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IL CELIBATO SACERDOTALE E IL VATICANO II

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E‟ da osservare che, mentre nei testi patristici si denotano parecchie trasgressioni e<br />

offese alla continenza sacerdotale da parte di ministri sacri sposati, non se ne trova<br />

neppure una che venga sanzionata come legittima. Come pure non si ha nessuna<br />

testimonianza di bambini nati legittimamente dopo l‟Ordinazione. Infine va ricordato<br />

che l‟eta‟ per l‟Ordinazione degli sposati viene posta dopo il periodo della crescita dei<br />

figli. 36<br />

2. <strong>IL</strong> CONC<strong>IL</strong>IO ECUMENICO DI NICEA<br />

La conclusione di questa disciplina comune, gia‟ evidente nel secolo terzo, agli inizi<br />

del secolo quarto viene riassunta e legiferata nel 3 del grande Concilio di Nicea del<br />

325. Questo canone, per assicurare la continenza dei suoi ministri, proibisce in modo<br />

assoluto al Vescovo, al Presbitero e al Diacono di tenere con se‟ qualsiasi donna, che<br />

non sia al di sopra di ogni sospetto, come la madre, la sorella, la zia. L‟esclusione<br />

della moglie e‟ chiarissima:<br />

“Canone 3. Il grande Sinodo ha proibito con rigore a tutti i Vescovi,<br />

Presbiteri, Diaconi o a qualsiasi altra persona appartenente al clero, di<br />

avere una donna (subintroducta) che abita con lui, a meno che non sia sua<br />

madre, o sua sorella, o sua zia, o persona che sia al di la‟ di ogni<br />

sospetto”.<br />

Che il canone terzo del Concilio di Nicea indichi con le sue parole la disciplina del<br />

celibato/continenza sacerdotali sembra chiaro non solo dal tono generale, ma<br />

soprattutto dal fatto che al primo posto degli ecclesiastici soggetti al divieto di<br />

coabitazione figura il Vescovo. Secondo l‟insegnamento comune della Chiesa<br />

Orientale ed Occidentale il Vescovo era sempre tenuto alla continenza, anche nel caso<br />

che fosse sposato. Avendo il Concilio accumunato i Presbiteri e i Diaconi ai Vescovi<br />

senza nessuna distinzione, vuol dire che essi pure dovevano osservare la continenza<br />

sacerdotale come il Vescovo. 37 Tuttavia bisogna notare che alcuni sono dell‟avviso<br />

contrario e per affermare cio‟ si richiamano alla „notizia‟ di Pafnuzio, a cui abbiamo<br />

accennato piu‟ sopra. Ma come abbiamo visto, questa leggenda non ha nessun<br />

appoggio da parte di una solida critica storica.<br />

Bisogna pero‟ osservare che il Concilio di Ancyra (314) e il Concilio di Gangres<br />

(340) fanno delle affermazioni che possono lasciare perplessi. Per esempio il Concilio<br />

di Ancyra dice al can. 10:<br />

“Coloro che sono promossi al Diaconato, se al tempo della loro<br />

promozione essi rifiutano e dicono che devono sposarsi e che non possono<br />

vivere in questo modo e che in seguito si sposeranno, possono rimanere<br />

nel ministero se il vescovo permette loro di fare cio‟. Ma quelli che non<br />

hanno detto niente e poi sono stati ammessi all‟Ordinazione a condizione<br />

che essi perseverino nello stato celibatario, se poi dovessero sposarsi,<br />

dovranno essere privati delle funzioni diaconali”.<br />

A prima vista sembra che questa canone affermi la possibilita‟ per i Diaconi di<br />

dichiararsi incapaci di osservare la legge del celibato e di essere ugualmente ammessi<br />

al Diaconato. Ad una lettura piu‟ attenta, sembra logico invece che si tratti di<br />

36 Ibidem, p. 323.<br />

37 Cf. Cochini Christian, op. cit., pp. 185-195

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