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Amici da vent'anni - MEIC Vercelli

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olo II, in atteggiamento penitenziale, abbia l’ardire di riconoscere<br />

gli errori commessi rispetto ad alcune situazioni<br />

del passato, mentre gli intellettuali laici si dissociano o<br />

ironizzano (vedi E. Scalfari, Repubblica, 31 ottobre; G.<br />

Bocca, Repubblica, 3 novembre).<br />

Comunque il Meic di <strong>Vercelli</strong>, con i Settelunedì, ha<br />

testimonianto un’esigenza fon<strong>da</strong>mentale per la fede: capire<br />

la storia, la sua effettività concreta che è quella dell’esistenza<br />

socio-culturale e economico-politica. E’ indispensabile<br />

questa ricerca per vivere responsabilmente la fede e<br />

attestarne la verità ad ogni uomo. Una ricerca che passa<br />

attraverso l’incontro con altri, con i loro volti, con la loro<br />

parola, con la loro riflessione, con le<br />

loro gioie e le loro sofferenze (cf<br />

Gaudium et Spes, 1).<br />

La fede, attraverso l’intelligenza,<br />

vuole non solo capire la storia ma<br />

“svelarla”, perché sia “storia della libertà”,<br />

aperta sull’avvenire, illuminata<br />

interiormente e orientata verso il<br />

suo destino. Anche là ove rarefatti<br />

sono i segni di Dio - e la vita quotidiana,<br />

nelle sue forme consumistiche e<br />

nei suoi ritmi affannati, sembra aver<br />

oscurato questi segni e insieme tutto<br />

ciò che è prezioso per l’esistenza umana-,<br />

la fede continua nel suo impegno,<br />

continua a dire che la storia e il<br />

mondo sono attraversati <strong>da</strong> una luce<br />

che interpella tutti. E la fede sa che se<br />

questa luce viene accolta, se la promessa<br />

della Parola viene ascoltata,<br />

allora l’uomo scopre che gli è <strong>da</strong>ta la<br />

possibilità di sperare e quindi di meravigliarsi, di appassionarsi,<br />

di agire.<br />

Se vent’anni segnano nella biografia personale l’inizio<br />

della vita adulta, l’augurio per il Meic di <strong>Vercelli</strong> non può<br />

che essere quello di continuare sulla stra<strong>da</strong> intrapresa e di<br />

trovare, nella maturità, altre fonti luminose, altri apporti<br />

vitali per una società e una cultura in continua trasformazione.<br />

Il seme è stato gettato e bisogna sperare che germini<br />

e possa un giorno portare nuovi frutti.<br />

Gianni Ambrosio<br />

direttore de “Il Corriere Eusebiano”<br />

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