IL CELIBATO SACERDOTALE E IL VATICANO II
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casto, se lui stesso e‟ piu‟ preoccupato a far nascere figli per il mondo<br />
che per il Signore?”. 77<br />
2. Altre tre lettere di Innocenzo I ripetono questi concetti richiamandosi a Papa<br />
Siricio: sono la lettera “Etsi sibi” al vescovo Vitricio di Rouen; la lettera<br />
“Consulenti tibi” a Esuperio della Gallia, e quella ai Vescovi Massimo e Severo<br />
della Calabria di data incerta. 78 E‟ da osservare che in queste lettere si richiede<br />
impietosamente l‟espulsione dal ministero per coloro che offendono la continenza<br />
sacerdotale. Riportiamo dei passi significativi delle prime due.<br />
Nella lettera “Etsi tibi” Innocenzo I riafferma la tradizione, trovandone il<br />
fondamento sia nel Levitico che in S. Paolo dice:<br />
“……La Chiesa deve sostenere con ogni mezzo cio‟ che e‟ degno, casto e<br />
onesto, e cioe‟ che i Presbiteri e i Leviti (=Diaconi) non abbiano nessuna<br />
relazione coniugale con le loro mogli, perche‟ il clero e‟ occupato ogni<br />
giorno nei doveri del suo ministero. Infatti è scritto, “Siate santi, come Io,<br />
il Signore vostro Dio, sono santo” (Lev 11,44; 20, 7)”. 79<br />
Nella lettera “Consulenti tibi”, Innocenzo I richiama una “santissima legge”, che<br />
trova il suo fondamento nella Sacra Scrittura. Egli dice:<br />
“Tu chiedi cosa bisogna fare a riguardo di chi, essendo rivestito del<br />
ministero diaconale o del Sacerdozio, viene scoperto come incontinente,<br />
per il fatto che ha generato figli. A riguardo di tali chierici, la disciplina<br />
della legge divina e‟ molto chiara, e i richiami molto chiari del Vescovo<br />
Siricio di beata memoria sono stati fatti conoscere a tutti, e cioe‟ che le<br />
persone che hanno questi incarichi ecclesiali e che sono incontinenti<br />
devono essere esclusi da ogni dignita‟ ecclesiastica e non possono<br />
esercitare un ministero che puo‟ essere espletato solo da chi pratica la<br />
continenza. Non bisogna dimenticare la grande importanza di quella<br />
antica e sacra legge, che e‟ stata osservata fin dall‟inizio, e cioe‟ che i<br />
Sacerdoti sono obbligati a vivere nel tempio durante il loro anno di<br />
servizio, perche‟ i divini misteri richiedono ministri puri, senza macchia<br />
per i santi sacrifici..... Se cio‟ è vero, allora quanto piu‟ sono tenuti<br />
all‟astensione da ogni attivita‟ sessuale i Presbiteri, il cui dovere e‟ di<br />
pregare continuamente e di offrire sacrifici...”. 80<br />
3. Alla testimonianza dei Papi Siricio e Innocenzo I vogliamo aggiungere la<br />
testimonianza di altri due Papi, che si sono particolarmente distinti per il<br />
problema del celibato/continenza sacerdotali. Tutti e due questi Papi sono stati<br />
chiamati „Magno‟ dalla storia. Il primo e‟ Leone Magno (440-461), che nel 456<br />
scrive cosi‟ al Vescovo Rustico di Narbonne:<br />
“La legge della continenza e‟ la stessa sia per i ministri dell‟altare<br />
(Diaconi) che per i Vescovi e i Sacerdoti. Quando essi erano ancora laici<br />
o lettori, potevano sposarsi liberamente ed avere figli. Tuttavia una volta<br />
elevati alle dignita‟ sopraccennate, cio‟ che era permesso prima non lo e‟<br />
77 Cf. Epistula 10, 2-9 ad Gall. (PL 13, 1182-1188A; Bruns Herman Theod., Canones Apostolorum et<br />
Conciliorum saec. IV-V<strong>II</strong>, <strong>II</strong>, 274; can. 3, 276-277.<br />
78 Cf. Stickler Alfons Maria, op. cit, p. 22.<br />
79 Innocenzo I, Epist. Ad Vitricium episcopum Rothomagensem, IX,12. PL 20, 475c-77a.<br />
80 Innocenzo I, Epist. Ad Exuperium episcopum Tolosanum , I, 2. PL 20, 496b-98a.