PDF (deutsch, français, italiano) - Planat
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Nel 1997, il Consiglio federale,<br />
nell’intento di migliorare la prevenzione<br />
dei pericoli naturali in Svizzera, ha<br />
istituito la piattaforma PLANAT. Essa si<br />
compone di venti esperti provenienti<br />
da tutto il Paese. Il suo obiettivo principale<br />
è una gestione più consapevole<br />
dei rischi naturali attuali e futuri ai<br />
sensi di una cultura del rischio di carattere<br />
preventivo. La protezione ottimale<br />
della popolazione svizzera, delle<br />
sue basi vitali e dei suoi beni più preziosi<br />
dai diversi pericoli naturali costituisce<br />
un impegno comune della Confederazione,<br />
dei Cantoni, dei Comuni,<br />
dell’economia e di ogni singolo individuo.<br />
Il compito principale dell’ente<br />
pubblico è di evidenziare i rischi e cer-<br />
Le carte dei pericoli<br />
dal punto di vista giuridico<br />
Le carte dei pericoli illustrano dove<br />
in Svizzera esistono minacce naturali<br />
per gli insediamenti. Sono quindi<br />
fondamentali per la delimitazione<br />
delle zone di pericolo e per la definizione<br />
dei vincoli d’utilizzazione. Le<br />
leggi federali sulla sistemazione dei<br />
corsi d’acqua e sulle foreste (LFO)<br />
obbligano i Cantoni ad elaborare delle<br />
carte dei pericoli per piene, valanghe,<br />
scoscendimenti e frane ed a<br />
tenerne conto nell’ambito della pianificazione<br />
direttrice e d’utilizzazione<br />
così come in tutte le loro attività<br />
ad incidenza territoriale. Nel 2004,<br />
la PLANAT ha pubblicato lo studio<br />
«Aspetti legali in materia di carta<br />
dei pericoli». La pubblicazione, oltre<br />
a chiarire gli aspetti giuridici, comprende<br />
anche una valutazione delle<br />
norme legislative a livello federale e<br />
cantonale. Il nuovo promemoria della<br />
PLANAT, dal titolo «Le carte dei<br />
pericoli dal punto di vista giuridico»,<br />
riassume conoscenze e risposte alle<br />
questioni giuridiche più importanti<br />
con cui Cantoni e Comuni potrebbero<br />
essere confrontati al momento<br />
dell’attuazione.<br />
care di ridurli, ma ogni singola persona<br />
deve assumere la propria responsabilità<br />
e nei limiti delle sue possibilità cercare<br />
di evitare o ridurre i danni, adottando<br />
misure di protezione puntuali.<br />
I pericoli naturali concernono tutti<br />
Come dimostra l’esperienza degli ultimi<br />
anni, si è riusciti a diminuire il numero<br />
delle vittime in caso di catastrofi<br />
naturali, ma i danni materiali e in particolare<br />
i danni indiretti sono aumentati.<br />
In retrospettiva, la politica di gestione<br />
dei pericoli naturali finora condotta,<br />
il cui obiettivo principale era la difesa<br />
dai pericoli, va considerata un successo.<br />
L’aumento della densità degli<br />
insediamenti e quello ancora più marcato<br />
dei valori, come pure le svariate<br />
esigenze nel lavoro e nel tempo libero<br />
ingrandiscono però sempre più il rischio<br />
legato ai pericoli naturali. Gli influssi<br />
ambientali come il cambiamento<br />
del clima possono, a loro volta, accrescere<br />
in futuro la minaccia di singoli<br />
pericoli naturali. Ridurre il rischio che<br />
ne risulta ad un minimo sopportabile<br />
rappresenta per la nostra società un<br />
compito certamente assai impegnativo.<br />
Una cultura del rischio vissuta in<br />
modo consapevole dovrebbe promuovere<br />
a livello sociale una comprensione<br />
globale delle questioni relative alla<br />
sicurezza.<br />
La strategia attuale<br />
La strategia contro i pericoli naturali<br />
(PLANAT) mira a stabilire in Svizzera<br />
una nuova cultura del rischio per la<br />
gestione dei pericoli naturali. A tal fine,<br />
vengono definiti obiettivi di protezione<br />
sostenibili a livello sociale, economico<br />
ed ecologico, vale a dire dei limiti<br />
agli sforzi in materia di sicurezza<br />
per la protezione degli esseri viventi e<br />
dei loro averi.<br />
Nel quadro della gestione integrale<br />
dei rischi vengono applicate misure<br />
equivalenti e coordinate di prevenzio-<br />
ne, d’intervento e di rigenerazione per<br />
tutti i tipi di pericoli naturali.<br />
Si scelgono prima di tutto misure poco<br />
onerose e particolarmente efficaci.<br />
Nonostante le ottime misure precauzionali,<br />
sono da attendersi danni importanti<br />
anche in futuro. È perciò necessario<br />
sviluppare anche dei concetti<br />
d’emergenza per fronteggiare situazioni<br />
di crisi. Inoltre, è di primaria importanza<br />
coprire i danni finanziari nel<br />
settore privato con l’aiuto delle compagnie<br />
assicurative.<br />
Una realizzazione a tappe<br />
I rischi legati ai pericoli naturali sono<br />
soggetti ad un continuo processo di<br />
mutazione. Per questo motivo, in futuro,<br />
l’efficacia delle basi strategiche<br />
dovrà essere verificata periodicamente<br />
mediante un controllo dei risultati e<br />
le stesse dovranno essere adattate alle<br />
nuove condizioni quadro sociali, politiche<br />
e finanziarie.<br />
La PLANAT ha analizzato la situazione<br />
attuale. Il rapporto di sintesi «Strategia<br />
pericoli naturali Svizzera» rivela<br />
che il nostro Paese investe annualmente<br />
2,9 miliardi di franchi nella protezione<br />
contro i pericoli naturali. Il<br />
rapporto valuta anche l’approccio attuale<br />
ai rischi legati ai pericoli naturali<br />
e propone un piano d’azione che<br />
li dovrebbe limitare ulteriormente, aumentandone<br />
contemporaneamente la<br />
consapevolezza. I progetti del piano<br />
d’azione prevedono tre priorità.<br />
• Uno sviluppo ulteriore del «Concetto<br />
di rischio connesso ai pericoli naturali»:<br />
manuali pratici e un’offerta di formazione<br />
e perfezionamento in materia<br />
dovrebbero rafforzare ulteriormente la<br />
gestione integrale dei rischi. Il Concetto<br />
andrà quindi sviluppato ulteriormente<br />
tramite studi mirati.<br />
• Competenze e dialogo incentrato<br />
sui rischi: istituzione, per mezzo di<br />
un ampio dialogo, di una cultura della<br />
consapevolezza dei rischi condivisa<br />
da tutte le parti interessate. Devono altresì<br />
essere migliorate le competenze,<br />
66 forum sviluppo territoriale 3/2007