Hod benessere - periodico bimestrale anno VI n 27 settembre ...
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G li individui autistici sono incapaci<br />
di capire ogni genere<br />
di metafora e finzione, i cosiddetti<br />
“sporchi trucchi del mondo”.<br />
Una di loro, Temple, è diventata<br />
protagonista di un racconto<br />
di Oliver Sacks, scrittore e<br />
professore di neurologia all’Albert<br />
Einstein (molti autistici amano<br />
pensare che Einstein sia uno<br />
di loro) College of Medicine di<br />
New York. A un certo punto, scrivendo<br />
di sé, Temple si sofferma<br />
sul momento in cui, adolescente,<br />
sentì citare in chiesa la frase,<br />
Davanti a ciascuno di voi c’è<br />
una porta che si apre sul Paradiso:<br />
«Come per molti bambini autistici, anche<br />
per me tutto aveva un significato<br />
letterale. La mia mente si concentrò su<br />
una cosa: la porta. Una porta che si apre<br />
sul Paradiso… Dovevo trovare quella<br />
porta… La porta dell’armadio, la porta<br />
del bagno, quella d’ingresso, o forse la<br />
porta della stalla: le esaminai e le scartai.<br />
Nessuna di esse era la mia porta. Poi un<br />
giorno… osservai che stavano costruendo<br />
una nuova ala al nostro dormitorio… Una<br />
piccola piattaforma sporgeva fuori dall’edificio<br />
e io vi salii sopra. Ed ecco la porta! Era<br />
una piccola porta di legno che si apriva sul<br />
tetto… Fui come sommersa da un senso di<br />
sollievo… Un senso di amore e di gioia…<br />
L’avevo trovata! Avevo trovato la porta<br />
aperta sul mio Paradiso».<br />
(Oliver Sacks,“Un antropologo<br />
su Marte”, Adelphi ed.)<br />
con inferriate alle finestre, nubi di fumo di sigarette<br />
e odore di chiuso… Sei o sette di noi sono<br />
arrivati alle prime ore del pomeriggio quando<br />
i malati stavano ancora riposando, e si sono fatti<br />
strada con il suono di violini. In pochissimo tempo,<br />
stupiti perfino loro dalla velocità con cui è<br />
successo, c’è stato un vero e proprio “risveglio”.<br />
Qual è per questi ragazzi il punto d’arrivo?<br />
12 - HOD <strong>27</strong><br />
S<br />
entirsi utili, dare un senso alla propria vita.<br />
A proposito di paura, non può succedere che<br />
i bambini, o i disabili in genere, provino una<br />
sorta di timore nei loro confronti?<br />
N<br />
on dove sono già abituati a vedere dei<br />
clown. Come a Niguarda che già prima di<br />
noi, a partire da cinque anni fa, ha conosciuto<br />
altri clown “apripista”. In un altro caso, ad<br />
esempio durante l’esperienza dell’Albania, tra<br />
i disabili, i nostri ragazzi h<strong>anno</strong> scelto di non<br />
mettersi nasi rossi o parrucche, evitando di fare<br />
entrate in scena di grosso impatto emotivo<br />
proprio per non provocare reazioni di paura<br />
o disagio. Al contrario sono entrati suonando,<br />
cercando nell’aiuto della musica, in poche<br />
note di una fisarmonica, di una chitarra o<br />
di un violino, un importante alleato per raggiungere<br />
più velocemente le persone, e creare<br />
un’atmosfera di rilassatezza e fiducia. Una<br />
volta raggiunta, si può iniziare a lavorare.<br />
Si è riscontrato qualche caso di difficoltà?<br />
i fronte a un disabile grave, su una carroz-<br />
D zella, che non dava segni di risposta e pareva<br />
incapace di sentire alcunché, un clown<br />
dottore si è avvicinato con un palloncino e ha<br />
cominciato a farglielo sentire sulla pelle, sulle<br />
mani, tentando di provocare piccole reazioni.<br />
All’ennesimo tentativo, nel momento stesso