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Itinerari
culturali
Terre di Dante
In treno da Firenze a Ravenna sulle orme del sommo poeta
Testo e foto di Maria Grazia Dainelli
Ripercorrere oggi, a 700 anni dalla morte di
Dante Alighieri, il travagliato esilio da lui
compiuto nell’Italia del Trecento è molto più
di un pellegrinaggio. Attraversare questi luoghi, oltre
che a piedi, in bici o in bus anche comodamente
seduti nello scompartimento del Treno di Dante
– così definito perché collega Firenze a Faenza fino
a Ravenna – è un modo per omaggiare la figura
del sommo poeta. Firenze, città in cui Dante nacque
nel 1265, fu il punto di partenza del viaggio chiamato
“vita” che nel suo caso terminò a Ravenna nel 1321.
Lungo la ferrovia Faentina il viaggiatore è attratto da
molteplici borghi medievali con eccellenze culturali
come Brisighella, Borgo San Lorenzo, Vicchio e Marradi.
Dalle stazioni principali è possibile effettuare
escursioni molto suggestive, con percorsi di trekking
o in mountain bike. Percorrendo le città e i territori
della Romagna percorsi da Dante, è possibile scoprire paesaggi,
monumenti ed edifici che ancora oggi, a distanza di
settecento anni, evocano ricordi divenuti celebri nella memoria
collettiva grazie all’immortalità dei suoi versi. Il cammino
Il Treno di Dante
dell’esilio, durato vent’anni circa, fu lungo e faticoso. In particolare,
Toscana e Romagna hanno giocato un ruolo molto importante
e sono tra le regioni maggiormente citate e descritte
nella Divina Commedia. Un viaggio nel tempo e nello spazio,
tra vita e Commedia dantesca, attraversando luoghi che arrivano
fino alla parte più toccante della sua vita, quella Ravenna
in cui finalmente fu riconosciuto come uomo, cittadino e
autore e dove fu degnamente accolto ed amato, tanto che nei
secoli a venire la città si è offerta di custodire le sue spoglie.
Ospite di Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna, qui il
poeta trascorse gli ultimi anni della sua vita, trovando la tranquillità
tanto ricercata e un po’ di quella pace che altrove gli
era stata negata. Fu a Ravenna infatti che Dante terminò la sua
monumentale opera, concludendo la terza cantica, quella del
Paradiso. Ricambiando l’ospitalità, Dante talvolta si occupò di
alcune ambascerie a Venezia, per conto dei Da Polenta. Durante
i suoi viaggi spesso sostava nella non troppo distante Abbazia
di Pomposa, che nel Medioevo costituì uno dei centri di
spiritualità e cultura tra i più importanti al mondo. Sembra fosse
proprio a causa di una febbre malarica che qui, di ritorno
dalla sua ultima missione diplomatica a Venezia, Dante si ammalò,
per morire poi venti giorni più tardi a Ravenna. «Dante
muore»: queste due parole echeggiarono in Ravenna come due
funebri rintocchi, nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321.
Di fronte alla tomba di Dante l’atmosfera si fa solenne: un sentimento
immenso e profondo di riverenza pervade il visitatore,
fissando per sempre il ricordo indelebile di questa esperienza.
L’arrivo dei viaggiatori a Ravenna
www.terredidante.it
info@terredidante.it
Per informazioni: +39 320 460 3033 / +39 340 261 0838
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