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Amici da vent'anni - MEIC Vercelli

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34<br />

Ha presentato Francesco come uomo della solitudine con<br />

Dio; uomo che nel silenzio volto con ogni forza alla contemplazione<br />

e alla preghiera ha incontrato Dio e, chiamandolo<br />

Padre, gli ha lungamente e intensamente parlato, in un colloquio<br />

cui la natura, le creature erano partecipi e lo Spirito era<br />

soffio vitale in una sorte di letificante comunione cosmica.<br />

Francesco insegna a noi che “Lo Spirito non ha paura<br />

della città”. Anche nel frenetico rimescolarsi di attività che<br />

con i loro vortici imprigionano e rendono schiavi, volendo, si<br />

può trovare solitudine e silenzio per un aperto, intenso colloquio<br />

con Dio.<br />

L’itinerario per le nostre anime questo se vogliamo essere<br />

cristiani più fedeli e veri.<br />

* * *<br />

Francesco ha sentito vivo e profondo anche il bisogno<br />

della fraternità. I suoi primi seguaci nelle scelte di vita au<strong>da</strong>ci<br />

e capovolgenti <strong>da</strong> lui proposte, con lui diventano subito “fratelli”<br />

e costituiscono comunità di fede e di pace. Ma non basta,<br />

per far proprio fino in fondo lo spirito del Vangelo, accettano<br />

sposa e compagna, come il padre serafico, Madonna<br />

Povertà e senza indugio, senza rispetto umano, senza vergogna,<br />

solo per amore, si fanno mendicanti in nome del Signore.<br />

Come suona rimprovero l’esempio di Francesco, a noi<br />

che poniamo cuore ed energie per possedere come idolo<br />

intramontabile denaro, potere e benessere.<br />

* * *<br />

Francesco è anche l’uomo della non-violenza. Esser nonviolento<br />

è un fatto eccezionale per i suoi tempi difficili e<br />

combattivi, è eccezionale per lui stesso che, cavaliere in armi,<br />

aveva anche sofferto la prigionia dei vinti. Ma è la conseguenza<br />

logica del suo essere uomo di preghiera, ricco di povertà.<br />

Francesco d’Assisi è il capostipete di una dinastia di<br />

spiriti generosi e forti che con la non-violenza hanno affer-<br />

mato il metodo pacifico per la crescita dell’uomo e dei popoli<br />

e hanno <strong>da</strong>to prova di saper conseguire questa crescita, con<br />

conquiste importanti e stabili.<br />

Martin Luther King e il Mahatma Ghandi appartengono<br />

con Francesco a questa nobile dinastia dello spirito.<br />

Hanno pagato con il sangue le loro eroiche testimonianze,<br />

ma hanno vinto per i loro popoli, senza spargimenti di<br />

sangue.<br />

Sulla stessa stra<strong>da</strong>, la Polonia di Soli<strong>da</strong>rnosc, realizza oggi,<br />

giorno per giorno con la non-violenza la difficile conquista<br />

della fraternità, della giustizia e della libertà.<br />

* * *<br />

Dunque contemplare e pregare senza stancarsi mai.<br />

Dunque possedere la povertà per conseguire il vincolo della<br />

fraternità, come sentimento di fede concreta nell’unico “Padre”.<br />

Dunque la non-violenza come espressione di quella forza<br />

che nasce <strong>da</strong>i cuori poveri, innamorati solo di Dio.<br />

Così, senza cambiare le strutture sociali del suo tempo,<br />

Francesco ha di fatto rivoluzionato il suo tempo, rinnovando<br />

la coscienza degli uomini e il volto della società.<br />

Così Francesco insegna e ripropone a noi uomini di questo<br />

secolo difficile, combattuto fra l’odio e l’amore, fra lo squallore<br />

dell’angoscia e la speranza luminosa di un domani di<br />

fraternità e di pace, di quella pace che Cristo ha promesso a<br />

chi lo ama.<br />

* * *<br />

Le parole di Fratel Carretto sono state ascoltate con fervi<strong>da</strong><br />

attenzione anche se non sono mancate perplessità per alcune<br />

parzialità e omissioni in ordine alle interpretazioni in chiave<br />

moderna della vita e della spiritualità di Francesco, e per<br />

l’asprezza di alcune affermazioni che nella foga del dire sono<br />

suonate un po’ categoriche o troppo severe.<br />

Giuse Betti

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