Pubblicazione opuscolo Basilicata - Ministero per i Beni e le Attività ...
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SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA BASILICATA<br />
vie di comunicazione tra la costa ionica e la val<strong>le</strong> dell’Ofanto, e stabiliscono rapporti culturali<br />
e di scambio con i Greci.Tra la fine del V e la prima metà del IV sec. a.C. la parte settentriona<strong>le</strong><br />
del territorio materano viene occupata dai Lucani con una fitta rete di centri<br />
fortificati, mentre nel Basso Materano rimangono ancora insediate <strong>le</strong> aristocrazie apu<strong>le</strong>,<br />
il cui e<strong>le</strong>vato tenore di vita è testimoniato dai ricchi corredi funerari.<br />
L’area del Vulture-Melfese è caratterizzata dalla presenza di genti di cultura daunia. A Forentum<br />
(Lavello), sotto l’influsso di Canosa, si realizzano grandi tombe a camera scavate<br />
nella roccia, in sostituzione del<strong>le</strong> tradizionali tombe a pozzo. I corredi funerari sono<br />
costituiti da ceramiche realizzate a Canosa da botteghe di artigiani specializzati. Sono<br />
vasi policromi decorati da elaborate applicazioni e ceramiche “dorate” e scialbate che<br />
imitano prototipi preziosi in oro e argento.<br />
Le montuose aree interne della <strong>Basilicata</strong> settentriona<strong>le</strong> sono abitate da popolazioni<br />
affini a quel<strong>le</strong> apu<strong>le</strong>, i Peuketiantes ricordati dallo storico Ecateo di Mi<strong>le</strong>to. Al VI sec. a.C.<br />
si data uno dei ritrovamenti più eccezionali, proveniente da Baragiano: un nuc<strong>le</strong>o di sepolture<br />
riferite ai componenti del gruppo familiare<br />
che esercita il controllo politico ed<br />
economico su tutta la comunità. Una di queste<br />
tombe ha restituito parti di un’armatura greca,<br />
la bardatura da parata di due cavalli e un servizio<br />
di vasi attici a figure nere, unico nel mondo<br />
indigeno della <strong>Basilicata</strong>. Anche <strong>le</strong> indagini condotte<br />
a Vaglio, sul terrazzo di località Braida,<br />
hanno portato alla luce ricchi corredi (fine VImetà<br />
V sec. a.C.) che fanno pensare al<strong>le</strong> sepolture<br />
dei re dei Peuketiantes. Servizi di vasi in<br />
bronzo di produzione greca ed etrusco-campana,<br />
unitamente allo strumentario da ban-<br />
Fig. 8<br />
chetto e a ceramiche da mensa di importazione<br />
greca, rimandano ai pasti comuni ce<strong>le</strong>brati tra<br />
membri della stessa élite alla maniera degli aristocratici greci. (Fig.8)<br />
Verso la fine del V sec. a.C. grandi trasformazioni segnano i territori dell’Italia meridiona<strong>le</strong>.<br />
Gruppi di stirpe osco-sannita provenienti dall’area centro-italica, i Lucani, si trasferiscono<br />
dal<strong>le</strong> montagne al<strong>le</strong> pianure costiere e occupano <strong>le</strong> città greche di Poseidonia<br />
e Cuma, nell’odierna Campania. Muovendosi dal Tirreno, con ondate successive, prendono<br />
il controllo della parte interna della <strong>Basilicata</strong>:<br />
nasce così, nel corso del IV sec. a.C.,<br />
quella che <strong>le</strong> fonti antiche denominano la<br />
“Grande Lucania”, divisa dopo il 356 a.C. in Lucania<br />
e Bruttium. In costante conflitto con <strong>le</strong> colonie<br />
greche, i Lucani organizzano il proprio<br />
territorio con un sistema basato su insediamenti<br />
fortificati di altura e su una fitta rete di<br />
fattorie lungo <strong>le</strong> vallate fluviali. Nel museo è ricostruito<br />
l’ambiente del santuario di Rossano<br />
di Vaglio, vero e proprio santuario federa<strong>le</strong> frequentato<br />
da tutte <strong>le</strong> genti lucane a partire dal<br />
Fig. 9<br />
IV sec. a.C., collocato in prossimità di una sorgente<br />
e dedicato alla dea Mefite. (Fig.9)<br />
Alla fine del IV sec. a.C. i Romani conquistano<br />
gran parte della Lucania. La fondazione del<strong>le</strong> colonie di Venusia e Grumentum sanciscono<br />
il controllo militare e politico di Roma sulla regione. Nella nuova organizzazione<br />
del territorio e sino al III-IV sec. d.C. <strong>le</strong> vil<strong>le</strong>, residenze dei senatori e dei ricchi proprietari<br />
terrieri, acquistano un particolare rilievo. A titolo esemplificativo nel museo è stato<br />
ricostruito un ninfeo con pavimento a mosaico da Cugno dei Vagni (Nova Siri).<br />
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