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Editoriale Fritz Wegelin vicedirettore ARE fritz.wegelin@are.admin.ch «Rivalutare la prevenzione dei rischi» 56 forum sviluppo territoriale 3/2007
Oltre ai rischi naturali esistono anche rischi tecnologici, generati dall’uomo stesso. La produzione e il trasporto di merci pericolose possono rappresentare una minaccia per le persone e per gli insediamenti, fatto non sempre abbastanza considerato dalla pianificazione. Ad esempio, non si può certo parlare di una pianificazione previdente quando si delimitano nuove zone edificabili lungo una linea ferroviaria destinata al trasporto di merci pericolose. Anche in casi come questo esistono possibilità tecniche e pianificatorie che aiutano ad evitare rischi. La popolazione vuole sicurezza e la sicurezza è molto costosa. Sono senza dubbio necessari ulteriori investimenti. Purtroppo, essi superano di molto le possibilità finanziarie date se si incentrano solo su misure tecniche. Per questo motivo, un procedimento accuratamente pianificato con solide basi, appropriate valutazioni dei rischi, chiare priorità, carte dei pericoli attendibili e una scelta adeguata delle ubicazioni costituisce una parte importante di una gestione integrale dei rischi. forum propone in quest’edizione un’ampia panoramica sui vari aspetti di questa problematica e pone in evidenza come la prevenzione dei rischi sia necessariamente un tema da riscoprire in un mondo sempre più fragile. (traduzione) Ovunque gli esseri umani abbiano deciso di insediarsi, si sono dovuti confrontare con rischi e pericoli. Un tempo era la natura stessa a dettare l’ubicazione adatta a fondare un villaggio. Lo si riconosce ancora oggi osservando molti insediamenti nella zona alpina: villaggi, casali e frazioni sono stati posizionati in modo così ingegnoso da non essere minacciati né da frane, né da valanghe o inondazioni. Inoltre, si è sempre prestata molta attenzione a salvaguardare il terreno agricolo, scarso e molto prezioso. Durante il ventesimo secolo, il rispetto della natura ha perso gradualmente importanza. Le conseguenze non ci sono state risparmiate: sempre più danni alle persone, agli immobili, alle infrastrutture ed alle coltivazioni. Per questo motivo, già nel 1972, il decreto federale sulle misure urgenti nell’ambito della pianificazione del territorio, incaricava i Cantoni di delimitare senza indugio le zone a rischio. Durante la fase di crescita ed espansione degli ultimi decenni, il mandato non ha però mai assunto carattere prioritario. Oggi, invece, si nota una certa sensibilizzazione. L’approssimazione nell’espansione degli insediamenti, la crescente richiesta di superficie nelle zone a rischio, l’impermeabilizzazione ulteriore del terreno così come l’accresciuta frequenza degli eventi naturali hanno provocato danni in misura molto maggiore che in passato. La forza delle immagini mostrate dai media, congiunta alle incertezze in relazione ai mutamenti climatici, hanno a loro volta contribuito a ridestare l’attenzione per questo tema. 57
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