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so di loro un atto di fede, interrogandoli perché gli rivelino le<br />
leggi che governano il creato. Così la legge del pendolo, del<br />
piano inclinato sono le vere e grandi scoperte.<br />
Così tutto l’universo, <strong>da</strong>l microcosmo al macrocosmo, è<br />
sottoposto a leggi universali ed immutabili, che negano qualsiasi<br />
intervento del caso.<br />
E mentre la cultura rimane attaccata a mere ipotesi<br />
interpretative senza agganci allo scientificamente certo, la<br />
scienza sposta continuamente lo sguardo verso nuovi confini<br />
<strong>da</strong> superare: la struttura dell’atomo, i suoi costitutivi, miniere<br />
di fenomeni nuovi.<br />
Oggi il protone racchiude in sè tutte le leggi dell’universo,<br />
si presenta come una realtà affascinante la cui longevità nel<br />
tempo sorpassa di gran lunga quella dell’universo.<br />
Il professore si è soffermato sul significato delle scoperte<br />
maggiori, come quella della velocità costante della luce che<br />
ha <strong>da</strong>to l’illusione dell’esistenza dell’immanenza di valori assoluti,<br />
una sorta di sfi<strong>da</strong> verso il trascendente, rafforzando<br />
così concezioni materialistiche come quelle marxiste, sostenitrice<br />
di un progresso scientifico tale <strong>da</strong> annullare la speranza<br />
dell’uomo verso l’Altro <strong>da</strong> sè.<br />
Anche questa è mistificazione culturale, nessun scienziato<br />
ha mai pensato di negare l’esistenza di Trascendente, la scienza<br />
che è la madre della verità nell’immanenza acquista (secondo<br />
l’espressione di Papa Giovanni II) pari dignità rispetto alla<br />
fede, entrambe dono di Dio. Così la scienza, che valorizza la<br />
persona umana esaltandone le possibilità di conoscenza, si<br />
accompagna alla fede che <strong>da</strong> sempre insegna che la grandezza<br />
dell’uomo risiede nel fatto di essere figlio di Dio.<br />
Gli ultimi accenti di Zichichi li ha posti sulla differenza tra<br />
scienza e tecnica, che non devono essere confuse: l’una è lo<br />
sguardo stupito dell’uomo che interroga la natura per conoscerne<br />
la logica interna e l’altra è l’applicazione della scienza,<br />
ciò che dà potenza all’uomo. E questa potenza può essere<br />
sfruttata <strong>da</strong> una cultura dell’odio, che vuole la sopraffazione<br />
dell’uomo (si capiscono così i potenti arsenali nucleari disseminati<br />
in tutto il mondo) oppure <strong>da</strong> una cultura dell’amore,<br />
che affon<strong>da</strong> le radici nella verità dell’uomo e nel suo bisogno<br />
di vita, di pace e di felicità. Quale cultura, allora possiamo<br />
doman<strong>da</strong>rci prevarrà?<br />
E’ una doman<strong>da</strong> alla quale non siamo in grado di rispondere,<br />
purtroppo.<br />
Al termine molti giovani hanno attorniato il professore<br />
ponendogli alcune domande di chiarimento e, dopo poco, il<br />
nostro eccezionale ospite è ripartito, lasciandoci la convinzione<br />
“che i tesori rimasti finora nelle torri d’avorio dei laboratori<br />
scientifici possano <strong>da</strong>vvero diventare patrimonio di<br />
tutti”.<br />
Raffaella Vitale