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Raccontare Pirano

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Parecchi anni prima era stata bandita una sottoscrizione

in tutta l’Istria, a Trieste e in Italia per raccogliere

fondi per il monumento al grande figlio di

Pirano. Era un periodo particolarmente delicato dal

punto di vista politico con l’irredentismo che aveva

molti sostenitori. Da qui la dedica sul basamento:

“A Tartini, l’Istria”. Poche, ma significative parole.

L’artista veneziano ha reso molto realisticamente il

momento in cui il maestro si inchina al suo pubblico

che lo applaude.

Nel 2016, durante un’indagine sullo stato di conservazione

della statua, venne scoperta sul violino la

dedica dello scultore alla moglie Ida Lessiach Naya

Dal Zotto, morta tre anni prima.

I pili portabandiera

Sulla piazza ci sono i due pilastri monolitici detti

“pili” con i pennoni in legno per le bandiere. Sono

alti oltre i 2 metri in pietra d’Istria della cava di

Parenzo. Risalgono al XV sec. Uno è dedicato a

San Giorgio (1463) che uccide il drago. I Piranesi

gli chiedono protezione in cambio delle loro preghiere.

L’altro è dedicato a San Marco (1466) e il

bassorilievo rappresenta il leone alato. L’iscrizione

è la lode e il riconoscimento della potenza della

Dominante: “il leone carpisce e domina tutto

quanto c’è in terra, in mare e in cielo”. Sullo stesso

pilo ci sono le misure di lunghezza usate dal Medioevo

in poi. Il sistema decimale subentrerà ufficialmente

molto più tardi, appena nel tardo ’800.

Le antiche misure sono: la pertica, il brazzo (braccio),

il passo, la mazza e la stroppa. Mentre le prime

quattro sono conosciute, meno lo è la stroppa. Era

la misura della cordicella che ad esempio stringeva

il fascio di rami sottili e secchi per accendere il

sica cioè di confine. Su questi problemi e sull’opera del compositore

la musicologia si è generalmente limitata a pochi

saggi. La lacuna è stata colmata nel 2004 dal musicologo

triestino Paolo Petronio, con “Le opere di Antonio Smareglia”

(Wikipedia). Recentissimo il volume “Antonio Smareglia e il

suo mondo” di Giuliana Stecchina, sulla vita, l’opera e l’ambiente

musicale in cui visse il musicista istriano. (Radio Capodistria

20/1/2023)

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