Pubblicazione opuscolo Basilicata - Ministero per i Beni e le Attività ...
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SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA BASILICATA<br />
Le principali fasi d’intervento sono state modulate secondo il seguente programma:<br />
1) ricognizioni puntuali del<strong>le</strong> aree interessate dai progetti e conseguente redazione di<br />
cartografie georeferenziate;<br />
2) ricerche archeologiche preventive nei siti individuati in fase preventiva;<br />
3) individuazione di ulteriori siti e conseguente scavo nella fase dell’a<strong>per</strong>tura del<strong>le</strong> piste<br />
di servizio e dello scavo del<strong>le</strong> condotte.<br />
Alcuni tra i risultati più significativi, <strong>per</strong> quanto attiene la fase di ricognizioni e di redazione<br />
di una cartografia georeferenziata, hanno riguardato in particolare l’area interessata<br />
dal progetto del metanodotto Bernalda-Brindisi, che insiste sul territorio della<br />
colonia greca di Metaponto. In quest’area sono stati individuati numerosi siti archeologici<br />
ed è stato possibi<strong>le</strong> recu<strong>per</strong>are, tra l’altro, importanti corredi funerari greci del V-<br />
III secolo a.C. caratterizzati da ceramiche a figure rosse e da gioielli in oro.<br />
Il progetto di cartografia computerizzata, in questo caso, è stato effettuato in collaborazione<br />
con l’Università di Austin (Texas) ed ha costituito una premessa essenzia<strong>le</strong> <strong>per</strong><br />
la conseguente attività di tutela. Di estremo rilievo sono state, in questo caso, <strong>le</strong> verifiche<br />
archeologiche condotte sul campo dalla Soprintendenza.<br />
La campagna di ricognizioni ha <strong>per</strong>messo l’individuazione di 57 nuovi siti, non documentati<br />
in precedenza e riportati su una cartografia georeferenziata 1:10.000.<br />
Si tratta, in netta preva<strong>le</strong>nza, di fattorie, necropoli, santuari extraurbani, o impianti industriali<br />
(come fornaci o cave) direttamente col<strong>le</strong>gati con la colonizzazione greca del territorio.<br />
Nella chora di Metaponto, è stata, inoltre, documentata la presenza di linee divisorie:<br />
il più antico esempio di lottizzazione e, con ogni probabilità, di bonifica conosciuto <strong>per</strong> il<br />
mondo greco (insieme a quello del Chersoneso sul Mar Nero). Queste linee di divisione<br />
sono evidenti sul<strong>le</strong> foto aeree, specialmente su quel<strong>le</strong> realizzate negli anni cinquanta,<br />
prima del<strong>le</strong> grandi trasformazioni del paesaggio avvenute negli ultimi anni. Oggi <strong>per</strong> la<br />
prima volta, attraverso <strong>le</strong> foto georeferenziate, il mosaico fotografico della chora può darci<br />
una immagine accurata del<strong>le</strong> forme di organizzazione del territorio metapontino. Il dato<br />
archeologico più significativo di ta<strong>le</strong> attività integrata di ricognizioni, di redazione di una<br />
cartografia georeferenziata e del<strong>le</strong> conseguenti verifiche archeologiche riguarda la presenza<br />
di un unico orientamento <strong>per</strong> la città e <strong>per</strong> <strong>le</strong> linee di divisione agraria.<br />
La redazione di una cartografia computerizzata <strong>per</strong> il territorio metapontino si è rivelata<br />
di particolare importanza anche in rapporto alla realizzazione dell’o<strong>le</strong>odotto Viggiano-Taranto<br />
che consente di trasferire nel<strong>le</strong> raffinerie pugliesi il petrolio rinvenuto<br />
negli importanti giacimenti petroliferi della Val d’Agri. L’o<strong>le</strong>odotto attraversa, <strong>per</strong> circa<br />
100 Km., la <strong>Basilicata</strong>, interessando aree archeologiche di straordinaria importanza e, in<br />
primo luogo, i territori occupati dalla colonia greca di Metaponto, dal<strong>le</strong> comunità italiche<br />
della Val d’Agri e dalla città romana di Grumento.<br />
Già in occasione del<strong>le</strong> ricognizioni effettuate lungo tutto il tracciato, nel tratto <strong>per</strong>tinente<br />
al territorio lucano di circa 94 km, si sono individuate 29 aree archeologiche, in<br />
precedenza non conosciute. Tutti questi siti sono oggetto di scavi archeologici preventivi.<br />
Nella fase di esecuzione dei lavori sono stati individuati altri settanta siti antichi, anch’essi<br />
oggetto di ricerche archeologiche sistematiche.<br />
Una collaborazione costante ed estremamente positiva stabilita tra ENI e Soprintendenza<br />
Archeologica della <strong>Basilicata</strong> ha consentito, in sintesi, di ottenere nel caso<br />
- dell’o<strong>le</strong>odotto Viggiano-Taranto due risultati di straordinaria importanza:<br />
è stato possibi<strong>le</strong> esplorare e assicurare la tutela ottima<strong>le</strong> di importanti siti archeologici<br />
costituiti, in primo luogo, da necropoli greche ed indigene e da impianti produttivi databili<br />
tra VI secolo a.C. e IV secolo d.C., assicurando la tutela ottima<strong>le</strong> degli stessi;<br />
- l’o<strong>le</strong>odotto è stato realizzato nei tempi previsti.<br />
Ta<strong>le</strong> intervento ha costituito <strong>per</strong> la <strong>Basilicata</strong> un preciso riferimento o<strong>per</strong>ativo con riferimento<br />
a progetti di area vasta che interessano territori di ri<strong>le</strong>vante interesse archeologico.<br />
ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE<br />
Tra <strong>le</strong> attività di promozione cultura<strong>le</strong>,condotte negli ultimi anni dalla Soprintendenza <strong>per</strong><br />
i <strong>Beni</strong> Archeologici della <strong>Basilicata</strong>, si segnalano in particolare due esposizioni al<strong>le</strong>stite a<br />
Potenza presso il Museo Archeologico Naziona<strong>le</strong> della <strong>Basilicata</strong> “Dinu Adamesteanu”, e<br />
dedicate al<strong>le</strong> ambre e ai coralli, che hanno rappresentato una straordinaria occasione di<br />
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