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circoli sportivi
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pici e al CVA fu assegnato
il Via Vai, che tante soddisfazioni
ci avrebbe regalato
con Oreste Vaglini al timone.
Nel ’62 passa in federazione
il progetto Corsi Olimpia per
propagandare la vela fra i
giovani e costruire l’embrione
tra i giovani dei futuri
campioni. Al CVA ho curato
personalmente l’organizzazione
della scuola, aiutato dal
tutto il Consiglio Direttivo che
ha sempre creduto nell’utilità
di creare un vivaio di giovani
e soprattutto da Luigi Monteleone,
oggi affermato
istruttore di vela in quel di
Portoferraio dove gestisce
da più di venticinque anni
l’affermata scuola Casa de
la vela.
Con i FJ si sono affermati
tantissimi ragazzi e ragazze
che hanno coniugato agonismo,
diporto e divertimento.
A metà degli anni sessanta i
Corsi Olimpia del CVA hanno
ricevuto per due anni di
seguito il contributo federale
come prima scuola italiana di
vela per numero di candidati
portati con successo agli esami,
per attività svolta e per
risultati ottenuti. Ed erano in
Italia i corsi, dove le ragazze
preponderavano per numero.
Tutte brave, peccato che,
dopo aver dimostrato ai maschi
di essere brave come loro
ed anche più di loro, decidessero
troppo presto di passare
a passatempi più romantici,
abbandonando l’attività agonistica.
Negli anni sessanta il CVA
spopola con i beccaccini. Lo
Snipe in Italia s’identifica con
Antignano. E Antignano nell’Italia
della vela diviene sinonimo
di Snipe. Abbondano
le imbarcazioni regatanti e i
risultati ottenuti, si rafforza
ovunque la simpatia riscossa
dagli antignanesi e viene apprezzata
da tutti l’efficiente
organizzazione offerta, non
disgiunta dalla calda ospitalità
riservata a tutti quelli che
vengano a cimentarsi in acque
labroniche. Marco Savelli
domina da juniores in campo
internazionale con più di un
prodiere (evidentemente li consumava
ed era costretto a sostituirli).
Vaglini e Cini portarono
il Gambacorta a crescenti
affermazioni. Bargoni
e Renai sono sempre presenti
nel gruppo di testa, non disdegnando
importanti vittorie.
Ma quello che sorprende sono
i rincalzi tra i quali emerge
sempre il comprimario di turno
che va a cogliere risultati
tutt’altro che insignificanti.
Daniele Lupidi che ha lasciato
un cocente rimpianto in
tutti noi con la sua prematura
e inattesa scomparsa, era sempre
là a gareggiare con i primi,
taciturno ma col suo grande
sorriso di bravo ragazzo.
Massimo Camerini, i fratelli
Sellari, Stefano Carrara e Gabriele
Cantù, il senior Bientinesi
con l’ing. Mauceri e qualche
volta anch’io ci alternavamo
in un gioco di squadra,
non senza qualche scaramuccia
interna che poi è in fin dei
Andrea Mazzoni presidente del CVA
Alcuni giovanissimi regatanti al rientro al moletto. Nel riquadro:
l’aiuto didattica istruttrice Matilde Carriero nonchè regatante
su 420.
conti il pepe della competizione.
Giuliano Garfagnoli - il
“Barcauro”, come lo aveva
definito Enrico Balata vedendolo
in mare da solo al timone
della sua lancia, spuntare
in controluce mezzo uomo e
mezza barca dal costato in giù
- era il direttore che orchestrava
la regata. Oggi lo si chiamerebbe
“il tattico” - non so?
- ma lui era il nostro punto di
riferimento.
“Guardatemi - ci diceva - la
bolina sta tra voi e la boa. Voi
non lo sapete dove gira il vento.
Io si! Non andate dove vi
pare. Guardate dove vado io:
il bordo da fare è da quella
parte!”.
Giuliano, quanta passione,
quanto accanimento, quanti
ricordi.....
Ettore Visibelli