MICROBIOLOGIA prof. Antonio Farris - AgrariaFree
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CAP.10 Genetica dei microrganismi<br />
MUTAZIONE E RICOMBINAZIONE<br />
La mutazione è un cambiamento ereditario della sequenza delle basi dell’acido nucleico del<br />
genoma di un organismo.<br />
La ricombinazione genetica è il processo mediante il quale segmenti genetici contenuti in due<br />
genomi separati vengono messi insieme in un’unica unità.<br />
Mentre generalmente la mutazione induce nella cellula cambiamenti genetici di piccola entità, la<br />
ricombinazione genetica generalmente comporta cambiamenti più significativi. Interi geni, serie di<br />
geni e anche interi cromosomi vengono trasferiti da un organismo all’altro.<br />
Anche se i procarioti, diversamente da molti eucarioti, non si riproducono sessualmente, in essi<br />
esistono meccanismi di scambio genetico che permettono sia il trasferimento di geni che la<br />
ricombinazione.<br />
Per riconoscere lo scambio genetico tra due organismi è necessario impiegare marcatori genetici il<br />
cui trasferimento possa essere identificato.<br />
A questo scopo si usano ceppi mutanti e i cambiamenti sono dovuti a una o più mutazioni del DNA<br />
dell’organismo. Queste possono coinvolgere un cambiamento in una o più paia di basi o anche<br />
l’inserzione o l’eliminazione di interi geni.<br />
Viene detto mutante un organismo il cui genoma è stato oggetto di una mutazione; quindi un<br />
mutante differisce dal ceppo parentale nel genotipo, inoltre, le proprietà osservabili del mutante, il<br />
suo fenotipo, possono essere diverse rispetto al ceppo parentale.<br />
E’ comune riferirsi a un ceppo isolato in natura come a un ceppo di tipo selvatico.<br />
A seconda della mutazione, il mutante può avere fenotipo mutante oppure fenotipo uguale a quello<br />
dei suoi parentali.<br />
Alcune mutazioni sono selezionabili, in quanto conferiscono alcuni vantaggi agli organismi che le<br />
possiedono, mentre altre sono non selezionabili, anche se portano a un <strong>prof</strong>ondo cambiamento del<br />
fenotipo di un organismo.<br />
Un esempio di mutazione non selezionabile è quella della perdita di colore in un organismo<br />
pigmentato. Tali colonie di solito non hanno ne un vantaggio ne uno svantaggio rispetto alle colonie<br />
parentali pigmentate quando crescono in piastre di agar. Si possono identificare queste mutazioni<br />
solamente esaminando un gran numero di colonie e cercando quelle differenti attraverso un<br />
processo detto screening.<br />
Una mutazione selezionabile conferisce al mutante un vantaggio in certe condizioni<br />
ambientali, per cui la progenie della cellula mutante è in grado di crescere in modo tale da<br />
sostituirsi a quella parentale.<br />
Un esempio di mutazione selezionabile è la resistenza ai farmaci: un mutante antibiotico resistente<br />
può crescere in presenza di una concentrazione di antibiotico che inibisce o uccide il parentale.<br />
E’ relativamente facile riconoscere e isolare i mutanti selezionabili scegliendo le appropriate<br />
condizioni ambientali, utilizzando come strumento genetico la selezione.<br />
Per certi tipi di mutazioni sono disponibili metodi di screening per grandi numeri di colonie.<br />
Per esempio possono essere individuati mutanti nutrizionali con la tecnica della “replica<br />
plating” (piastramento per replica).<br />
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