Hod benessere - periodico bimestrale anno VI n 27 settembre ...
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Amore<br />
e<br />
Le Arti Marziali sono attività<br />
complesse, posseggono<br />
contenuti assai vasti. Pochi<br />
possono dire di conoscerli tutti e io<br />
non sono fra questi. Tali contenuti<br />
sono molto diversi da quelli che la<br />
maggioranza delle persone s’immagina.<br />
Una verità che si può apertamente<br />
affermare, senza violare alcun<br />
codice, è quello dello stretto<br />
rapporto che intercorre tra le Arti<br />
Marziali stesse e i sentimenti umani,<br />
compreso quello, unico, che è chiamato<br />
“amore”. Questa affermazione<br />
può sembrare contestabile, dato<br />
che il senso comune ritiene che tali<br />
Arti Marziali, nate per il combattimento,<br />
siano cose estremamente<br />
distanti da questo tipo di rapporto<br />
umano che intende, al contrario,<br />
uno stato emozionale e fisico basato<br />
sul desiderio e sul bisogno reciproco.<br />
32 - HOD <strong>27</strong><br />
Arti Marziali<br />
Il corteo di Marte e Venere<br />
Le Arti Marziali<br />
e il Sentimento:<br />
opposti<br />
inconciliabili?<br />
di Adriano Amari<br />
Le Arti Marziali sembrano, in superficie,<br />
un’attività che cura il confronto<br />
ostile tra due uomini, e ricerca il<br />
contatto fisico violento. Nelle versioni<br />
contemporanee questo aspetto<br />
sembra mitigato da regole e, grazie<br />
ad una nuova dimensione educativa<br />
o sportiva, adattate ad una interpretazione<br />
più morbida, che mira a sviluppare<br />
la disciplina personale e la<br />
soppressione degli istinti e delle emozioni<br />
improvvise. Per questo è<br />
spontanea la domanda: cosa possono<br />
avere in comune con il sentimento<br />
che sovrintende l’affetto, l’amicizia,<br />
il trasporto dei sensi e l’abbandono<br />
istintivo e totale?<br />
Parliamone. Un famoso Maestro<br />
giapponese del XX secolo disse che<br />
l’Arte Marziale, nella sua forma più<br />
vera, alta e pura, è una forma di<br />
energia non dissimile da quella dell’amore.<br />
Tale omogeneità esiste tra<br />
queste due energie, confronto ed<br />
attrazione, perché la vera vittoria nel<br />
confronto è il risultato di una completa<br />
comunione col nostro avversario<br />
e con l’ambiente. Ciò accade per<br />
la capacità di accogliere l’energia offensiva,<br />
materializzata nell’attacco,<br />
trasformandola in modo non cruento,<br />
ma anzi “armonico” in un movimento<br />
circolare. Questa circolarità è<br />
in grado di equilibrare, incanalare e<br />
restituire l’energia perversa ed aggressiva,<br />
in modo da armonizzare lo<br />
spirito turbato dell’altro con il proprio<br />
in equilibrio e far cessare così la<br />
disarmonia che ha prodotto la contesa.<br />
Il termine giapponese che traduce<br />
l’occidentale “amore” è Ai, forma<br />
del verbo “awaseru”, unire, associare,<br />
congiungere. Non ha lo stesso<br />
significato del nostro termine, perché<br />
pone maggiormente l’accento<br />
sugli effetti potenziali, piuttosto che<br />
definire il tipo di sentimento stesso.<br />
Nelle Arti Marziali tale termine è<br />
molto usato in diverse scuole, con<br />
un’accezione che indica la necessità<br />
di unirsi spiritualmente, e nel movimento,<br />
con l’intento aggressivo dell’avversario<br />
fino ad identificarsi con<br />
l’azione di attacco che ne viene generata.<br />
Non odiare l’avversario, ma