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Vado e Torno_2024-01

In questo numero di Vado e Torno: STY. La premiazione in TV Mercato. Aumento a doppia cifra Anteprime. Renault T/C E-Tech – Iveco gamma 2024 – Scania R/S 420/460 a biogas Prove. Il podio 2024 del Supertest Dakar. Iveco in pole position Politica. Quel settore schizofrenico Infrastrutture. Sette anni di stallo sul Gran San Bernardo

In questo numero di Vado e Torno:
STY. La premiazione in TV
Mercato. Aumento a doppia cifra
Anteprime. Renault T/C E-Tech – Iveco gamma 2024 – Scania R/S 420/460 a biogas
Prove. Il podio 2024 del Supertest
Dakar. Iveco in pole position
Politica. Quel settore schizofrenico
Infrastrutture. Sette anni di stallo sul Gran San Bernardo

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SOTTO LA LENTE<br />

AL SAN GOTTARDO<br />

Precedenza<br />

ai merci<br />

Che passano<br />

nell’unica canna<br />

rimasta. Spostati i<br />

treni passeggeri<br />

Gli svizzeri sullo spostamento<br />

dalla strada<br />

alla rotaia del traffico<br />

pesante non transigono.<br />

E quindi è rimasto deluso<br />

chi ha pensato che il<br />

deragliamento di un convoglio<br />

merci nella galleria<br />

ferroviaria di base del<br />

San Gottardo, lo scorso<br />

10 agosto, avrebbe riversato<br />

un ‘fiume di lamiera’<br />

sulle strade della Confederazione,<br />

come annunciavano<br />

gli ambientalisti.<br />

Dopo avere ribadito che<br />

la responsabilità del disastro<br />

era delle ferrovie<br />

tedesche, proprietarie del<br />

vagone che con la rottura<br />

di una ruota usurata<br />

ha innescato l’incidente,<br />

le ferrovie svizzere hanno<br />

fatto scelte drastiche, in<br />

attesa di riaprire la canna<br />

ovest della galleria, forse<br />

solo dopo l’estate.<br />

Tutti i treni passeggeri<br />

sono stati deviati sulla<br />

vecchia linea ferroviaria,<br />

ribattezzata panoramica,<br />

nonostante l’ora in più<br />

sui tempi di percorrenza.<br />

E nella canna est del tunnel<br />

di base è stato organizzato,<br />

grazie ai sistemi<br />

di controllo centralizzato<br />

del traffico, un gigantesco<br />

senso unico alternato che<br />

nelle diverse fasce orarie<br />

vede susseguirsi a breve<br />

distanza, per sfruttare al<br />

massimo la galleria, più<br />

treni merci incolonnati in<br />

un’unica direzione.<br />

Parallelamente, per non<br />

rischiare la congestione<br />

della linea Basilea-Gottardo-Chiasso,<br />

ogni giorno<br />

alcuni convogli meno<br />

pesanti e senza particolari<br />

vincoli di sagoma sono<br />

stati spostati sulla direttrice<br />

Domodossola-Sempione-Lötschberg,<br />

facendo<br />

leva anche sui lavori<br />

di modernizzazione svolti<br />

nell’ultimo decennio.<br />

FIUME DI LAMIERA<br />

SULLE STRADE<br />

Per evitarlo, gli svizzeri<br />

hanno riservato ai treni<br />

merci il passaggio<br />

nell’unica galleria<br />

rimasta agibile del<br />

San Gottardo dopo<br />

l’incidente di agosto<br />

2023. Per i passeggeri<br />

resta la vecchia linea<br />

ferroviaria ribattezzata<br />

panoramica. Un’ora di<br />

percorrenza in più.<br />

Perché una cosa è certa: se la<br />

galleria tra Courmayeur e Chamonix,<br />

lunga più del doppio,<br />

resterà bloccata dai lavori di<br />

manutenzione che si profilano<br />

all’orizzonte e potrebbero prolungarsi<br />

per oltre un decennio,<br />

è il Gran San Bernardo l’unica<br />

chance perché la Valle d’Aosta<br />

non si trasformi in una ‘strada<br />

senza uscita’, nonostante l’handicap<br />

di dirottare i tir su strade<br />

soggette alla salata Ttpcp, la<br />

tassa chilometrica svizzera sui<br />

mezzi per trasporto merci.<br />

Come è già avvenuto nel<br />

marzo 1999, quando l’incendio<br />

del Monte Bianco oltre a costare<br />

la vita a 39 persone provocò<br />

la chiusura della galleria per<br />

35 mesi con pesanti ricadute<br />

sull’economia del Nordovest.<br />

Il Gran San Bernardo, per<br />

di più, avrebbe un asso nella<br />

manica. In seguito agli inciden-<br />

ti sotto il Gottardo e il Monte<br />

Bianco, nel 2009 si decise di<br />

affiancarlo con la seconda galleria<br />

posta con diametro di 4,3<br />

metri, per l’evacuazione in caso<br />

d’emergenza e per facilitare<br />

i soccorsi. Costata 80 milioni<br />

di euro e inaugurata nel 2020,<br />

è parte del programma 2008-<br />

2025 che vede la Svizzera investire<br />

1,6 miliardi di euro per<br />

la messa in sicurezza di gallerie<br />

stradali e ferroviarie.<br />

Quel pasticcio che<br />

dura dal 2<strong>01</strong>7<br />

Tutto a posto quindi? Purtroppo<br />

no, per un pasticcio tecnicoburocratico<br />

venuto a galla solo<br />

pochi mesi fa, nonostante la<br />

saga dei lavori di manutenzione<br />

straordinaria, tra i rimpalli<br />

di Roma e Berna, vada avanti<br />

dal lontano 2<strong>01</strong>7.<br />

Dallo scorso 9 ottobre e fino al<br />

prossimo 22 aprile, weekend e<br />

festività escluse, dalle 22 alle<br />

6, il traffico è infatti limitato<br />

ai soli veicoli leggeri d’altezza<br />

inferiore a 3 metri, causa l’attività<br />

del gigantesco semovente<br />

che demolisce le travi della volta<br />

e provvede alla sostituzione,<br />

con sezioni prefabbricate, della<br />

soletta. Lavori che dovrebbero<br />

ripetersi per quattro inverni con<br />

una spesa complessiva stimata<br />

in 52 milioni di euro, da ripartire<br />

tra Svizzera e Italia.<br />

Ma all’origine dell’intervento<br />

c’è il crollo, appunto,<br />

del 21 settembre 2<strong>01</strong>7 quando<br />

una trave da 300 chili che<br />

reggeva la soletta del condotto<br />

di ventilazione, a 1.200 metri<br />

dall’ingresso italiano, si è rotta.<br />

Sembrava roba da nulla, 15<br />

giorni di chiusura e via, con un<br />

grazie alla sala di controllo che<br />

evitò la tragedia.<br />

In realtà per riaprire al traffico<br />

il traforo di giorni ce ne sono<br />

voluti 94, spendendo oltre due<br />

milioni di euro per abbattere<br />

e ricostruire ben 127 metri di<br />

soletta e per consolidarne altri<br />

1.600 metri.<br />

In pratica, mettendo mano<br />

Il mio predecessore ha fatto<br />

l’impossibile per risolvere il rebus<br />

ma l’instabilità dei governi italiani<br />

non ci ha aiutato<br />

Edi Avoyer, presidente Sitrasb<br />

alla volta si è scoperto che il<br />

cemento armato dopo oltre 50<br />

anni di esercizio richiede radicali<br />

interventi di risanamento.<br />

Costo preventivato, 52 milioni<br />

di euro, ripartiti equamente tra<br />

l’elvetica Tgsb (Société tunnel<br />

du Grand-Saint-Bernard), con<br />

principali azionisti i cantoni<br />

Vaud e Vallese e il Comune<br />

di Losanna, e l’italiana Sitrasb<br />

(Società italiana del traforo del<br />

Gran San Bernardo), controllata<br />

al 65 per cento dalla regione<br />

Valle d’Aosta.<br />

Col dettaglio però che la<br />

concessione del tunnel scade<br />

nel 2034, così<br />

che Tgsb<br />

e Sitrasb si<br />

sono viste negare<br />

i prestiti<br />

dalle banche,<br />

dati i pochi<br />

anni di esercizio.<br />

Quindi, il risanamento della<br />

galleria è appeso a un filo: se<br />

la Svizzera è infatti disponibile<br />

a rinnovare la concessione fino<br />

al 2070, l’Italia è dal 2<strong>01</strong>7 che<br />

fa melina. Tanto che Olivier<br />

Français, presidente di Tgsb,<br />

intervistato da tvsvizzera.it è<br />

sbottato: «Ci battiamo per que-<br />

sti lavori e per il rinnovo dal<br />

2<strong>01</strong>7. In silenzio, perché non<br />

vogliamo provocare Roma. E<br />

anche adesso cammino sulle<br />

uova. Se la situazione non si<br />

sblocca, presto non ci saranno<br />

le condizioni per garantire la<br />

sicurezza dei mezzi in transito<br />

e saremo costretti a chiudere il<br />

tunnel».<br />

Risolvere il rebus<br />

è stato impossibile<br />

Prospettiva che preoccupa pure<br />

il suo omologo italiano, il valdostano<br />

Edi Avoyer: «Il mio<br />

predecessore alla guida di Sitrasb<br />

ha fatto l’impossibile per<br />

risolvere il rebus, e l’instabilità<br />

dei governi italiani non ci ha<br />

aiutato».<br />

Lo scorso 23 novembre, in<br />

commissione Trasporti, Tullio<br />

Ferrante, sottosegretario del<br />

ministero delle Infrastrutture e<br />

849.570 i veicoli<br />

transitati nel tunnel nel 2022<br />

5.798 metri la<br />

lunghezza del traforo, tra<br />

Saint-Rhémy-en-Bosses (1.875<br />

m) in Italia e Bourg-Saint-Pierre<br />

(1.918 m) in Svizzera<br />

2 corsie, una per senso di<br />

marcia da 7,5 metri ciascuna<br />

con altezza utile di 4,33 metri<br />

23 bypass verso la galleria<br />

di soccorso e servizio del<br />

diametro di 4,3 metri<br />

32 telecamere di controllo<br />

del traffico nella galleria<br />

10 km di autostrada sul lato<br />

italiano di cui 6,15 km coperti<br />

(5,75 km in Svizzera)<br />

80 all’ora la velocità<br />

consentita in galleria<br />

dei Trasporti ha però parlato di<br />

proroga della concessione per<br />

16 anni, scadenza nel 2050.<br />

Spiegando che il ministero,<br />

oltre a cercare i 26 milioni<br />

per i lavori, avrebbe invitato<br />

Sitrasb a preparare la proposta<br />

di revisione della concessione.<br />

Che dovrebbe già essere stata<br />

inviata in sede Ue.<br />

Anche il viceministro Edoardo<br />

Rixi, il 15 dicembre, nella<br />

riunione con Sitrasb, regione<br />

Valle D’Aosta e ambasciatore<br />

italiano a Berna, ha detto che<br />

c’è l’intesa tra il Mit e la società<br />

concessionaria per avviare i<br />

lavori nella galleria: «Andando<br />

incontro all’esigenza primaria<br />

di assicurare la connettività dei<br />

trasporti tra Italia e Svizzera in<br />

un momento particolarmente<br />

delicato per la situazione dei<br />

valichi alpini».<br />

Renato Scialpi<br />

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