WineCouture 9-10/2023
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
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7<br />
Lo Champagne ha anche un volto italiano. Sempre più, infatti, l’eccellenza in<br />
bottiglia di Reims e dintorni parla la nostra lingua. Ne è un fulgido esempio<br />
l’elegante Champagne De Vilmont, oggi tra i brand di punta di Serena Wines<br />
1881. Le colline di Conegliano, infatti, non sono mai state così vicine alla Francia:<br />
o, meglio sarebbe dire, ai dolci pendii dell’Aoc Rilly la Montagne, al cuore<br />
della Champagne. Il progetto nasce nel 2007, quando per volontà dello zio di Luca Serena,<br />
Gerardo, grande estimatore delle più prestigiose bollicine transalpine, la famiglia veneta<br />
decide d’investire nell’Appellation d’Origine Contrôlée Rilly la Montagne, ampliando<br />
così il proprio portfolio. Un marchio dedicato che affonda le radici in un’area vocata, come<br />
testimonia il fatto che a esservi prodotto è storicamente lo Champagne che celebra il nobile<br />
marchese di San Crevés, François Alphonse Donatien De Vilmont, vissuto a fine 1700.<br />
Leggenda narra che l’ex ufficiale della Guardia Reale di Luigi XVI, passato nel 1792 tra le<br />
file del neonato esercito rivoluzionario, dopo aver conseguito un’importante vittoria militare<br />
contro le armate austro-prussiane a Valmy, festeggiò con gli ussari francesi sul campo<br />
di battaglia sciabolando una bottiglia di Champagne. Oggi, la famiglia Serena dimostra lo<br />
stesso coraggio, portando avanti fieramente il testimone di una lunga tradizione, dando<br />
vita a cuvée e millesimati di alta qualità, proprio a marchio De Vilmont, da uve provenienti<br />
dalla zona Premier Cru Aoc Rilly La Montagne, a poca distanza da Reims. Ci si trova in<br />
un’area collinare con esposizione delle vigne prevalentemente a Sud, accarezzata da un clima<br />
continentale, segnato da una temperatura media annuale intorno ai <strong>10</strong>,5°C, che favorisce<br />
una maturazione lenta degli acini e regala, insieme a un suolo particolarmente ricco<br />
per via della presenza di Calcare, Gesso e Marna, tratti di freschezza e vivacità alla bollicina<br />
che tra i suoi filari prende forma. Uno Champagne che ha proprio nel Belpaese il suo primo<br />
mercato di destinazione, non tradendo le origini del nome dietro al marchio. Oggi,<br />
infatti, l’Italia assorbe il 70% dei volumi totali venduti, cioè 35mila bottiglie su 50mila<br />
complessive commercializzate ogni anno. Ma gli orizzonti di De Vilmont lo conducono<br />
davvero in ogni angolo del globo, spaziando, nelle sue destinazioni principe, da Austria,<br />
Russia e Santa Lucia nelle Antille Inglesi, con circa 2mila bottiglie cadauna, Germania,<br />
circa 1.500 bottiglie, Svezia, Repubblica Ceca e Polonia, attorno alle 1.000 bottiglie ciascuna.<br />
Dopo proprio la Svezia, che rappresenta il mercato di più recente apertura grazie<br />
alla riconquista della catena Elite Hotels e dei suoi bistrot Bishop, l’azienda si sta muovendo<br />
ora verso l’America, dove sta lavorando alla realizzazione di un progetto da circa 8mila<br />
bottiglie l’anno. “L’obiettivo in Italia è continuare a servire Signorvino, sia per la visibilità<br />
sia per il prestigio di far parte del loro assortimento accanto ai migliori Champagne delle<br />
piccole Maison”, esordisce Luca Serena. Negli ultimi anni, a partire dal Covid, il bilancio<br />
del brand è sempre stato positivo. “Siamo passati da 30mila bottiglie nel 2020 a 40mila nel<br />
2021, per arrivare a 50mila nel 2022”, prosegue. “Ora che abbiamo raggiunto questo importante<br />
traguardo, che era l’obiettivo dell’azienda quando abbiamo acquisito il marchio<br />
De Vilmont nel 2006, credo che sia fondamentale impegnarci al massimo per consolidarlo”.<br />
Per la famiglia Serena, da sempre Champagne significa qualità: dunque, un prodotto e<br />
un marchio di primo livello che, pur ad un prezzo concorrenziale, si rivolga esclusivamente<br />
all’Horeca e, al tempo stesso, innalzi il percepito di tutti gli spumanti a metodo Charmat<br />
prodotti e commercializzati dalla realtà con sede a Conegliano. “Per questo”, chiosa Luca<br />
Serena, “siamo pronti ad investire in Pos e materiale dedicato per i locali italiani che decideranno<br />
di diventare ambassador del marchio De Vilmont, mentre all’estero puntiamo<br />
ad un’ulteriore e graduale crescita in tutti quei mercati che siano in grado di apprezzare e<br />
fare spazio alla qualità e al pregio di uno Champagne di matrice italiana”. Fiore all’occhiello<br />
della gamma De Vilmont è il Brut Grande Réserve Premier Cru. La sua elegante complessità<br />
inizia dall’assemblage: 50% Chardonnay, 25% Pinot Noir e 25% Meunier. I profumi, la<br />
freschezza, la verticalità e la buona struttura sono poi raggiunti dopo il periodo minimo di<br />
36 mesi sui lieviti. Cristallino, dal colore dorato con riflessi ramati, si distingue per il perlage<br />
fine e vivace e per un bouquet armonico e complesso. Fine e delicato, è ben strutturato,<br />
in un giusto intreccio tra acidità e morbidezza, lasciando una sensazione finale rotonda<br />
ed equilibrata. Uno Champagne perfetto per la tavola tricolore: sia in aperitivo sia con<br />
antipasti, come crostini di pâté al fegato, tartare di salmone o formaggi, ma anche abbinato<br />
a portate principali come ravioli di ricotta e piatti elaborati, spaziando da pesce a carni.<br />
DI MATTEO BORRÈ<br />
Champagne<br />
“all’italiana”<br />
De Vilmont e il suo Brut Grande Réserve Premier Cru:<br />
la bollicina francese secondo Serena Wines 1881<br />
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