Flotte&finanza 52 settembre 2019

TANTO PER
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ANCORA TU?
Ma non dovevamo vederci più? Avevamo
sperato che i “furbetti del check” fossero
in via di estinzione. Invece ci sono
ancora società che barano sui controlli
alla restituzione. Con enorme
danno d’immagine per il settore
La peggiore pubblicità
negativa è una
esperienza
negativa. Passare
attraverso le forche
caudine del
controllo veicolo a
fine noleggio è
spesso una
esperienza a dir
poco fastidiosa.
Il cliente mal
digerisce la
minuziosa, pedante,
pedissequa relazione
nella quale anche il più
piccolo danno viene riportato
con enfasi inquisitoria.
Su ciò bisognerà prima o poi lavorare, rivedendo
quali sono i parametri leciti di usura, i piccoli danni
occasionali e, insomma, il vissuto di un veicolo, che
non può mai essere gestito come una reliquia.
E fin qui siamo nell’alveo dell’opinabile, del
consigliato, della compliance e della friendship
verso il cliente flotta o il fruitore del fringe.
corso, ma quanti di questi casi esistono e non
vengono segnalati? Dove sta il problema, nella
società affidataria del controllo, spesso esterna al
noleggiatore stesso, o nelle politiche di noleggio di
alcune tra queste società? Che la malizia, la
furbizia, la disonestà siano nella cattiva pratica del
noleggiatore o in quella della società di controllo,
poco importa. Il danno di immagine colpisce
implacabile tutta la categoria, trasformando
l’esperienza di possesso in una avventura
da non ripetere.
Parlo per vita vissuta: anche a me, anni
fa, successe la stessa cosa. E non fu
una esperienza piacevole, la vissi
come un tradimento. Se le società
di noleggio vogliono non essere
inserite di diritto tra quelle
istintivamente antipatiche e di cui
non ci si può fidare, farebbero bene
a farlo rispettare, il codice etico
Aniasa (ma esiste ancora?).
p.s. Il guardiano attento di questa
rivista, Roberta Carati, mi fa notare che
questo editoriale l’avevo già scritto e
riscritto nel corso di questi dieci
anni di F&F. Sorry.
Recentemente, però, una società di noleggio è stata
pesantemente multata perché barava sulle
condizioni di rientro, attribuendo all’utilizzatore
danni inesistenti. La legge ha fatto e farà il suo
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