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LNS Agosto 2021

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Benigni

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compagna di militanza, e fu il primo matrimonio

civile del dopoguerra celebrato a Livorno,

scambiandosi fedi d’acciaio, regalate

agli sposi dai lavoratori del Cantiere. A

fianco della moglie, si impegnò negli anni

presso le scolaresche a mantenere vivo il

ricordo della Memoria e i valori della Resistenza.

Iscritto al PCI, al PDS, ai DS e quindi

al PD, fu presidente dell’Associazione Nazionale

Perseguitati Politici Italiani Antifascisti.

Raccontò parte della sua vita nel libro

Per la libertà, edito nel 1996 dalla Coop

Toscana Lazio. Nel 2007 ricevette dal Comune

di Livorno la “Livornina d’oro”, massima

onorificenza cittadina, mentre nel 2013

il Comune di Sarzana gli conferì l’onorificenza

civica “XXI Luglio 1921”. È scomparso

all’età di 103 anni ed era il partigiano

più vecchio d’Italia. In suo ricordo, l’8 settembre

2015, nel 72° anniversario dell’Armistizio,

il Comune di Livorno ha affisso

di fronte alla Sala del consiglio, la seguente

lapide: “In memoria e a onore dell’antifascista

Garibaldo Benifei i livornesi vollero

questo ricordo nel Palazzo Comunale. Firmato,

il sindaco di Livorno Filippo Nogarin”.

Gli è stata pure intitolata la Banda

Libera SVS e il gozzo del Labrone.

BENIGNI LUIGI (Livorno 15 settembre

1909 - 7 dicembre

1969, di Mario e Virginia

Ciucci) - Attore

e commediografo,

per tutti «Gigi».

Ebbe grande successo

a partire dal 1935

quando, assieme a

Beppe Orlandi (v.),

scrisse e interpretò

La ribotta a Montenero che, assieme a Li

sfollati (1946) rappresentano i classici del

teatro vernacolare livornese. Altre commedie

di successo, scritte ancora con Orlandi,

alle quali più tardi si aggiunse il nome di

Gino Lena (v.) furono Gli spiriti in casa

della pizziata (1935), Il miraggio di Hollywood

(1936), La pia dè Tolomei (1941) I

‘asigliani (1947) La ‘hiesta (1949), La ‘asa

aperta (1955), L’asiatia (1958), Il palio

marinaro (1959). La maggior parte di questi

testi teatrali vernacolari trae origine dall’ambiente

familiare, visto in chiave prevalentemente

comica. Un’altra particolarità è

che i personaggi delle “popolane livornesi”

sono interpretati da attori uomini e che nei

testi non appare mai la parolaccia o la volgarità

pur trattando situazioni scabrose. Il

suo vernacolo è stato apprezzato in tutta

Italia.

BENINCASA SERGIO (Livorno 15 gennaio

1934 - Roma 9 dicembre 2016) - Giornalista.

Iniziò l’attività giornalistica nella redazione

livornese de La Nazione occupandosi

prevalentemente di cronaca e sport.

Nel ’55 fece parte della pattuglia che aprì le

redazioni umbre del

quotidiano fiorentino.

Subito dopo si

trasferì a Milano,

alla redazione centrale

del Guerin

Sportivo di Gianni

Brera. Tornato a Livorno,

nel 1961 divenne

capo servizi

sportivi e responsabile della pagina della

cultura de Il Telegrafo.Nel 1970 fece parte

del team di inviati del Corriere dello Sport

ai Mondiali di calcio del Messico. Nel 1971

si trasferì a Roma come cronista parlamentare

per l’Agenzia nazionale ASCA. Nel

1975 tornò al Telegrafo come capo redazione

interni. Nel 1978, con l’arrivo del

“Gruppo Caracciolo”, divenne capo-redattore

e poi direttore responsabile del quotidiano

livornese, che nel frattempo riprese a

chiamarsi Il Tirreno. Fu poi direttore de La

Provincia Pavese e del Gazzettino di Vigevano.

Nel 1981 tornò di nuovo all’ASCA,

ma questa volta in qualità di direttore e,

simultaneamente, svolse l’incarico di capo

ufficio stampa di Remo Gaspari, allora ministro

alle Poste, alla Funzione pubblica e

alla Difesa. Dal 1986 si trasferì a Perugia in

qualità di direttore del Corriere dell’Umbria

e, in seguito, di altre testate della stessa

regione. Nel 2004 pubblicò il libro di

memorie intitolato “Da Gigi Riva a Berlusconi.

Cinquant’anni di cronaca di un giornalista

tosco-umbro”.

BENINI LUIGI (Civitavecchia (Roma) 21

febbraio 1906 - Livorno 20 febbraio 1998,

di Oreste e Gemma Teci) - Pittore. Per tutti

“Gigi”, si fece apprezzare per la sua tavolozza

spontanea e per i suoi temi umoristici.

Di professione camionista nel settore

petrolifero, portava sempre appresso un carboncino

col quale ritraeva amici e conoscenti.

Partecipò a diversi Premi “Rotonda”.

BENUCCI FRANCESCO (Livorno 1745 -

Firenze 1824) - Cantante. Si impose alla

fine del XVIII secolo come basso/baritono

dalla voce morbida e sonora e per presenza

scenica. Legato alle opere di Wolfgang Amadeus

Mozart, ricoprì il ruolo di protagonista

ne Le nozze di Figaro (1786) e di Così

fan tutte (1790).

BENVENUTI BENVENUTO (Livorno 5

ottobre 1881 - 15

gennaio 1959) - Pittore

divisionista. Avviatosi

alla Scuola di

arti e mestieri di Lorenzo

Cocchi, ne ricevette

una vocazione

paesaggistica

macchiaiola, interessandosi

soprattutto

alla pittura di Adolfo Tommasi. La svolta

al divisionismo avvenne dopo l’incontrò

con il critico d’arte e pittore Vittore Grubicy

de Dragon, del quale diviene l’allievo

più assiduo, soggiornando periodicamente

a Milano dal 1905, fino alla morte dello

stesso nel 1920, diventandone anche l’erede

testamentario. Nel frattempo riscosse

largo successo a Parigi nelle mostre alla

Galleria Grubicy (1907) e al Salon d’Automne

(1909). Tornato definitivamente a

Livorno nel 1921, proseguì nella sua matrice

pittorica riscuotendo consensi di pubblico

e critica, allargando i suoi orizzonti

anche alla grafica, in particolare disegni e

litografia. Partecipò alle esposizioni livornesi

del Gruppo Labronico e della galleria

Bottega d’arte, dove, 1923, allestì la sua

prima mostra personale, a cui fecero seguito

quelle al Circolo di Cultura di Bologna

(1927), alla Galleria Scopinich di Milano

(1935) e alla Saletta Rizzi di Firenze (1935).

Una progressiva cecità a partire dagli anni

Cinquanta lo portarono anzitempo all’abbandono

della pittura. Nel 1970 gli è stata

intitolata la strada posta tra via del Littorale

e via F.D. Falcucci, a Quercianella. Nel

2001 il Comune di Livorno ha allestito a

Villa Mimbelli la mostra monografica “Benvenuto

Benvenuti. Dal vero al simbolo.

1881-1959”. Alcune opere del Maestro

sono state donate dal figlio Ettore (Livorno

13 giugno 1926 - 29 dicembre 2011) al

museo «G. Fattori» (Maternità del 1923,

che si affianca alle altre due già presenti

nella collezione civica: Villa al mare del 1911

e Torre di Calafuria del 1920) e alla Fondazione

Cassa di Risparmi di Livorno.

BENVENUTI CARLO (Livorno 8 febbraio

1716 - Varsavia (Polonia) 12 dicembre 1789)

- Scienziato. Gesuita. Compì i primi studi

a Livorno poi, sedicenne, iniziò a Roma il

noviziato nella Compagnia di Gesù. Dotato

di grande ingegno, studiò e insegnò teologia,

matematica, filosofia, letteratura, storia,

geografia e lingue. Ebbe la sua prima

cattedra a Fermo, poi fu chiamato nel Collegio

Romano, ove papa Clemente XIV gli

conferì pure la cattedra di liturgia. Trascorse

gli ultimi anni in Polonia. Ha lasciato

dotti scritti, tra i quali Sinossi di fisica generale

e una dissertazione di fisica intitolata

De lumine.

BENVENUTI GASTONE (Livorno 1916 -

10 gennaio 1973) - Pittore e docente. Difensore

del neo-realismo, si espresse con

un linguaggio accessibile, affrontando

un’ampia tematica con toni spesso violenti;

cercò in ogni opera la sintesi. Esordì nell’immediato

dopoguerra in rassegne regionali

e nazionali, ottenendo varie affermazioni.

Si dedicò anche all’insegnamento

come docente di disegno e pittura nella sezione

di «Villa Maria» della Libera Accademia

«Trossi Uberti».

(5 - continua)

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