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Amici da vent'anni - MEIC Vercelli

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64<br />

La Sesia di venerdì 11 aprile 1997<br />

Pareri sul “carattere” dei bicciolani<br />

Vercellesi brava gente?<br />

La provocazione ai Settelunedì<br />

Molte persone lunedì scorso nella Sala Sant’Eusebio del<br />

Seminario ai Settelunedì organizzati <strong>da</strong>l Movimento Ecclesiale<br />

d’Impegno Culturale per un dibattito non semplice: «Ricerca<br />

del carattere del vercellese». Molti spunti, diverse le «provocazioni»,<br />

ancora parecchi i luoghi comuni sulla città che<br />

potrebbe fare gran cose ma intanto perde quel poco che ha.<br />

Moderatore Enrico de Maria, che subito sostiene l’importanza<br />

di quel «Fuma che fé», quella voglia di fare che ha sempre<br />

contraddistinto le nostre contrade, un mondo a volte ingenuo,<br />

sbrigativo, psicologicamente solido.<br />

Più polemica Giusy Baldissone che precisa il «carattere»<br />

bicciolano in ambito letterario. Vercellesi letterati in fuga verso<br />

altri più accoglienti lidi, grandi personaggi come Niccolò<br />

Barbieri, Antonio Maria Spelta, artisti come Giovan Battista<br />

Viotti. E ancora oggi si fugge o ci si propone in punta di<br />

piedi. Forse non si può cambiare <strong>Vercelli</strong>. C’è una scommessa<br />

possibile quella dell’Università, una carta <strong>da</strong> giocare se non<br />

si vuole rimanere fermi nelle risacche della storia. E a molti<br />

vercellesi piace ricor<strong>da</strong>re di più l’Università medievale che<br />

non battersi per quella di oggi. «Riusciranno le persone che<br />

hanno gli occhi aperti a cambiare le cose?».<br />

Per Filippo Campisi i caratteri del vercellese sono quelli<br />

importanti del dovere e della disciplina; gli stessi emersi nella<br />

storia e nella vita quotidiana, negli slanci soli<strong>da</strong>li a favore dei<br />

più deboli.<br />

Ottimista anche Andrea Donati, responsabile di Videonord<br />

laddove vede una <strong>Vercelli</strong> che sa muoversi verso realtà nuove,<br />

una città e una gente che stanno cambiando, con discrezione.<br />

Riserbo e discrezione sono anche le caratteristiche del<br />

paziente tipo per un medico <strong>da</strong> tempo impegnato nel sociale<br />

come Giusy Finassi.<br />

«Il vercellese ha bisogno di fiducia poi si apre, è anche<br />

generoso. Certo, si lamenta spesso per eventuali novità ma<br />

poi finisce per accettarle e collabora».<br />

Intenso e puntuale l’intervento di Don Cesare Massa, anche<br />

ironico? Quali i difetti? Scarsa immaginazione e scarsa<br />

capacità di comunicazione, questo almeno ad ascoltare le voci<br />

di fuori. Forse siamo troppo appagati <strong>da</strong> un certo benessere<br />

e <strong>da</strong> troppa comodità. Cose cui è difficile rinunciare. Sull’altro<br />

piatto della bilancia ci sono invece riservatezza e rispetto,<br />

un clima calmo e sereno di cui sempre più spesso si sente il<br />

bisogno.<br />

Ricette? Aiutarsi di più ed evitare le polemiche, presentare<br />

al meglio la città favorendo il turismo culturale, continuare<br />

sulla stra<strong>da</strong> della laboriosità.<br />

Infine Guido Michelone: «Avete notato come l’argomento<br />

più trattato <strong>da</strong>i giornali e mass media locali sia il Carnevale?».<br />

Quindi l’ipotesi provocatoria, <strong>Vercelli</strong> festeggia spesso il<br />

carnevale, anche d’estate. Attraverso il carnevale un gruppo<br />

di persone esorcizza le novità con un rituale. E il carnevale<br />

sopperisce (o sopperirebbe) così alla mancanza di un’elite<br />

culturale.<br />

Pieffe

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