WineCouture 9-10/2023

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2 Nuovi orizzonti: benvenuto WineCouture International Il nostro sistema editoriale WineCouture, come si dice in gergo, “chiude” il cerchio (il primo) grazie al lancio di una nuova entusiasmante iniziativa editoriale: si chiama WineCouture International Edition ed è la novità che arricchisce ulteriormente il nostro finale d’anno. Newsletter settimanale, notiziario inviato via e-mail ogni giovedì alle ore 19 italiane, è dedicata a circa 20mila operatori del vino dislocati in 15 mercati in tutto il mondo: dagli Usa al Regno Unito, dal Canada a Singapore, dal Giappone alla Germania. Dopo aver da poco ampliato le attività (oltre che le pagine e i canali dei nostri media) al mondo Spirits – Distillati, Liquori e Amari – anche raccogliendo le suggestioni di molti partner (a cui va il nostro ringraziamento), la nostra società editoriale Nelson ha deciso di lanciare WineCouture International Edition per ampliare ulteriormente il raggio operativo e contribuire a raccontare con la sua formula l’Italia, e i suoi vini, in giro per il mondo. Questo appuntamento settimanale, infatti, non solo allarga i nostri orizzonti, ma va a completare (per ora sul versante digital) l’offerta composta in modo strutturato sia nel mondo B2B, con la rivista WineCouture e la sua newsletter correlata, sia in quello B2C, con il web magazine WineCouture.it e la pubblicazione cartacea free-press I Quaderni di WineCouture, distribuita mediante il circuito delle enoteche aderenti a Vinarius. E per il 2024 non vediamo l’ora di compiere insieme a tutti voi altri ed emozionati passi in avanti. 06 Dossier. Il 2023 di Laurent-Perrier e dello Champagne in Italia 07 Dossier. De Vilmont: lo Champagne all’italiana secondo Serena Wines 1881 08 Dossier. Alle origini del progetto Collection di Maison Louis Roederer SOMMARIO 24 Dossier. A tu per tu con Nathalie Laplaige, Chef de Cave di Maison Joseph Perrier 26 Focus On. L'irreplicabile Lambrusco di Sorbara e Cavicchioli 30 Spirits. Un nuovo racconto di WineCouture di Distillati, Liquori e Amari WINECOUTURE - winecouture.it Direttore responsabile Riccardo Colletti Direttore editoriale Luca Figini Coordinamento Matteo Borré (matteoborre@nelsonsrl.com) Marketing & Operations Roberta Rancati Contributors Francesca Mortaro, Andrea Silvello, Irene Forni Art direction Inventium s.r.l. Stampa La Terra Promessa Società Cooperativa Sociale Onlus (Novara) Editore Nelson Srl Viale Murillo, 3 - 20149 Milano Telefono 02.84076127 info@nelsonsrl.com www.nelsonsrl.com Registrazione al Tribunale di Milano n. 12 del 21 Gennaio 2020 - Nelson Srl - Iscrizione ROC n° 33940 del 5 Febbraio 2020 Periodico bimestrale Anno 4 - Numero 9/10- Ottobre 2023 Abbonamento Italia per 6 numeri annui 30,00 € L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati personali in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Nelson Srl Responsabile dati Riccardo Colletti Viale Murillo, 3 20149 Milano
3 Mezzo secolo di La Selvanella Viaggio a ritroso nella storia di un Cru icona del Chianti Classico Un Sangiovese che ha sempre rivendicato la sua autenticità. Fieramente figlio esclusivamente dell’uva che meglio simboleggia nel mondo la Toscana del vino. Siamo sul confine tra i territori di Greve e Radda in Chianti, alla fine degli anni ’60, un’epoca di rivoluzioni: in questo caso nel calice. E l’inizio di una storia che ha in seguito dato ampiamente ragione a questo Chianti Classico Riserva che è sempre stato molto più di un semplice esponente dell’eccellenza delle terre del Gallo Nero. Qualità, solo qualità, fortissimamente qualità: all’insegna della scelta di percorrere la via che lo ha condotto, fin da principio, su un cammino che questa etichetta non ha mai abbandonato. Non ci sono stati, infatti, tentennamenti nel corso dei decenni rispetto alla immaginifica visione iniziale: né qualora si parli di affidarsi soltanto al Sangiovese di un vero e proprio Monopole in Chianti Classico, né guardando alle scelte in termini di vinificazione, da sempre fedele in cantina alla scelta di tre anni di affinamento in botte grande, con aggiunta di uno ulteriore di riposo in bottiglia. E non poteva essere altrimenti per un’azienda che, fin dalle origini, ha sempre avuto chiaro il percorso che avrebbe intrapreso: tanto che ancora oggi è una sola l’etichetta che la simboleggia e ne definisce la pioneristica produzione. L’idea fondante di Vigneti La Selvanella, infatti, è sempre stata quella di fare un grande vino, espressione di un territorio realmente unico all’interno dei panorami del Gallo Nero: per conformazione geologica dei DI MATTEO BORRÈ poco più di 50 ettari vitati, prima, per esposizioni e tratti che ne delineano il profilo nel calice, poi. La Selvanella è, infatti, è più di un nome: è sintesi di un’identità delineata attorno a una sola collina, combinazione infinita di biodiversità tra i filari e di suoli grazie ad Alberese e Galestro, un solo vitigno, il Sangiovese, un solo vino, un Chianti Classico Riserva Docg oltre ogni moda e in grado di mantenere assoluta precisione nel calice anche a distanza di decenni. Non è un caso: parliamo di uno dei primi Cru riconosciuti storicamente quando si parla di Gallo Nero. E la sua “nobiltà” è ribadita anche dalla verticale che ci ha posto innanzi a un procedere à rebours, partito dal frutto della 50esima vendemmia, l’annata 2019 oggi in commercio, fino a giungere alla scintilla che ha innescato la fiamma del mito, l’originale 1969, che ha distanza di mezzo secolo è tornata a brillare potentemente nel bicchiere. Un viaggio straordinario, che si è dipanato lungo il corso dei decenni, facendo sosta in anni simbolo: con le tappe fissate in 2006, 1995, 1986 e 1971. Arrivare al cuore del racconto, questo l’obiettivo, per cogliere appieno la complessità di un vino prima del suo straordinario potenziale evolutivo in bottiglia. Per questo, licenza giustificata, si è scelto di seguire nel calice il fil rouge della cifra stilistica partendo dall’annata più “fresca”: quella 2019 che è non solo traguardo da celebrare, ma anche interessante termine di paragone per il suo ricordare, grazie a un andamento climatico ha ricondotto la mente alle decadi delle origini, gli anni ’60 e ’70. Balsamicità, sentori di violetta, note di erbe mediterranee, dal rosmarino al timo, e ancor prima una caratterizzazione pepata ed erbacea abbastanza evidenti, ulteriore strato quest’ultimo che si amalgama alla perfezione nella complessità di un vino unico. Secco, oscilla tra l’acidità che la componente calcarea dei terreni gli dona e potenza. Il Sangiovese nella sua più pura espressione: caldo, godibilissimo, diretto ma che avvolge con la sua persistenza infinita. Netto, pulito, dal tannino fieramente asciutto e vellutato, per un calice che invoglia a un nuovo sorso. Un secondo bicchiere che, nella realtà, ci conduce indietro nel tempo fino all’anno 2006, grade annata per la Toscana del vino, ma più in generale per tutta l’Italia enoica. A fare capolino una Riserva che si rivela con i suoi tratti balsamici riconoscibili fin dal naso. In bocca, poi, è un esempio di stratificata concentrazione. È una narrazione, questa nel calice del profilo evolutivo del Chianti Classico Riserva La Selvanella, che giunta al 1995 si ritrova innanzi a un vino nettamente meno espansivo dei precedenti, non solo a causa dell’incedere del tempo. Violetta, cuoio, note che si rivelano col passare dei minuti, evidenziando quanto il carattere dell’annata influisca sul carattere nel calice. A ribadirlo, il frutto della vendemmia 1986, che oggi ritroviamo con un profilo più vellutato rispetto a chi è venuto prima, espressione che conquista nel suo lieve e tenue dipanarsi. Una delicata introduzione a quella che è la scossa di un finale da ricordare, in questa cronaca davvero unica di un vino da sempre contemporaneo. Se la Riserva 1971 accoglie il palato esprimendosi con un’acidità moltiplicata all’ennesima potenza, lama che parla di una freschezza in bottiglia ancora intatta a distanza di mezzo secolo, il punto di arrivo della prima annata evidenzia di un equilibrio che si sviluppa in una combinazione pressoché perfetta. La Selvanella 1969 vede prevalere note di chinotto ed essenza di agrumi, invogliando a un nuovo sorso che evidenzia quanto effimeri possano essere 50 anni per un grande vino. PRIMO PIANO
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