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La Toscana Nuova - ottobre 2021

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I grandi della

fotografia

A cura di

Maria Grazia Dainelli

Elliott Erwitt

Il maestro della fotografia del Novecento in una conversazione con Biba Giacchetti

di Miriana Carradorini e Maria Grazia Dainelli / foto Elliott Erwitt

Secondo lei, in quale categoria fotografica s’inserisce

l’opera di Elliot Erwitt?

Erwitt si muove all’interno della corrente nata negli anni Venti,

la Straight Photography, nonostante il suo lavoro sia soltanto

in parte assimilabile a quello di altri grandi fotografi del suo

tempo come ad esempio Cartier-Bresson. Egli utilizza molteplici

linguaggi: da quello ironico, che lo ha reso celebre nel

mondo, a quello formale nelle fotografie di architettura, a quello

“umanista” negli scatti che immortalano l’essere umano in

vari contesti sociali. Sono foto che raccontano grandi eventi

che hanno fatto la storia oppure scene private come la celebre

foto della neonata sul letto, che è la sua primogenita Ellen.

Bianca, ha seguito tutti i presidenti

degli USA degli ultimi settant’anni,

da Kennedy ad Obama. Con le

sue immagini ha raccontato le contraddizioni

di questi personaggi

ed alcuni episodi che hanno fatto

scalpore, come il diverbio tra Nixon

e Kruscev, uno scatto che è stato

strumentalizzato perché interpretato

come simbolo della supremazia

culturale e politica americana rispetto

a quella sovietica nel periodo

della Guerra Fredda.

Biba Giacchetti con Elliott Erwitt

Quali sono le principali caratteristiche che rendono riconoscibili

le sue foto?

Direi senz’altro una grande dolcezza visiva e la capacità di narrare

storie senza mai rivelare tutto completamente. È uno dei

rari fotografi i cui scatti sono diventati iconici e immediatamente

riconoscibili come ad esempio il bacio nello specchietto,

il salto sullo sfondo della Tour Eiffel o la locomotiva con lo

sbuffo. Erwitt è contro una certa tipologia di arte fotografica

per comprendere la quale occorre avere le istruzioni d’uso. Per

lui le parole sono davvero insignificanti perché ritiene che la fotografia

debba essere comprensibile in maniera immediata da

tutti. Anche per questo le sue immagini affrontano temi universali

in cui chiunque può riconoscersi. È un fotografo molto sofisticato

pur nell’estrema semplicità dei suoi scatti.

Cosa può dirci a proposito delle foto che ritraggono personaggi

della politica?

Si è interessato di politica pur non avendo mai fatto politica attiva

con la sua fotografia. Essendo stato accreditato alla Casa

Come ha affrontato l’avvento del digitale?

Il suo approccio alla fotografia è rimasto sostanzialmente invariato

perché ha continuato a scattare in analogico servendosi

del digitale soltanto per i lavori commerciali, visti i vantaggi

in termini di velocità, costi e possibilità di intervenire sulle immagini,

per quanto quest’ultimo aspetto non rientri affatto nelle

sue corde. Ancora oggi, Erwitt sviluppa i negativi nel suo

studio e l’unico stampatore da lui autorizzato è l’italiano Roberto

Bernè.

Che differenza c’è tra gli scatti personali e quelli commerciali?

A dire il vero nessuna, perché, come Erwitt stesso sostiene,

una bella foto può nascere in qualunque momento, anche durante

un servizio commerciale. A fare la differenza non è il soggetto

ma il modo di guardare le cose, di riconoscere e catturare

l’immagine interessante, cogliendo i collegamenti significativi

tra le cose, come nella foto del bambino in bicicletta con il nonno

che è stata realizzata per la promozione del turismo in Francia

e che per questo motivo condensa nell’inquadratura alcuni

stereotipi tipici di questa nazione come il basco, la baguette e

il viale alberato che ricorda le campagne della Provenza.

Cosa ha realizzato nel mondo del cinema?

Ha prodotto numerosi documentari partendo dalla ricerca di

situazioni spesso paradossali e sviluppando gli stessi temi

FOTOGRAFIA PASSIONE PROFESSIONE IN NETWORK

www.universofoto.it

Via Ponte all'Asse 2/4 - 50019 Sesto F.no (Fi) - tel 0553454164

France (Paris, 1989 / © Elliott Erwitt - Magnum Photos)

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ELLIOTT ERWITT

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