Vado e Torno_2024-01

FINO AD APRILE
NIENTE CAMION
L’altezza massima
per transitare nel
tunnel è limitata a
3 metri causa lavori
alla soletta. E la
storia si ripeterà
per i prossimi
quattro inverni. In
basso, la caduta
del diaframma nel
tunnel nell’aprile
del 1964.
Traforo del Gran San Bernardo
SETTE ANNI
IN
STALLO
LA STORIA INIZIA 60 ANNI FA
La prima gara
d’appalto per il
traforo del Gran
San Bernardo è
stata indetta nel
1856 dal Regno
di Sardegna; ma
è solo nel maggio
del 1958 che Italia
e Svizzera firmano
la convenzione che
prevede la concessione
per lo scavo
e l’esercizio della
galleria.
Promotore e inizialmente
azionista
di maggioranza per
il versante italiano
(e non solo), la Fiat
che vede nell’opera
lo snodo fondamentale
per
esportare Oltralpe
le proprie auto.
Due i progetti: una
galleria lunga 15
chilometri a 1.600
metri di quota,
scartata per (allora)
insormontabili
problemi di ventilazione,
oppure
l’attuale traforo di 6
chilometri a 1.900
metri di quota,
collegato alle due
estremità a un raccordo
autostradale,
per favorire il transito
dei camion, a
sua volta protetto
dalla copertura in
cemento armato
a prova di slavine
per circa sei chilometri
da entrambi
i lati.
Il cantiere, avviato
nell’estate 1958
sul versante italiano
marcia a passi
da gigante: nell’aprile
1962 cade
il diaframma e il
19 marzo 1964
traforo e autostrade
d’accesso
possono essere
inaugurati. Con un
successo eccezionale
per l’epoca:
il milionesimo veicolo
transita dopo
poco meno di tre
anni, l’11 gennaio
1967 e il periodico
Illustrato Fiat sottolinea
che circa 100
mila erano camion,
per un traffico merci
dell’ordine di 800
mila tonnellate.
Nel febbraio 2018,
si arriva a 30 milioni
di transiti, oltre
tre dei quali sono
camion. Il 2022 è
stato un anno record,
concluso con
849.570 transiti.
Ci battiamo per questi lavori e per
la concessione dal 2017. In silenzio
per non provocare Roma
Olivier Français, presidente Tgsb
È dal 2017 che un
incidente ha messo
a nudo la fragilità
del tunnel. Ma i
lavori sono partiti
solo a ottobre 2023.
Colpa dei governi
italiani che non
hanno mai rivisto la
concessione, che
scade nel 2034, per
dare il via al credito
Festeggerà sessant’anni, il
19 marzo, il tunnel del
Gran San Bernardo che
collega Aosta a Martigny, in
Svizzera, mettendo in comunicazione
i distretti industriali del
Piemonte e della Vallée con il
Vallese, Losanna e, oltre il confine
francese, Besançon.
Opera di ingegneria relativamente
semplice (è lunga meno
di 6 chilometri) e di accessibilità
difficoltosa in inverno, visto
che l’ingresso sul versante
italiano è quasi a 1.900 metri
di quota, ma strategica per le
esportazioni nei decenni di fine
Novecento in cui Torino era
la capitale italiana dell’auto.
Traforo che di recente è tornato
alla ribalta, nell’infernale
risiko infrastrutturale
scatenato
dall’annunciata
chiusura del
tunnel del Monte
Bianco.
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