Hod benessere - periodico bimestrale anno VI n 27 settembre ...

sciandosi accarezzare si abbandona fidandosi ciecamente
di noi, noi stessi che lo accarezziamo; la fusione
emotiva e fisica ed energetica con la luce del sole
quando ci predisponiamo ad accettarla. Sono solo
immagini di amore ma è anche attraverso l’analogia,
meravigliosa e dimenticata scienza, che possiamo
spiegare gli infiniti campi di applicazione di sintesi che
è l’amore, dalla sensazione di appartenenza al desiderio/bisogno
di fusione. Non dobbiamo dimenticare
che ognuno di noi può arrivare al livello che gli è
proprio. Che possiamo discutere unicamente ciò che
abbiamo realizzato (assimilato). Solo chi percepisce
le possibilità che possono essere dischiuse cercherà
di andare oltre i propri limiti soggettivi, cercando.
Applicare tutto questo
al concetto di benessere
Per analogia, se consideriamo il benessere come
armonia, possiamo raggiungerlo facendo
incontrare gli estremi opposti che sono in
noi. Cercherò di fare degli esempi. Se seguissi solo il
mio bisogno di tranquillità e solitudine mi isolerei,
con tutto ciò che ne consegue (minori possibilità di
incontrare persone, donne, amici, occasioni di lavoro,
di scambiare opinioni, confrontare cose e cogliere occasioni,
sostanzialmente di conoscere ciò che la vita
ha in serbo per me). Dall’altra parte avrei l’opportunità
di maggiore ascolto interiore, meno stress e una
digestione migliore, più energia ecc. Ecco allora che
l’armonia è rappresentata dal giusto mix delle mie
due esigenze: staticità (tranquillità e solitudine) e movimento
(azione e scambio). Amore è quindi anche
cercare di guarire gli squilibri fisici, emotivi, psicologici.
L’amore è una cura in quanto armonia.
L’importanza dell’equilibrio tra gli opposti appare evidente
in tutta la sua grandezza se iniziamo ad osservare
che il mondo in cui viviamo è duale. Non esiste
niente senza il suo opposto. Il giorno e la notte, il bene
e il male, la malattia e la salute, persino i computer
usano un linguaggio binario. In molte civiltà del passato
tutto questo era già stato analizzato, ma il fatto
di conoscere una cosa non deve trarci nell’inganno di
averla capita e di essere in grado di utilizzarne le conseguenze.
Non bisogna inoltre confondere l’equilibrio
con la staticità. Quando si parla di cose vive si intende
parlare di equilibrio dinamico, perché la staticità è
peculiare alle cose morte. Fermiamoci qui, anche se si
potrebbero dire molte cose sull’apparenza, sulla pos-
sibilità dei nostri sensi di percepire movimenti di una
certa entità e altri no. Fermiamoci all’equilibrio dinamico
che è qualche cosa di simile a quello che fa il funambolo,
l’equilibrista appunto: è la risultante di due
forze, che nella vita (che non è la realtà del laboratorio)
vanno continuamente bilanciate.
Naturale è ciò che segue le leggi della
natura, che cerca di ristabilire l’armonia
Se una persona è stressata può scegliere se
prendere dei farmaci o dei rimedi naturali,
magari accompagnandoli a tecniche energetiche
o psicologiche. Ma, per chi può permetterselo, a
volte può bastare una passeggiata in campagna per
riequilibrarsi….
Se curarsi significa prendersi cura di sé, curarsi naturalmente
vuol dire smettere di fingere di non avere
tempo per noi stessi. Senza il nostro benessere, siamo
impossibilitati a concludere alcunché. Ciò che importa
non è tanto sostituire i farmaci con prodotti naturali
(a volte certi farmaci sono indispensabili), ma
cercare di aiutare l’organismo a riacquistare la capacità
di difendersi, di mantenersi pulito ed efficiente, rimuovendo
la causa che ha generato i disturbi che ci
affliggono con l’aiuto di prodotti il più possibile innocui
e con l’ausilio di discipline fisico/energetiche. ■
HOD 27 - 31