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IL CELIBATO SACERDOTALE E IL VATICANO II

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26<br />

sposi siano fedeli. Perche‟ Dio condannera‟ chi commette adulterio o<br />

altre immoralita‟ (Ebr. 13: 4)”. 40<br />

2. S. Basilio il Grande (329-379), merito‟ dai suoi contemporanei il titolo di<br />

legislatore del mondo orientale per la sua vastissima dottrina e influenza esercitata<br />

su tutti. Nelle sue lettere egli affronta anche il caso di chi da sposato diventa<br />

sacerdote senza sapere che il suo matrimonio era „illecito‟. Egli dice:<br />

“Per quanto riguarda il Sacerdote che senza sapere si era legato con<br />

matrimonio illecito, ho gia‟ deciso cio‟ che si deve fare: per esempio, egli<br />

puo‟ mantenere il suo posto nel coro, ma deve astenersi da ogni altra<br />

funzione. Un semplice perdono e‟ sufficiente nel suo caso. Non sarebbe<br />

ragionevole permettere ad un uomo che deve curare le sue stesse ferite di<br />

benedire gli altri. Con la benedizione infatti si comunica la grazia. Ma<br />

lui non ce l‟ha per lo sbaglio che ha commesso senza sapere. Come<br />

dunque puo‟ darla agli altri? Percio‟ egli non deve benedire ne‟<br />

pubblicamente ne‟ privatamente, e neppure puo‟ distribuire il Corpo del<br />

Signore, o espletare ogni altro ufficio ecclesiastico. Che sia contento con<br />

il suo grado di precedenza e che implori il perdono del Signore per<br />

l‟iniquita‟ che egli ha commesso senza sapere”. 41<br />

Che qui non si tratti di normale adulterio e‟ chiaro dal fatto che si parla di un<br />

matrimonio inconsciamente illecito, quindi molto probabilmente causato dalla<br />

non conoscenza delle norme canoniche presenti per esempio nella Didaskalia<br />

Apostolorum e nei Canoni dei Santi Apostoli, che ordinavano di non procedure<br />

all‟Ordinazione di chi aveva sposato una vedova, una risposata, una prostituta, o<br />

un‟attrice ecc. Risulta pure dalla clemenza e dalla comprensione di S. Basilio, che<br />

non vuole espellere dal coro uno colpevole di tale trasgressione. Se si fosse<br />

trattato di un vero adultero o di uno che avesse mancato alla continenza<br />

sacerdotale, egli lo avrebbe certamente espulso in modo irrevocabile dal<br />

sacerdozio e con la riduzione allo stato laicale, come afferma altrove quando dice:<br />

”Un Diacono che commette fornicazione dopo la sua approvazione al<br />

Diaconato deve essere deposto. Pero‟ una volta deposto e ridotto allo<br />

stato laicale, egli non e‟ escluso dalla comunione. Infatti secondo un<br />

antico canone chi e‟ decaduto dal suo rango deve essere sottomesso solo a<br />

questo tipo di punizione”. 42<br />

Nonostante tuttavia questa sua grande comprensione S. Basilio non ammette piu‟<br />

all‟esercizio sacerdotale chi e‟ stato ordinato dopo essersi sposato con<br />

un‟invalidita‟ canonica.<br />

3. S. Efrem Siro (ca. 306-373). E‟ il Diacono onorato dai Siriani come “Il dottore<br />

dell‟Universo” , “La colonna della Chiesa”, e “L‟arpa dello Spirito Santo‟. Nei<br />

suoi Carmina Nisibena egli cosi‟ esalta la figura del Sacerdote:<br />

" Non basta al Sacerdote ed al nome di lui purificare l'anima e far monda<br />

la lingua e lavare le mani e rendere mondo l'intero corpo, mentre offre il<br />

vivo Corpo (di Cristo), ma in ogni tempo egli deve essere puro, perché è<br />

40 Eusebio di Cesarea, De Demonstratione evangelica, I, 9 (GCS 23. 43).<br />

41 Cf . Cochini Christian, op.cit., pp. 219.<br />

42 S. Basilio, Epistulae 188, 3.

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