Pubblicazione opuscolo Basilicata - Ministero per i Beni e le Attività ...
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SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA BASILICATA<br />
espone materia<strong>le</strong> molto prezioso. Crateri, hydriai e pelikai vengono usati <strong>per</strong> i riti a incinerazione,<br />
mentre altro vasellame (skyphoi, <strong>le</strong>kythoi, <strong>le</strong>kanai), viene deposto <strong>per</strong> <strong>le</strong><br />
inumazioni. Fra la grande varietà di materia<strong>le</strong> si cita, a titolo esemplificativo, la spettacolare<br />
tomba di Policoro, risa<strong>le</strong>nte al 400 a.C., con molti grandi vasi a figure rosse, tutti<br />
di ecceziona<strong>le</strong> qualità, o<strong>per</strong>a di pittori italioti come la pelike con il ritorno del<strong>le</strong> Eraclidi<br />
del pittore del<strong>le</strong> Carnee e l’hydria con l’uccisione di Sarpedonte del pittore di Policoro.<br />
L’ultima sezione riprende <strong>le</strong> testimonianze del<strong>le</strong> culture enotrie (fino al VI sec. a.C.) e<br />
lucane (a partire dal V sec. a.C.) del<strong>le</strong> valli dell’Agri e del Sinni. Le popolazioni indigene<br />
enotrie sono ben rappresentate dai corredi del<strong>le</strong> necropoli di Anglona, Chiaromonte,<br />
Tursi (fibu<strong>le</strong>, vasi con decorazione a tenda, parures femminili bronzee contraddistinte da<br />
armil<strong>le</strong> a spira<strong>le</strong>, pendagli a xilofono e cinture a nastro con fa<strong>le</strong>re ed anelli multipli; corredi<br />
maschili composti da spade, pugnali, punte di lancia e rasoi, tutti databili intorno<br />
all’VIII sec. a.C.); più tardi sono i corredi funebri di una tomba dal<strong>le</strong> necropoli di Armento,<br />
della fine del VI sec. a.C., con una oinochoe rodia, coppa di bronzo, armatura con elmo<br />
corinzio e soprattutto un kantharos di bucchero che attestano il contatto con il mondo<br />
etrusco-campano. Di cultura lucana fortemente el<strong>le</strong>nizzata è invece il materia<strong>le</strong> dal<br />
santuario di Erac<strong>le</strong> a Serra Lustrante del IV sec. a.C. (frammenti di statua di Erco<strong>le</strong>, antefisse<br />
a testa di si<strong>le</strong>no o di gorgone, strigi<strong>le</strong> bronzeo) e i vasi a figure rosse di derivazione<br />
greca usati nei corredi funerari; pregevoli gli esemplari del pittore di Roccanova<br />
(anforette, skyphos e <strong>le</strong>kythos).<br />
Fig. 30<br />
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