998,
di Oreste e Gemma Teci) - Pittore. Per tutti
“Gigi”, si fece apprezzare per la sua tavolozza
spontanea e per i suoi temi umoristici.
Di professione camionista nel settore
petrolifero, portava sempre appresso un carboncino
col quale ritraeva amici e conoscenti.
Partecipò a diversi Premi “Rotonda”.
BENUCCI FRANCESCO (Livorno 1745 -
Firenze 1824) - Cantante. Si impose alla
fine del XVIII secolo come basso/baritono
dalla voce morbida e sonora e per presenza
scenica. Legato alle opere di Wolfgang Amadeus
Mozart, ricoprì il ruolo di protagonista
ne Le nozze di Figaro (1786) e di Così
fan tutte (1790).
BENVENUTI BENVENUTO (Livorno 5
ottobre 1881 - 15
gennaio 1959) - Pittore
divisionista. Avviatosi
alla Scuola di
arti e mestieri di Lorenzo
Cocchi, ne ricevette
una vocazione
paesaggistica
macchiaiola, interessandosi
soprattutto
alla pittura di Adolfo Tommasi. La svolta
al divisionismo avvenne dopo l’incontrò
con il critico d’arte e pittore Vittore Grubicy
de Dragon, del quale diviene l’allievo
più assiduo, soggiornando periodicamente
a Milano dal 1905, fino alla morte dello
stesso nel 1920, diventandone anche l’erede
testamentario. Nel frattempo riscosse
largo successo a Parigi nelle mostre alla
Galleria Grubicy (1907) e al Salon d’Automne
(1909). Tornato definitivamente a
Livorno nel 1921, proseguì nella sua matrice
pittorica riscuotendo consensi di pubblico
e critica, allargando i suoi orizzonti
anche alla grafica, in particolare disegni e
litografia. Partecipò alle esposizioni livornesi
del Gruppo Labronico e della galleria
Bottega d’arte, dove, 1923, allestì la sua
prima mostra personale, a cui fecero seguito
quelle al Circolo di Cultura di Bologna
(1927), alla Galleria Scopinich di Milano
(1935) e alla Saletta Rizzi di Firenze (1935).
Una progressiva cecità a partire dagli anni
Cinquanta lo portarono anzitempo all’abbandono
della pittura. Nel 1970 gli è stata
intitolata la strada posta tra via del Littorale
e via F.D. Falcucci, a Quercianella. Nel
2001 il Comune di Livorno ha allestito a
Villa Mimbelli la mostra monografica “Benvenuto
Benvenuti. Dal vero al simbolo.
1881-1959”. Alcune opere del Maestro
sono state donate dal figlio Ettore (Livorno
13 giugno 1926 - 29 dicembre 2011) al
museo «G. Fattori» (Maternità del 1923,
che si affianca alle altre due già presenti
nella collezione civica: Villa al mare del 1911
e Torre di Calafuria del 1920) e alla Fondazione
Cassa di Risparmi di Livorno.
BENVENUTI CARLO (Livorno 8 febbraio
1716 - Varsavia (Polonia) 12 dicembre 1789)
- Scienziato. Gesuita. Compì i primi studi
a Livorno poi, sedicenne, iniziò a Roma il
noviziato nella Compagnia di Gesù. Dotato
di grande ingegno, studiò e insegnò teologia,
matematica, filosofia, letteratura, storia,
geografia e lingue. Ebbe la sua prima
cattedra a Fermo, poi fu chiamato nel Collegio
Romano, ove papa Clemente XIV gli
conferì pure la cattedra di liturgia. Trascorse
gli ultimi anni in Polonia. Ha lasciato
dotti scritti, tra i quali Sinossi di fisica generale
e una dissertazione di fisica intitolata
De lumine.
BENVENUTI GASTONE (Livorno 1916 -
10 gennaio 1973) - Pittore e docente. Difensore
del neo-realismo, si espresse con
un linguaggio accessibile, affrontando
un’ampia tematica con toni spesso violenti;
cercò in ogni opera la sintesi. Esordì nell’immediato
dopoguerra in rassegne regionali
e nazionali, ottenendo varie affermazioni.
Si dedicò anche all’insegnamento
come docente di disegno e pittura nella sezione
di «Villa Maria» della Libera Accademia
«Trossi Uberti».
(5 - continua)