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versione pdf - giochi di carte : tarocco bolognese di maurizio barilli

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Il gioco moderno deriva, in pratica, dalla Partitaccia - ossia una <strong>versione</strong> "leggera"<br />

della originaria Partita a tutt'andare (6) , che prevedeva poste in danaro, già giocata<br />

a partire dal secolo XVIII, quando il Tarocchino <strong>bolognese</strong> aveva ormai da tempo<br />

consolidata la sua forma definitiva identica all'o<strong>di</strong>erna; il tessuto del gioco è il<br />

medesimo, sono sparite le fasi <strong>di</strong> apertura con rifiuto e rilancio, l'attribuzione dei<br />

premi <strong>di</strong> particolari situazioni <strong>di</strong> gioco e soprattutto è sparita la comunicazione<br />

verbale tra i giocatori ed i suoi pittoreschi termini.<br />

Simile - non ci si illuda - al tressette ed al bridge, dove lo scopo è fare il maggior<br />

numero <strong>di</strong> prese, è anch’esso un gioco <strong>di</strong> risposta al palo, con semi classici latini -<br />

Danari, Coppe, Spade, Bastoni - <strong>di</strong> 10 <strong>carte</strong> ciascuno tra figure e numerali e con<br />

gra<strong>di</strong> gerarchici <strong>di</strong>versi tra coppie <strong>di</strong> semi (alla stregua dell’antico Dasavatara (7)<br />

in<strong>di</strong>ano) più un quinto seme, i ,Trionfi (8) 21 <strong>carte</strong> con caratteristiche <strong>di</strong> presa simili a<br />

quelle della biscola ed un Matto che non va propriamente giocato, ma “coperto”. Lo<br />

scopo del gioco é qui <strong>di</strong> realizzare il maggior numero <strong>di</strong> combinazioni (9) possibili e<br />

<strong>di</strong> sabotarne la composizione agli avversari, mirando a conquistare determinate<br />

<strong>carte</strong> e proteggerne altre vulnerabili ed ambite dal nemico; per certi versi si può<br />

assimilare la strategia del gioco a quella degli scacchi, servono colpo d’occhio,<br />

memoria, astuzia, abilità e spirito <strong>di</strong> sacrificio.<br />

Si può giocare la <strong>versione</strong> classica, che impegna quattro giocatori nell’Ottocento<br />

oppure nelle Quattro Scartate, ma anche il combattivo Terziglio in tre; in due si<br />

gioca a Centocinquanta e a Millone. Volendo far cagnara, in cinque e anche in sei,<br />

niente <strong>di</strong> meglio della chiassosa Mattazza; se poi si è desolatamente soli si fa un<br />

bel solitario... Ce n’è per tutte le compagnie, ma non s’impara in una sera; richiede<br />

attenzione e passione, un po’ come tutte le cose belle e <strong>di</strong>fficili che danno sapore al<br />

nostro vivere.<br />

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