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La cultura oggi, in Occidente, poiché dipende sempre<br />
più <strong>da</strong>i mezzi di comunicazione, è debole, è in pericolo la<br />
sua libertà.<br />
Si rischia di non lasciare più spazio al pensiero, alla<br />
gerarchia dei valori, si pone tutto sullo stesso piano, non è<br />
più necessario distinguere tra verità e non verità, si esprimono<br />
solo opinioni senza prendere posizioni.<br />
Si soffoca la crescita interiore delle persone, la loro capacità<br />
critica, il loro senso di responsabilità individuale e<br />
collettiva.<br />
Sempre più spesso la cultura, assoggettata alla logica<br />
dei mezzi di informazione diventa intrattenimento, pettegolezzo.<br />
Molte le voci di protesta non ultima quella di Riccardo<br />
Muti “La cultura è impegno mentale, non c’entra nulla con<br />
il divertimento”.<br />
Di fronte a questo relativismo incombente il Movimento<br />
Ecclesiale di Impegno Culturale deve lanciare le sue sfide<br />
di umiltà contro l’arroganza intellettuale, di ricerca responsabile,<br />
consapevole di poter errare e quindi aperta al<br />
dialogo, all’accoglienza, di servizio alla Chiesa locale per<br />
<strong>da</strong>re, così, speranza alla cultura.<br />
Oggi, più che mai, come Meic, siamo chiamati a svolgere<br />
un servizio culturale, ad impegnarci a tutto campo<br />
con professionalità, competenza, sempre in ascolto dello<br />
Spirito, ricercando il dialogo non solo all’interno della<br />
Senza integrismi né appiattimenti<br />
Chiesa, ma anche in quei luoghi, laddove pur non condividendo<br />
la nostra fede, si persegue la libertà dello spirito e ci<br />
si oppone alla mercificazione della cultura.<br />
Ci riappropriamo così delle nostre radici che ci portano<br />
ad essere partecipi criticamente della comunione ecclesiale<br />
ed impegnati a ricercare le relazioni tra fede e le culture<br />
del nostro tempo in sintonia con quanto affermano i Vescovi<br />
italiani, dopo Palermo, che la fede ha bisogno della<br />
cultura per esprimere i bisogni, le domande, le ansie dell’uomo<br />
d’oggi e la cultura ha bisogno della fede per permettere<br />
all’uomo di raggiungere la pienezza delle sue inclinazioni<br />
e non lasciarsi conquistare <strong>da</strong>lla comodità della violenza.<br />
In questa ottica il documento “Investire in cultura” presentato<br />
a giugno (1997) a Bologna al Congresso Eucaristico<br />
vuole essere un contributo del Movimento al progetto culturale<br />
della Chiesa perché come afferma il nostro Presidente<br />
nazionale Prof. Lorenzo Caselli: “Le questioni che<br />
interpellano la nostra coscienza non sono semplici. Per la<br />
loro soluzione non esistono ricettari o manuali di pronto<br />
intervento. In questo momento la Chiesa appare come un<br />
fon<strong>da</strong>mentale punto di riferimento per la ricostruzione della<br />
nostra società, per la produzione di valori e di senso etico.<br />
E’ questo un segno dei tempi che chiama allo scoperto<br />
l’intellettuale cristiano”.<br />
Chiara Benigni