WineCouture 9-10/2023
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
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15<br />
tà: mi aspetto una grande annata per i miei vini. Io ci<br />
sto per avere altre annate come questa, anche se è stata<br />
molto difficile e stressante per tutti i problemi e i conseguenti<br />
lavori che abbiamo dovuto fare tra i filari. Chi<br />
ha seguito molto bene la vigna durante tutto l’anno è<br />
stato ricompensato”.<br />
L’importanza dei vendemmiatori<br />
Thomas Rossi, che frequenta la Champagne da diversi<br />
decenni e quest’anno vi ha speso un po’ di tempo in periodo<br />
di vendemmia, racconta nel podcast Champagne<br />
Talks: “Ci si è trovati davanti ad una vendemmia mai<br />
fatta prima: non ci sono paragoni con il passato. Situazione<br />
mai successa: tantissima quantità ha permesso<br />
di fare una bella selezione, ma ovviamente è stato un<br />
lavoraccio. E a complicare il lavoro il caldo e l’umidità”.<br />
Quest’anno più che mai si è rivelato fondamentale il lavoro<br />
dei vendemmiatori.<br />
Fare una attenta selezione<br />
in vigna in molti casi è<br />
stata l’unica strategia per<br />
portare in pressa uva di<br />
altissima qualità.<br />
La regola base per chi<br />
raccoglie ce la svela sorridendo<br />
Brigitte Beaufort:<br />
“Se il grappolo che avete<br />
in mano lo mangereste,<br />
allora lo mettete nella<br />
cesta, altrimenti lo buttata<br />
in terra”. Nulla di più<br />
semplice ma allo stesso<br />
tempo nulla di più vero.<br />
“Stare in vendemmia è<br />
come vivere in una grande<br />
famiglia”, prosegue<br />
Thomas Rossi. “Si inizia<br />
la mattina presto. Sveglia<br />
alle 6, se non prima, poi<br />
si parte in squadriglia e<br />
si arriva sul punto di vendemmia.<br />
Finita una parcella,<br />
si parte e ci si sposta<br />
in quella successiva”.<br />
La vendemmia “italiana”<br />
Tra i vendemmiatori quest’anno davvero tanti gli italiani.<br />
In molti giovani, giovanissimi appassionati di<br />
Champagne che hanno voluto vivere questa esperienza.<br />
Alcuni invece sono ormai dei veterani. Tra questi<br />
Stefania Vignoli, originaria di Correggio, residente<br />
in Svizzera da quattro anni. “Quella appena conclusa<br />
è stata la mia settima vendemmia: la prima volta nel<br />
2017. La mia voglia di approfondire la conoscenza sullo<br />
Champagne non si limita alla programmazione di un<br />
viaggio, sono alla ricerca di qualcosa di più. Per una<br />
strana coincidenza arrivo a dialogare con Céline Rousseaux<br />
(vigneronne di Verzennay, Champagne Jacques<br />
Rousseaux, ndr) e parto. Oggi io e Celine siamo grandi<br />
amiche. Un’amicizia nata per caso, da una passione.<br />
Ogni anno, poi, è un’emozione nuova. Nonostante il rituale<br />
sia sempre lo stesso, sembra sempre tutto diverso.<br />
La routine è la stessa, ma le persone sono diverse, ed è<br />
anche quello che rende l’abitudine una novità”.<br />
Un esordio per Yari Paletti, che è stato ad Ambonnay,<br />
da Coutier. “È stata la prima vendemmia per me, non<br />
sapevo bene cosa aspettarmi. Ho trovato grande ospitalità.<br />
Ci hanno fatto sentire a casa. C’è stato tanto<br />
coinvolgimento, tanta condivisione sia con loro che<br />
con gli altri membri dell’equipe di vendemmia. I pranzi<br />
e le cene per me restano dei momenti indimenticabili di<br />
questa settimana. Sia per l’ottimo cibo che per le bottiglie<br />
stappate”. Con lui, anche Davide Ferrari, che conferma<br />
le stesse emozioni. “È il secondo anno che vado.<br />
Mi ero trovato molto bene lo scorso anno da La Borderie<br />
e quest’anno ho deciso di tornare a vendemmiare.<br />
Sono andato da Coutier. Siamo praticamente sempre<br />
stati con la famiglia, condiviso tutti i pasti con loro.<br />
Mangiato benissimo<br />
e assaggiato delle<br />
bottiglie che credo<br />
non avrei mai potuto<br />
assaggiare altrimenti.<br />
La vendemmia è<br />
sicuramente molto<br />
faticosa ma passare<br />
tante ora nella natura<br />
e tutto il resto ne ripagano<br />
il sacrificio”.<br />
Eduard Baltag, solo<br />
22 anni, racconta la<br />
sua prima esperienza,<br />
da La Borderie,<br />
nella Cote des Bar.<br />
“Emozioni uniche,<br />
un tuffo nell’atmosfera<br />
della campagna<br />
e un incontro con<br />
persone provenienti<br />
da tutto il mondo. Il<br />
ritmo delle giornate<br />
è scandito dalla natura.<br />
Si crea un’atmosfera<br />
unica. Tanta fatica<br />
in vigna ma dopo<br />
questa esperienza<br />
guarderò ogni calice<br />
di Champagne con<br />
occhi diversi”.<br />
Poi c’è anche chi è “del mestiere”. Andrea Micheloni ha<br />
un’azienda agricola in Valpollicella e quest’anno è partito<br />
per fare la sua prima vendemmia in Champagne,<br />
da Pierre Brocard: “Bellissimo. Ospitalità super. Si è<br />
creato un gruppo spettacolare. Una grande esperienza<br />
umana prima di tutto. In vigna si faticava ma tutto<br />
questo era in secondo piano per quello che stavamo vivendo”.<br />
Come è andata la raccolta dell’uva <strong>2023</strong> vista<br />
da chi era in vigna<br />
Dopo qualche frammento di storie di vita vissuta in<br />
vendemmia in Champagne, con tante emozioni e ricordi<br />
di esperienze umane,<br />
prima di tutto, la sintesi<br />
della vendemmia <strong>2023</strong><br />
da un punto di vista vitivinicolo<br />
la lasciamo alle<br />
parole di Marcello Brunetti,<br />
da un suo post Instagram<br />
al rientro. Alla<br />
quinta esperienza, anche<br />
lui a Verzenay da Jacques<br />
Rousseaux, conclude:<br />
“Quest’anno otto giorni.<br />
Intensi. Da noi la qualità<br />
era ineccepibile con<br />
l’80% delle parcelle con<br />
uva intatta come la 2022<br />
e le restanti parcelle dove<br />
con un po’ di selezione<br />
abbiamo comunque<br />
portato a casa un’ottima<br />
qualità. Se si fa la media<br />
tra le diverse zone, con<br />
situazioni molto diverse,<br />
alla fine l’umore in giro è buono. La quantità per selezionare<br />
e smistare c’era. Questa è un’altra di quelle vendemmie<br />
dove chi raccoglie pagando al kilo non oso immaginare<br />
cosa possa avere portato a casa. Per me, alla<br />
fine, l’annata è sempre molto relativa. Chi sa lavorare fa<br />
grande vino sempre, chi non sa lavorare non fa grande<br />
vino mai”.<br />
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