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Eusebiano di sabato 10 febbraio 1996<br />
“Vattimo e Sequeri ai Settelunedì”<br />
Una serata di riflessione seria ed affascinante quella di<br />
mercoledì in occasione degli incontri dei “Settelunedì”.<br />
Il tema (“Il volto di Gesù: bellezza e martirio”) è stato trattato<br />
<strong>da</strong>l teologo Pierangelo Sequeri, docente alla facoltà teologica<br />
di Milano, e <strong>da</strong>l filosofo Gianni Vattimo, docente all’Università<br />
di Torino.<br />
Sequeri, con la brillantezza e la rigorosità che lo<br />
contraddistinguono, ha posto il problema del martirio <strong>da</strong> Pascal<br />
a Nietzche.<br />
Per il primo, che afferma di credere “solo alle storie i cui<br />
testimoni si sono fatti sgozzare”, il martirio è la stra<strong>da</strong> obbligata<br />
per l’affermazione della verità.<br />
Per il secondo, invece, il martirio non ha valore alcuno. La<br />
proposta del teologo è stata quella di riscoprire il martirio nel<br />
senso antico come atto libero e singolare del <strong>da</strong>re la vita.<br />
Vattimo ha ripreso questi concetti soffermandosi sulla bellezza<br />
dell’evento soprannaturale dell’incarnazione di Cristo<br />
che obbliga a superare le visioni naturalistiche di Dio.